Shakespeare ha scritto:Ah beh !
In italia va' fatta una riforma radicale da sempre, ridurli può essere una tappa, si spera solo una delle varie tappe. Ma almeno muoviamo qualcosa, o il sistema attuale lo trovi corretto ?
Io il sistema attuale non lo trovo corretto. Non mi è mai piaciuto e l'ho sempre detto e scritto qui.
Votai a favore delle riforme costituzionali di Berlusconi e delle riforme costituzionali di Renzi perché, piacessero o meno, ridisegnavano l'assetto dei poteri in maniera più organica, cercando di seguire un bilanciamento tra i poteri e cercando di formalizzare nuove prassi istituzionali rispetto a quelle ipotizzate in assemblea costituente nel 1948.
Questo referendum costituzionale non fa nulla di tutto ciò. Modifica esclusivamente un parametro (il numero dei parlamentari), senza prevedere controbilanciamenti a questa modifica. Per me andrebbe benissimo una riduzione dei parlamentari, però se non c'è un controbilanciamento a ciò che questo comporta, dubito della bontà di questa scelta.
Il potere che acquisiscono i singoli senatori con questa riforma, in un sistema bicamerale e fiduciario è enorme.
Oggi, con 315 senatori elettivi la maggioranza si regge su 3-4 Senatori. Con 200, fatte le proporzioni, diventano 2-3. Si sta creando un ambiente in cui pochi senatori avranno diritto di veto sulla fiducia al governo: per me è uno squilibrio che non viene ri-bilanciato da nulla, per come è previsto oggi.
Questo, tra l'altro, in un contesto con un numero di Senatori a vita che varia tra i 5 e i 7 (per cui, come già detto, il loro peso specifico aumenta) e con un sistema elettorale a liste bloccate (perciò senza una reale scelta degli elettori che potranno punire comportamenti sbagliati). Anzi, magari un senatore potrebbe fare un cambio di casacca proprio per essere ricandidato nella lista bloccata del suo "nuovo" partito.
Così com'è, l'unico risultato che vedo da questa riduzione è una potenziale ingovernabilità per crisi di governo che partiranno dal Senato, oppure un forte potere di ricatto da parte di piccolo gruppi al senato.