laplaz ha scritto: ↑mar ago 16, 2022 11:20 am
Ogni forma di limitazione del diritto di voto ha sempre portato a dittature e regimi, quindi è abbastanza assodato che il suffragio universale sia uno dei fattori primari come argine verso qualsiasi genere di deriva autoritaria.
Pretendere che i votanti siano competenti in tutte le materie è una assurdità.
No, il suffragio universale non è un argine contro la dittatura - con il voto ristretto agli uomini, la democrazia funzionava regolarmente, per dire. L' autoritarismo non dipende da
quanti sono quelli che votano.
Si può, invece, sostenere che senza suffragio universale avremmo una qualche forma di oligarchia. Ma se escludere i minorenni o i malati mentali non è oligarchico, non si vede perchè debba esserlo escludere chi sia troppo ignorante in politica.
Non è che l' epistocrazia pretenda che i votanti siano competenti
su tutto. C' è solo la richiesta di un certo grado di competenza su questioni ben delimitate, e che l' elettore non sia un completo sprovveduto.
Tuttavia, come scrive Sabino Cassese (nella sua prefazione alla traduzione italiana di
Against Democracy):
La Costituzione italiana, all’articolo 48, pone accurati limiti a questa possibilità di ampliamento della epistocrazia, perché dispone che “il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicata dalla legge”. Esso, pur limitando le possibili limitazioni, apre due spiragli, quello della incapacità civile e quello della riserva di legge finale.
https://www.ilfoglio.it/politica/2018/0 ... ta-187983/
D' altra parte, come egli stesso riconosce:
anche la Costituzione italiana richiede l’abilitazione per l’esercizio delle professioni (articolo 33), dispone che l’accesso agli uffici pubblici avvenga sulla base dei requisiti stabiliti dalla legge (articolo 51), stabilisce il requisito del compimento di cinquant’anni per diventare presidente della Repubblica (articolo 84) e prevede l’accesso agli impieghi pubblici e alla magistratura previo superamento di un concorso (articoli 97 e 106). Ci si può chiedere perché si impongano questi requisiti per l’accesso a tante cariche e non ad altre.
Però, in definitiva:
La conclusione di queste osservazioni è che l’epistocrazia può operare come correzione della democrazia, come un suo limite, non al posto di essa, salvo tornare al suffragio limitato per livello di istruzione. Oggi il suffragio universale è il meccanismo principale per dare legittimità al governo e non se ne può fare a meno. Tuttavia, requisiti ulteriori di candidabilità possono essere disposti, insieme ad azioni positive che diano un contenuto al principio di eguaglianza in senso sostanziale, per rendere concreto l’articolo 3 della Costituzione, secondo il quale la Repubblica ha il compito di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono l’“effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese
Si può, tuttavia, domandare a Cassese cosa si debba fare se la rimozione di questi ostacoli diventa impossibile - come può succedere in una realtà ormai infinitamente più complessa di quella che esisteva nel 1948. Non è forse l' epistocrazia l' unico strumento oggi disponibile per garantire che l' elettorato sia sufficientemente preparato per esercitare il fondamentale diritto di voto in maniera consapevole?