Fraunz ha scritto:Florian, le cose adesso sono diverse. La storia si ripete, ma vale per tutte le categorie.
Ti faccio un esempio:
Tu asserici che negli anni 70 o giù di lì gli statali in media non facevano una cippa e vivevano nella cuccagna, ok?
Prendiamo questa definizione per buona.
Negli stessi anni il commerciante tipo evadeva bellamente il fisco (non sapeva manco cos'era lo scontrino!) e si comprava in pochi anni appartamenti da affittare allo statale di turno (che gli cedeva quindi parte dello stipendio) per campare di rendita.
Gli stessi appartamenti magari erano stati costruiti da imprenditori edili che in quel periodo si permettevano di costruire enormi palazzoni sulle colline delle città e di ricavare 10 volte l'investimento deturpando il paesaggio e creando dei quartieri formicaio praticamente esentasse.
Devo ora pensare che i commercianti e fli imprenditori siano tutti evasori fiscali?
In questo caso farebbe bene lo statale ad essere assenteista, se tanto le sue tasse servono a costruire ospedali, ponti scuole utilizzate anche dagli evasori chi glielo fa fare di produrre di più per ingrati simili?
Non vedrei come rimproverare il suo comportamento.
Io la vedo in maniera un po' diversa.
Conosco un sacco di gente che ha vissuto gli anni '60 e '70 e le cose non stavano esattamente così.
In quell'epoca, c'erano due categorie di persone.
Quelle che avevano voglia di lavorare e sapevano fare qualcosa e quelli che non volevano e/o non sapevano fare nulla.
I primi tendenzialmente si mettavano in proprio e facevano gli imprenditori o i liberi professionisti o facevano brillanti carriere nelle imprese private.
I secondi facevno gli impiegati pubblici (ovviamente non faccio riferimento all'èlite del pubblico impiego tipo professori universitari, prefetti, consiglieri di stato, ambasciatori, ma al medio pubblico dipendente).
Tra pubblici dipendenti e Stato c'era un patto tacito: tu lavori poco o non lavori per niente e io ti pago poco.
Nel 1970 con la creazione delle Regioni l'esercito dei pubblici dipendenti si moltiplicò....le Province dovevano essere abolite ma si moltiplicarono anche loro.
Negli anni '60 e '70, nonostante il pesante fardello del pubblico impiego, le cose funzionavano perchè, grazie all'enorme lavoro degli imprenditori (e non certo degli statali) l'economia cresceva molto, e ciò permetteva di mantenere anche gli statali.
Adesso l'economia non cresce più e il fardello non è più sopportabile; inoltre gli statali continuano a lavorare poco ma guadagnano più dei privati.
Insomma: i pubblici dipendenti dovevano (e devono tuttora) ringraziare ogni santo giorno l'imprenditore, perchè è solo grazie alla ricchezza prodotta da quest'ultimo (che, va ricordato, ogni giorno rischia i suoi soldi) che lo statale (che non rischia nulla per definizione) campa.
Ogni imprenditore mantiene sè stesso, i suoi dipendenti e un po' di statali.
Magari evade anche un po' il fisco, ma i suoi meriti (creazione della ricchezza che mantiene anche gli statali) sono nettamente superiori ai suoi demeriti (evasione fiscale, peraltro sempre più difficile e sempre meno possibile man mano che le dimensioni dell'azienda crescono).