La mediocrità del giornalismo sportivo
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
Ci sono quelli tristi che pensano solo ai soldi.
Per fortuna ci sono anche altri.
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Forza Aquilotti, riprendiamo a volare!
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
Alga ha scritto:Ci sono quelli tristi che pensano solo ai soldi.
Per fortuna ci sono anche altri.
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
Johnny Rex ha scritto:Insopportabile la retorica su quanto acacduto alla Pilato e "il coraggio di fallire" a 16 anni.
Quante Cazzate.
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
Johnny Rex ha scritto:Insopportabile la retorica su quanto accaduto a Pilato e "il coraggio di prendere una decisione".
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tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
ma a cosa deve pensare uno?Nasty ha scritto:Alga ha scritto:Ci sono quelli tristi che pensano solo ai soldi.
Per fortuna ci sono anche altri.
Fai un lavoro/sport che si spera ti piaccia, competi ad alti livelli, ti impegni al massimo, accetti il risultato comunque vada.
Dove starebbe il problema?
"If you can meet with Triumph and Disaster. And treat those two impostors just the same": questo e' lo spirito di Wimbledon (non proprio una vittoria qualsiasi). Il trionfo, la vittoria, e' come il disastro, e' un impostore, e' relativo, non conta molto.
E lo stesso diceva il fondatore delle Olimpiadi (che peraltro, preferiva veder competere i dilettanti, non i professionisti) L'important dans la vie ce n'est point le triomphe, mais le combat, l'essentiel ce n'est pas d'avoir vaincu mais de s'être bien battu..
L'importante e' battersi, non e' vincere.
Quindi in che senso vincere ripaga da anni di sacrificio? Il bello e' battersi, provarci, mica vincere.
Ripeto: bello battersi e provarci, ma se ci devo dedicare tutta la vita perdendoci soldi, magari poi devo fare altro, c'e' anche la vita, la famiglia, e cosi' via (" i soldi").
E' questo lo spirito del gioco no? Lo spirito di ogni gioco. Se andate a giocare a tennis con gli amici e uno vi dice: 'che sacrificio e' stato, per fortuna e' stato ripagato dall'averti battuto!'. Boh, un po' strano.
Poi certo che uno prova a vincere, gioisce o e' deluso alla fine, ma sono emozioni di un momento, cosa cambia davvero a una persona dopo?
Non capisco, veramente, che c'entra ribattere sui soldi facendo questo discorso?
Boh, ignoranza per me proprio dello spirito sportivo.
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
A volte l'ingenuità Nickognitiana è (quasi) commovente
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“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
Ma infatti il problema non è vincere. È che ha fatto proprio schifo... Ti alleni tantissimo e quando fai una importante competizione vuoi comunque dare il meglio e questo può significare vincere un oro o fare un bel tempo.
Boh è come se arrivi a un esame preparatissimo e poi ti blocchi mettendoti a piangere e facendo scena muta e gli esaminatori ti dicono:" va bene signorina, ci rivediamo fra quattro anni".
Detto questo c'è da dire che molti sport non son nemmeno giochi e la loro parte migliore è la competizione e non certo l'allenamento. A un calciatore piace giocare a calcio, ma mica si diverte quando fa le ripetute in preparazione e questo sia che uno prenda milioni di euro o che faccia la uisp.
Boh è come se arrivi a un esame preparatissimo e poi ti blocchi mettendoti a piangere e facendo scena muta e gli esaminatori ti dicono:" va bene signorina, ci rivediamo fra quattro anni".
Detto questo c'è da dire che molti sport non son nemmeno giochi e la loro parte migliore è la competizione e non certo l'allenamento. A un calciatore piace giocare a calcio, ma mica si diverte quando fa le ripetute in preparazione e questo sia che uno prenda milioni di euro o che faccia la uisp.
Ultima modifica di ThePiper il lun lug 26, 2021 11:20 am, modificato 1 volta in totale.
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
https://www.corriere.it/sport/21_luglio ... 2c86.shtmlThePiper ha scritto:Johnny Rex ha scritto:Insopportabile la retorica su quanto acacduto alla Pilato e "il coraggio di fallire" a 16 anni.
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Stupido in tutto, per tacere della decimillesima citazione sulla Pellegrini che ha oramai rotto.
Poi, perchè si deve sempre creare una storia all'occorrenza, sia per la vittoria che per la sconfitta?
Di peggio solo le "Olimpiadi di tutti" o le cazzate Caressiane ,che se non altro hanno la parziale (parziale) giustificaizone della vittoria
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Ultima modifica di Johnny Rex il lun lug 26, 2021 11:23 am, modificato 1 volta in totale.
“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
L'articolo l'avevo trovato ma devo pagare per leggerloJohnny Rex ha scritto:https://www.corriere.it/sport/21_luglio ... 2c86.shtmlThePiper ha scritto:Johnny Rex ha scritto:Insopportabile la retorica su quanto acacduto alla Pilato e "il coraggio di fallire" a 16 anni.
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
ThePiper ha scritto:Ma infatti il problema non è vincere. È che ha fatto proprio schifo... Ti alleni tantissimo e quando fai una importante competizione vuoi comunque dare il meglio e questo può significare vincere un oro o fare un bel tempo.
Boh è come se arrivi a un esame preparatissimo e poi ti blocchi mettendoti a piangere e facendo scena muta e gli esaminatori ti dicono:" va bene signorina, ci rivediamo fra quattro anni".
Detto questo c'è da dire che molti sport non son nemmeno giochi e la loro parte migliore è la competizione e non certo l'allenamento. A un calciatore piace giocare a calcio, ma mica si diverte quando fa le ripetute in preparazione e questo sia che uno prenda milioni di euro o che faccia la uisp.
Io non parlo di fare schifo, parlo di vincere. Non capisco l'ingenuita', boh, davvero non so cosa provino di cosi' soddisfacente arrivando terzi e non arrivando settimi. Non si tratta di giocare o allenamento, uno puo' dice che gli piace giocare, impegnarsi, battersi, rendere contento il pubblico, tutto va bene, ma in pratica la settimana dopo che cambia se hai vinto (soprattutto escludendo i soldi), se sei bronzo sei felice tutte le mattine per anni, se sei arrivato settimo sei triste? Non capisco proprio. A meno che non debbano placare un ossessione, boh.Johnny Rex ha scritto:A volte l'ingenuità Nickognitiana è (quasi) commovente
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
Forse basta guardare che so, "momenti di gloria", per capire.
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
Cioe': uno che preferisce non vincere le Olimpiadi pur di non dover competere di domenica, che fa altre gare con l'unico obiettivo di rendere gloria a Dio e poi lascia lo sport perche' vuole fare il missionario, e uno che vuol vincere perche' ebreo e discriminato?Nasty ha scritto:Forse basta guardare che so, "momenti di gloria", per capire.
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
Se vai in navigazione in incognito, il sito del corriere della sera ti fa leggere tutto.ThePiper ha scritto:L'articolo l'avevo trovato ma devo pagare per leggerloJohnny Rex ha scritto:https://www.corriere.it/sport/21_luglio ... 2c86.shtmlThePiper ha scritto:
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Per me Stupido in tutto, per tacere della decimillesima citazione sulla Pellegrini che ha oramai rotto.
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
Discriminato frequentante la migliore scuola del mondo, interessante.
Mi parrebbe interessante comprendere la fase antecedente alla gara, nel film. La fatica degli allenamenti, il signor Mussavini ed il suo allenamento professionale
La reazione di Abrahams alla vittoria, la parte nello spogliatoio, dopo la gara.
Quella è l'essenza della competizione, chiunque abbia vinto una gara così tanto importante ( per il proprio livello) può capire cosa sia quella meravigliosa solitudine dopo la vittoria tanto anelata.
A me è accaduto una volta da ragazzino, ed era proprio così, come per Abrahams. Una sorta di sensazione di vuoto, piacevolissimo.
Mi parrebbe interessante comprendere la fase antecedente alla gara, nel film. La fatica degli allenamenti, il signor Mussavini ed il suo allenamento professionale
La reazione di Abrahams alla vittoria, la parte nello spogliatoio, dopo la gara.
Quella è l'essenza della competizione, chiunque abbia vinto una gara così tanto importante ( per il proprio livello) può capire cosa sia quella meravigliosa solitudine dopo la vittoria tanto anelata.
A me è accaduto una volta da ragazzino, ed era proprio così, come per Abrahams. Una sorta di sensazione di vuoto, piacevolissimo.
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
Ma allora che cazzo ti frega del migliore di sempre?Nickognito ha scritto:
Io non parlo di fare schifo, parlo di vincere. Non capisco l'ingenuita', boh, davvero non so cosa provino di cosi' soddisfacente arrivando terzi e non arrivando settimi. Non si tratta di giocare o allenamento, uno puo' dice che gli piace giocare, impegnarsi, battersi, rendere contento il pubblico, tutto va bene, ma in pratica la settimana dopo che cambia se hai vinto (soprattutto escludendo i soldi), se sei bronzo sei felice tutte le mattine per anni, se sei arrivato settimo sei triste? Non capisco proprio. A meno che non debbano placare un ossessione, boh.
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
paoolino ha scritto:Ma allora che cazzo ti frega del migliore di sempre?Nickognito ha scritto:
Io non parlo di fare schifo, parlo di vincere. Non capisco l'ingenuita', boh, davvero non so cosa provino di cosi' soddisfacente arrivando terzi e non arrivando settimi. Non si tratta di giocare o allenamento, uno puo' dice che gli piace giocare, impegnarsi, battersi, rendere contento il pubblico, tutto va bene, ma in pratica la settimana dopo che cambia se hai vinto (soprattutto escludendo i soldi), se sei bronzo sei felice tutte le mattine per anni, se sei arrivato settimo sei triste? Non capisco proprio. A meno che non debbano placare un ossessione, boh.
Dubito che il fatto che io lo ritenga migliore o meno cambi enormemente la sua vita.
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
Figurati la tua, alloraNickognito ha scritto:paoolino ha scritto:Ma allora che cazzo ti frega del migliore di sempre?Nickognito ha scritto:
Io non parlo di fare schifo, parlo di vincere. Non capisco l'ingenuita', boh, davvero non so cosa provino di cosi' soddisfacente arrivando terzi e non arrivando settimi. Non si tratta di giocare o allenamento, uno puo' dice che gli piace giocare, impegnarsi, battersi, rendere contento il pubblico, tutto va bene, ma in pratica la settimana dopo che cambia se hai vinto (soprattutto escludendo i soldi), se sei bronzo sei felice tutte le mattine per anni, se sei arrivato settimo sei triste? Non capisco proprio. A meno che non debbano placare un ossessione, boh.
Dubito che il fatto che io lo ritenga migliore o meno cambi enormemente la sua vita.
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
Non voglio diventare nickognitopaoolino ha scritto:Se vai in navigazione in incognito, il sito del corriere della sera ti fa leggere tutto.ThePiper ha scritto:L'articolo l'avevo trovato ma devo pagare per leggerloJohnny Rex ha scritto:
https://www.corriere.it/sport/21_luglio ... 2c86.shtml
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
Si', ma era un film, una storia romanzata. Quando hanno vinto uno ha pensato ad andare in missione...Nasty ha scritto:Discriminato frequentante la migliore scuola del mondo, interessante.
Mi parrebbe interessante comprendere la fase antecedente alla gara, nel film. La fatica degli allenamenti, il signor Mussavini ed il suo allenamento professionale
La reazione di Abrahams alla vittoria, la parte nello spogliatoio, dopo la gara.
Quella è l'essenza della competizione, chiunque abbia vinto una gara così tanto importante ( per il proprio livello) può capire cosa sia quella meravigliosa solitudine dopo la vittoria tanto anelata.
Discriminato in quanto ebreo, no? Non era la storia della rivalsa dell'ebreo? Forse ricordo male.
Comunque, i familiari di Liddell, riguardo all'atleta descritto in Momenti di Gloria, hanno detto che :
- le Olimpiadi come sono vissute dagli atleti di oggi le avrebbe schifate, non ci sarebbe mai nemmeno andato
- non sopportava dover rappresentare una nazione contro un'altra, per lui lo sport era solo indivduale, per cui non sopportava il parlare di gloria nazionale
- che sapeva che avrebbe potuto vincere diverse altre medaglie, ma a lui le medaglie non interessavano molto, se non per usarle per attirare l'attenzione delle persone e parlar loro di Dio
- tranne il fatto che ha vinto una gara in quelle Olimpiadi, tutto quello che succede nel film e' falso
Abrahams era descritto come un outsider, figlio di un immigrato ebreo, frequentava la stessa scuola solo perche' avevano i soldi.
Abrahams stesso ha detto: 'ho dato una cosi' grande importanza all'atletica, come un modo di dimostrare che non ero inferiore", in quanto ebreo.
Per questo motivo, si alleno' fino a rischiare un esaurimento nervoso.
Un anno dopo, si ruppe la gamba e fini' la carriera. Dopo il suo primo grande successo, a 26 anni, Abrahams disse che e' normale per uno sportivo pensare di ritirarsi o se invece continuare. L'infortunio fu cosi' brutto che svenne dal dolore, ma subito dopo disse che fu veramente sollevato perche' poteva ritirarsi. La competizione gli piaceva, ma l'atletica per lui era un grande stress mentale e fu contento di dover smettere. NOn solo era stressante allenarsi, ma Abrahams aveva un'ossessione per le statistiche, aveva sempre numeri e statistiche sull'atletica in mente, in qualunque momento della giornata, e la rottura della gamba fece finire l'ossessione.
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
Profonda comprensione della psicologia degli androidi da parte di Nickognito.
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
Un po'datato, ma ottimo sunto su come siano di solito gli sportivi normali
https://www.latimes.com/sports/la-xpm-2 ... story.html
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
Ovviamente non è tutto falso. ERIC liddel era davvero un velocista che corse, vincendo, i 400 m piani.tranne il fatto che ha vinto una gara in quelle Olimpiadi, tutto quello che succede nel film e' falso
Certo è che non lo scopri' sulla nave, fu una decisione presa con mesi di anticipo.
Sostenere che è tutto falso è falso.
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
appunto, quella e' l'unica cosa vera su di lui.Nasty ha scritto:Ovviamente non è tutto falso. ERIC liddel era davvero un velocista che corse, vincendo, i 400 m piani.tranne il fatto che ha vinto una gara in quelle Olimpiadi, tutto quello che succede nel film e' falso
Ma vedo che preferisci non rispondere sulla molta sostanza, ma su qualche dettaglio
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
Ma non è così.
Era davvero un rugbista, era davvero destinato a fare il missionario come la famiglia intera e la religione ( Dio) era la sua prima ragione di vita. C'è anche morto in missione, in Cina.
( Forse c'era anche nato, in Cina, mi pare)
Abrahams non era discriminato, nella realtà come nel film, ed era ossessionato dall'allenamento e dalla competizione nella realtà, come nel film.
Anche gli allenamenti sono molto rispondenti al vero, hanno raccontato.
Ci sono storie molto più romanzate di queste, nei film.
Se non cogli il senso del competere e del desiderio di primeggiare nello sport chi sono io per provare a farti cambiare idea?
Hai visto la reazione di Garozzo alla sconfitta?
Era davvero un rugbista, era davvero destinato a fare il missionario come la famiglia intera e la religione ( Dio) era la sua prima ragione di vita. C'è anche morto in missione, in Cina.
( Forse c'era anche nato, in Cina, mi pare)
Abrahams non era discriminato, nella realtà come nel film, ed era ossessionato dall'allenamento e dalla competizione nella realtà, come nel film.
Anche gli allenamenti sono molto rispondenti al vero, hanno raccontato.
Ci sono storie molto più romanzate di queste, nei film.
Se non cogli il senso del competere e del desiderio di primeggiare nello sport chi sono io per provare a farti cambiare idea?
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
https://www.instagram.com/p/CRyiwPZIWrk/Nasty ha scritto:
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
Come ben descritto nell'articolo di cui sopra, per lo piu' in una finale NBA nessuno e' cosi' interessato veramente a vincere, tranne poche eccezioni.Nasty ha scritto: Se non cogli il senso del competere e del desiderio di primeggiare nello sport chi sono io per provare a farti cambiare idea?
In ogni caso, io capisco il senso del competere, non campisco il senso di vincere, piu' di tanto. Di sicuro non lo aveva Liddell. Lo aveva Abrahams, ma solo perche' si sentiva discriminato. Molti atleti poi ammettono candidamente di non provare molto a vincere, se non il sollievo di non perdere.
Molti altri, dopo vittorie e sconfitte, vivono esattamente allo stesso modo, con ,o stesso umore e anche ben piu' dei tifosi.
Poi si, ci sono certi casi che non capisco, che per me sono numerose, ma eccezioni, in cui sembra che la vittoria sportiva sia una delle cose piu' importanti della loro vita e chiedevo la gentilezza di descrivere il perche'. Non di dire 'e' cosi' (che poi appunto in generale non e' cosi'). Non si tratta di aver ragione o torto, si tratta di descrivere, capisco che per te la migliore descrizione e' un film romanzato su atleti di 100 anni fa che vivevano lo sport in modo radicalmente diverso da oggi, ti ringrazio, ma non mi aiuta molto a capire.
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
Ma di solito le reazioni cosi' a una sconfitta, se si estendono al momento successivo, subito dopo in campo, e continuano nel tempo, sono indici di malattie mentali, no? O sbaglio?Johnny Rex ha scritto:https://www.instagram.com/p/CRyiwPZIWrk/Nasty ha scritto:
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
Beh il ragazzo che ha vinto nel taekwondo si porta a casa oltre 150 mila euro di premioNickognito ha scritto:ma infatti nel calcio non si sentono mai questi discorsi, i giocatori magari si disperano dopo un supplementare perso, ma il giorno dopo tutto normale. E' in questi sport minori che succede, di solito.Rosewall ha scritto:bè ma di solito chi perde mica si suicida, il portiere inglese due giorni dopo la finale di wembley se la sballava a un party con ragazze e birre, giustamente
A meno che non sia un discorso di soldi. Anni di sacrifici (evidentemente per molti medagliati olimpici il loro lavoro e' affascinante come stare 12 ore al giorno a rispondere al call center), ripagati da cosa? Da una medaglia? Ma dai, su. Ma forse in questi sport che non interessano a nessuno tranne che alle olimpiadi questo e' l'unico modo di fare soldi? Non lo so.
Ti piace il doppio? Preferisco il threesome
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
Ma quello lo capisco, figurati.tennisfan82 ha scritto: Beh il ragazzo che ha vinto nel taekwondo si porta a casa oltre 150 mila euro di premio
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
Quello che a me rompe è questo coraggio e orgoglio buttato dentro in tutto svalutandone così lo stesso concetto.
Orgoglio femminile a indossare il bikini, orgoglio a non indossarlo. Orgoglio etero (ma di cosa?) orgoglio Gay (ma di cosa?)
Coraggio a fallire, coraggio a vincere, coraggio a non partecipare, coraggio a ritirarsi. A tirare il rigore, a non tirarlo.
Il solito discorso del tutto grandioso uguale a nulla di grandioso.
Di Pilato sottolineo che si è spiaciuta per chi era in piedi a vederla alla tv , devo dire che questa (rara) sottolineatura mi ha fatto piacere.
Non penso proprio pensasse a "Quei coglioni dei tifosi", "Finalmente Acapulco" (come se abitualmente vivessero nello sterco, Pezzenti) o "meno soldi in tasca" . Non Belotti nello spogliatojo Juve dopo un derb immeritatamente perso,ecco.
Di principio sono vicino a certe posizioni nickognitiane, per me è più Sport il tizio che torna a casa e si va (magari senza bombarsi) 100 km di bici, corre o solleva pesi nel garage di casa che quello che vediamo, tifiamo e commentiamo, ma non essendo mai stato professionista, non essendomi mai giocato tutto in pochi secondi,minuti od ore , non posso pretendere più di tanto di giudicare le reazioni di chi è lì.
Ricordando il discorso di Theo Roosvelt citato a sua volta da Vialli e che sarà a sua volta cit. ad infinitum finendo magari per attribuirlo a Vialli Himself
F.F.
Orgoglio femminile a indossare il bikini, orgoglio a non indossarlo. Orgoglio etero (ma di cosa?) orgoglio Gay (ma di cosa?)
Coraggio a fallire, coraggio a vincere, coraggio a non partecipare, coraggio a ritirarsi. A tirare il rigore, a non tirarlo.
Il solito discorso del tutto grandioso uguale a nulla di grandioso.
Di Pilato sottolineo che si è spiaciuta per chi era in piedi a vederla alla tv , devo dire che questa (rara) sottolineatura mi ha fatto piacere.
Non penso proprio pensasse a "Quei coglioni dei tifosi", "Finalmente Acapulco" (come se abitualmente vivessero nello sterco, Pezzenti) o "meno soldi in tasca" . Non Belotti nello spogliatojo Juve dopo un derb immeritatamente perso,ecco.
Di principio sono vicino a certe posizioni nickognitiane, per me è più Sport il tizio che torna a casa e si va (magari senza bombarsi) 100 km di bici, corre o solleva pesi nel garage di casa che quello che vediamo, tifiamo e commentiamo, ma non essendo mai stato professionista, non essendomi mai giocato tutto in pochi secondi,minuti od ore , non posso pretendere più di tanto di giudicare le reazioni di chi è lì.
Ricordando il discorso di Theo Roosvelt citato a sua volta da Vialli e che sarà a sua volta cit. ad infinitum finendo magari per attribuirlo a Vialli Himself
F.F.
“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
Ma poi le reazioni sono le più disparate.
C'è chi è agonista fin dentro il midollo e che non si sente realizzato se non vince sempre e comunque, e c'è chi giudica una vittoria già il solo essersi qualificato per un'Olimpiade.
Questo capita a tutti i livelli: nel mio piccolo di tennista amatoriale, a me piace giocare, anche solo palleggiando e senza contare i punti, e poi mi trovo quelli più scarsi di me che non appena entrano in campo chiedono di fare partita...
C'è chi è agonista fin dentro il midollo e che non si sente realizzato se non vince sempre e comunque, e c'è chi giudica una vittoria già il solo essersi qualificato per un'Olimpiade.
Questo capita a tutti i livelli: nel mio piccolo di tennista amatoriale, a me piace giocare, anche solo palleggiando e senza contare i punti, e poi mi trovo quelli più scarsi di me che non appena entrano in campo chiedono di fare partita...
"C’è gente che magari sa scrivere, scrive e pubblica sui forum quello che scrive, ma non sa assolutamente leggere..."
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
Però nel tennistavolo ti stizzisci se il servizio non è effettuato a regola d'arte.paoolino ha scritto:Questo capita a tutti i livelli: nel mio piccolo di tennista amatoriale, a me piace giocare, anche solo palleggiando e senza contare i punti, e poi mi trovo quelli più scarsi di me che non appena entrano in campo chiedono di fare partita...
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
"In light of the controversy surrounding the New England Patriots and their apparently absurd obsession with doing their jobs, Volin spoke to an NFL agent who has spent more than 20 years dealing with the league, asking him how many players truly care about winning a Super Bowl.Johnny Rex ha scritto:
Di principio sono vicino a certe posizioni nickognitiane, per me è più Sport il tizio che torna a casa e si va (magari senza bombarsi) 100 km di bici, corre o solleva pesi nel garage di casa che quello che vediamo, tifiamo e commentiamo, ma non essendo mai stato professionista, non essendomi mai giocato tutto in pochi secondi,minuti od ore , non posso pretendere più di tanto di giudicare le reazioni di chi è lì.
Ricordando il discorso di Theo Roosvelt citato a sua volta da Vialli e che sarà a sua volta cit. ad infinitum finendo magari per attribuirlo a Vialli Himself
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“Fifteen to 25 percent, max,” he said. “It depends on the players. Guys like Tom Brady, Matt Ryan that have already gotten paid, they just play now to win.”
Insomma, su, mettiamola cosi', la grande maggioranza degli atleti non ci tiene molto a vincere. Ci tiene, certo, mentre gioca, si prepara bene, ma non gli cambia la vita per nulla. Cambia loro anche meno che ai tifosi (magari facendo loro credere il contrario, per forza, i tifosi li pagano per quello).
Poi ci sono tutti i giornalisti, molto on topic, e i politici, che fanno leva sul nazionalismo, che montano il tutto al massimo con la retorica dello sport virtuoso, come se chi pensasse a vincere una squadra, una nazione, o addirittura solo se stesso, facesse chissa' quale servizio al mondo, nemmeno avesse trovato la cura per il cancro.
Tra a un appassionato di sport non cambia nulla, se tizio sta triste un anno per la sconfitta o celebra per una vittoria.
Insomma, per lo piu' e' un'invenzione e molta retorica (film e documentari inclusi), la si fa poi passare per spirito dello sport o addirittura olimpico, quando lo sport e le Olimpiadi sono nati con uno spirito del tutto opposto (non conta vincere, conta giocare insieme cercando di farlo).
Detto questo, pero' per qualcuno e' veramente molto importante, e soprattutto negli sport minori. Mi chiedo perche'. Il primo pensiero che mi viene in mente e' che in certi sport minori, o vinci una medaglia olimpica o nessuno ti considera, mentre se vinci vieni celebrato.
Pero' anche questo, che c'e' di bello a essere celebrato? Insomma, se io fossi uno dei migliori, boh, 50 della mia professione, io sarei gia' contento cosi', penso anche che avrei il rispetto di un sacco di conoscenti, perfino il vicino di casa, boh, un sacco di gente lo saprebbe. A quel punto, che c'e' di bello a essere celebrato, o a essere il primo? Fatico a capire.
Immagino qualcuno sia davvero contento di aver reso felici gli italiani inevce che boh, i nigeriani (mettiamo il secondo sia nigeriano). Gente cosi' nazionalista e pazza esiste davvero, ne sono consapevole. Pero' in generale, boh.
Per dire la Fiamingo: "sono stati 5 anni duri, l'unico stimolo era la medaglia'.
Ma perche'? Ora, io leggo: ai vincitori dio una medaglia il CONI regala 180mila, 90mila e 60mila euro, al quarto credo zero.
Beh, in effetti 180 mila euro rispetto a 0 sono uno stimolo maggiore. Se e' quello lo capisco, ma per il resto: allenarsi per competere e provarci e comunque finire fra i primi e dare il meglio, non e' uno stimolo? Cioe', ma perche' fanno questa attivita'? Essere vista e dare emozioni al pubblico anche se uno viene eliminato lo fa lo stesso, non e' uno stimolo?
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
ma questo e' un conto, diverso e' se dal risultato della loro partita dipende il loro umore per un mese.paoolino ha scritto:
Questo capita a tutti i livelli: nel mio piccolo di tennista amatoriale, a me piace giocare, anche solo palleggiando e senza contare i punti, e poi mi trovo quelli più scarsi di me che non appena entrano in campo chiedono di fare partita...
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
E' diverso: è lo stesso fastidio che proverei se giocando a calcio, la rimessa laterale venisse effettuata con i piedi, o se, facendo partita a tennis, la gente normalmente battesse 30 cm dentro al campo.Monheim ha scritto:Però nel tennistavolo ti stizzisci se il servizio non è effettuato a regola d'arte.paoolino ha scritto:Questo capita a tutti i livelli: nel mio piccolo di tennista amatoriale, a me piace giocare, anche solo palleggiando e senza contare i punti, e poi mi trovo quelli più scarsi di me che non appena entrano in campo chiedono di fare partita...
Quello della battuta nel tennistavolo è un aspetto del gioco ben normato e chiaro, ma sotto alcuni livelli è praticamente ignorato da tutti.
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
Ma il punto è che per la Flamingo la medaglia è come per il mio avversario giocare contando i punti.Nickognito ha scritto: Se e' quello lo capisco, ma per il resto: allenarsi per competere e provarci e comunque finire fra i primi e dare il meglio, non e' uno stimolo? Cioe', ma perche' fanno questa attivita'? Essere vista e dare emozioni al pubblico anche se uno viene eliminato lo fa lo stesso, non e' uno stimolo?
Ha bisogno di quello stimolo.
Ma sai quanti ce ne saranno di questi soggetti? Chiedi a tuborovescio quanti ne incontra sui campi di quarta di persone che avranno malumore anche per più di un mese a seconda del risultato di una partita.Nickognito ha scritto:
ma questo e' un conto, diverso e' se dal risultato della loro partita dipende il loro umore per un mese.
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
Chiaro, scherzavo e hai ragione anche se, come tra l'altro confermato dal veterano gibostrange nel topic apposito, avviene pure in campionato tra tesserati fino a un certo livello e soprattutto la fattispecie cambia poco o niente a livello di dinamiche di gioco (tranne quando viene nascosta la pallina da gente capace per cui non si vede dove viene colpita e il relativo effetto impartito) a differenza dei tuoi due esempi.paoolino ha scritto:E' diverso: è lo stesso fastidio che proverei se giocando a calcio, la rimessa laterale venisse effettuata con i piedi, o se, facendo partita a tennis, la gente normalmente battesse 30 cm dentro al campo.Monheim ha scritto:Però nel tennistavolo ti stizzisci se il servizio non è effettuato a regola d'arte.paoolino ha scritto:Questo capita a tutti i livelli: nel mio piccolo di tennista amatoriale, a me piace giocare, anche solo palleggiando e senza contare i punti, e poi mi trovo quelli più scarsi di me che non appena entrano in campo chiedono di fare partita...
Quello della battuta nel tennistavolo è un aspetto del gioco ben normato e chiaro, ma sotto alcuni livelli è praticamente ignorato da tutti.
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
Magari quelli che per farli,i soldi, devono vincere per forza ci tengono un po' di più.Nickognito ha scritto: Insomma, su, mettiamola cosi', la grande maggioranza degli atleti non ci tiene molto a vincere.
F.F.
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Re: La mediocrità del giornalismo sportivo
Ma magari, specialmente alle Olimpiadi, la maggioranza degli atleti tiene a essere capace di dare il proprio massimo proprio in quella gara e in realtà l'ambizione di medaglia è essere consapevoli che, se si riesce a rendere al massimo, si può puntare a vincere una determinata medaglia.Johnny Rex ha scritto:Magari quelli che per farli,i soldi, devono vincere per forza ci tengono un po' di più.Nickognito ha scritto: Insomma, su, mettiamola cosi', la grande maggioranza degli atleti non ci tiene molto a vincere.
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D'altra parte la delusione nasce quando si ha la consapevolezza che, in questo contesto, non si è riusciti a dare il proprio massimo (caso Pilato).
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