Baker è uno degli esclusi. Non sono i suoi anni migliori. Purtroppo, quelli sono anni che hanno significato per diversi jazzisti periodi di eclisse più o meno lunga per motivi che ben conosciamo. In alcuni casi, abbiamo assistito a resurrezioni rapide e straordinarie vedi Lee Morgan ad esempio, in altri non è stato così, vedi Art Pepper.balbysauro ha scritto: ↑mar dic 12, 2023 12:03 am GIRONE H
Charles Mingus: Presents Charles Mingus (1960) 1
Wayne Shorter: Schizophrenia (1966) 5
Dizzy Gillespie: Gillespiana (1960) 3
domanda: ma Chet Baker un posticino non l'ha trovato?
o Kenny Burrell, ma magari il jazz alla chitarra piace solo a me
Per Baker sono molto meglio gli anni Cinquanta e poi i Settanta, la seconda metà, direi esaltante. Gli anni Ottanta sono altalenanti fino, purtroppo, alla tragica morte ad Amsterdam.
Aggiungo che ho cercato di privilegiare il più possibile gli elementi di novità dal punto di vista stilistico emersi nel decennio, che poi riflettevano il fermento sociale e politico in atto nella società americana.
Burrell potrebbe starci con alcuni titoli Blue Note e poi è stato un prezioso collaboratore di Jimmy Smith, il padre nobile dell'Hammond B3.
Ma, anche qui ho voluto dare più spazio alle innovazioni portate da altri suoi colleghi di strumento o che mi sono sembrati più al passo con i tempi.