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O le regole esistono, o non esistono.
Fatecelo sapere.
Perché francamente la vicenda della Roma ha ormai assunto connotati quasi ridicoli.
Quando le società di calcio hanno scelto di entrare in borsa hanno anche accettato di sottostare a delle regole che valgono (dovrebbero valere) per tutti.
Innanzi tutto la trasparenza.
Come è possibile che chiunque si possa affacciare in una Radio a parlare tranquillamente di voci e possibilità?
Senza il minimo ritegno. Ho visto improvvisati conduttori dilettanti (alcuni risulterebbero nullatenenti, quindi devono essere dilettanti per forza), abbracciare presunti acquirenti (poi scomparsi) in aeroporto. Come mai?
E le oscillazioni del titolo in borsa? Le voci sono messe in giro ad arte?
So che la Consob sta facendo i suoi rilievi. Bene.
Qualcuno magari agisce così per leggerezza, altri sanno bene quello che fanno.
Come è possibile che uno si alzi la mattina e decida di offrirsi come acquirente?
Se è vero che la Holding di famiglia doveva pagare una scadenza a Dicembre, cosa è successo?
Le banche avrebbero avuto la stessa pazienza con voi?
E se nessuno paga cosa succede?
Si parla tanto dello Stadio, bene: dove? Come? Chi lo costruisce? Dove è il progetto? La Juve è dietro lo stadio da tre anni, e ancora non ha risolto tutti i problemi.
Una società di calcio è un'azienda. Un'azienda come la Roma ha obblighi legali e morali, per quello che rappresenta per i suoi tifosi.
Vedere la situazione gestita così, ai tavoli da bar dei circoli, magari tra una mano di bridge e l'altra, fa molta tristezza.
E non depone bene per il futuro.
Per vincere ci vogliono due cose:
1) o uno molto, ma molto ricco
2) oppure una società sana, moderna, con manager in grado di programmare, fuori dalla borsa appena possibile, perché la volatilità legata alle chiacchere in una città come Roma è un suicidio.
Il futuro non passa da Spalletti o da Allegri, da Totti o dal mercato. Il futuro può essere solo un radicale cambiamento. Una profonda deprovincializzazione.
L'eventuale passaggio ad altri di un'azienda come la Roma non può venire trattato come la cessione di un albergo a Parco della Vittoria durante una partita di Monopoli.
Fabio Caressa (da Sky Sport)