Università italiana

Dibattito sulla vita sociale, sui problemi politici e sui microchip nei vaccini
Garfield-gnam2
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Messaggio da Garfield-gnam2 »

Notaio, Chirurgo, Farmacista, ad libutum

È facile diventarlo? l'università é aperta ai meritevoli o ai figli dei figli e ai raccomandati? vogliamo far diventare tutte le università così? va bene....
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alcol
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Messaggio da alcol »

Garfield-gnam2 ha scritto:Notaio, Chirurgo, Farmacista


:o
ma parli di facoltà o di professioni?
farmacia, nei secoli dei secoli, è stata a numero APERTO.solo ora nel dopo-bersani l'hanno ristretta per ECCESSO DI ISCRIZIONI in alcune città dopo il boom delle parafarmacie

io l'ho fatta, più di così...te lo do per CERTO.e il lavoro proprio non manca, cercano farmacisti OVUNQUE (ieri ho ricevuto una proposta di lavoro per MANTOVA,renditi conto), ci sono migliaia di annunci dappertutto.
se poi mi dici che fare il titolare è impossibile, non hai ragione comunque(gli investimenti in danari sono gli stessi di un qualsiasi altro che voglia mettersi in proprio, non è che se fai l'ingegnere compri una ditta con 2 lire,farmacia grossa tanti soldi,farmacia di paese moooolti meno).ma la facoltà non c'entra 'na cippa.e atteniamoci a quella.

NOTAIO idem, che giurisprudenza è facoltà solo per raccomandati?
che poi la professione di notaio abbia le caratteristiche di casta, potremmo discuterne.ma la facoltà c'entra 'na cippa di nuovo
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Messaggio da alcol »

Garfield-gnam2 ha scritto:Notaio, Chirurgo, Farmacista, ad libutum

È facile diventarlo? l'università é aperta ai meritevoli o ai figli dei figli e ai raccomandati? vogliamo far diventare tutte le università così? va bene....


che poi, dai fa sorridere...

è inutile che ti nascondi con "è inutile è inutile"...

la casta dei filosofi???
la casta degli storici?
degli egittologi?
dei letterai moderni?

:lol:

grillo andrà in piazza contro la lobby degli archeologi?

:lol:
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alessandro
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Messaggio da alessandro »

DOSSIER. Una giornata con le aziende a caccia di talenti.
Alla Luiss il "career day" con i laureati e con 115 imprese internazionali
Le multinazionali: "Questi italiani
bamboccioni poco intraprendenti"
di LUISA GRION

<B>Le multinazionali: "Questi italiani<br>bamboccioni poco intraprendenti"</B>
ROMA - Non sanno l'inglese, hanno poche idee piuttosto confuse e scarsa capacità propositiva: sì, in fondo i ragazzi italiani sono davvero un po' "bamboccioni". Le aziende internazionali che hanno a che fare con i nostri neolaureati danno ragione a Tommaso Padoa-Schioppa che quando utilizzò quel termine, qualche mese fa, scatenò risentimenti e polemiche in più di una generazione. Ma a sentire chi gira le università a caccia di nuovi talenti l'analisi dell'allora ministro dell'Economia non era del tutto sbagliata.
....

"Valutiamo bene l'Erasmus, certo, ma ci piace molto anche sapere se i ragazzi cercano di cavarsela da soli, magari facendo i baristi o i camerieri, possibilmente all'estero, per mantenersi agli studi. Lo riteniamo un ottimo avvio alla "gestione clienti"...

E la preparazione com'è? Era decisamente migliore quando c'era il corso di laurea tradizionale. "Con il 3 più 2 di adesso si è perso in teoria e non si è guadagnato in pratica"

http://www.repubblica.it/2005/j/sezioni ... luiss.html
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Messaggio da Nickognito »

alcol ha scritto:
Ombra84 ha scritto:Nella mia Università( L orientale di Napoli) c'è un ottimo apprendamento delle lingue straniere( ad eccezione dell Inglese): poi è chiaro che se vuoi spraticarti devi andare a fare esperienza all' estero.


apprendamento, spraticarti? :lol: :lol:

l'università italiana è troppo distante dal mondo del lavoro.fine del topic.

ah no, un'altra cosa:bisogna sempre lasciare con una proposta...aboliamo metà delle facoltà umanistiche.non se ne può più di egittologi e affini.
numero chiuso, tutti gli altri a fare facoltà scientifiche.per il bene di tutti noi.

siamo pieni di: Disciplinati in Arti Musica Spettacolo (DAMS), filosofi, letterai moderni e antichi, storici, egittologi, archeologi, scienziati della comunicazione.... e cosa ne consegue?che in italia uno su tre fa il giornalista.basta, pietà.


che si favorisca pure in qualche modo chi fa i lavori piu' utili (dallo scienziato allo spazzino) ma questi discorsi mi lasciano basito. Non siamo in un regime comunista, che so. Io spero di vivere in un paese dove ognuno è libero di fare quello che vuole. Ed è libero di studiare, lavorare poco, o fare il lavoro che gli piace. E' libero di pensare che è meglio essere colti e poveri che fare un lavoro che rende ricco noi e il paese.
Ovviamente si puo' essere liberi di pensare anche l'opposto, ma questi discorsi di regime in cui lo stato decide che tipo di vita deve avere l'individuo, per il benessere economico comune, mi spaventano un po'.

C'è bisogno di ingegneri e non di egittologi? bene, date aiuti economici solo a chi fa ingegneria. Ma se uno vuole fare l'egittologo, o anche 20 milioni di persone vogliono fare l'egittologo, che lo facciano.

c.
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Messaggio da Nickognito »

alcol ha scritto:inutile spiegarvelo.

chi ha davvero la passione ed è portato, sarà in grado certamente di rientrare nel numero chiuso.

adesso vorrete mica dirmi che tutti gli studenti degli atenei umanistici sono lì per pura passione?io dico che almeno un terzo lo fa perchè è la via più facile per divertirsi 5-6-7(anche 10) anni e ritrovarsi dottori.notare che non ho detto tutti.e notare che ho detto di metterle a numero chiuso,non di bruciarle.


e allora? uno non è libero di divertirsi? Lo stato deve forse costringermi a non passare i miei 20 anni a divertirmi, se mi va?

magari io voglio divertirmi finché non finisco i soldi, e poi suicidarmi, e questo lo preferisco a lavorare come un mulo per 80 anni giorno e notte. Saranno affari miei. Lo stato puo' incoraggiare una condotta che ritiene sia migliore per il bene comune, ma finisce lì. Non puo' impedirmi di vivere la vita che voglio.
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Messaggio da Nickognito »

alcol ha scritto:
Garfield-gnam2 ha scritto:Cioé deve essere un problema di chi se il lauerato dopo 10 anni di cazzeggio non trova lavoro??? mio? Della Facoltà? del mondo del lavoro? se uno vuole perdere gli anni migliori della sua vita li perda... ci penserà poi la domanda di posti di lavoro a fare la cernita.


ecco, appunto.
quindi le parole disoccupazione giovanile, precariato,...sono un modo che ha la società di autoregolarsi?curioso allora come siano al centro della vita del nostro paese (nostro comprende anche voi, anche se pare che alcuni di voi abbiano una certa avversione per lo stato e le sue regole)


ma che c'entra? il problema della disoccupazione c'è perché la gente brava che vuole lavorare non trova lavoro. Nessuno si lamenta del problema di chi non vuole fare nulla. Lui è normale che non trovi lavoro, e saranno affari suoi. La società non sa autoregolarsi? Pazienza, non si regolerà, sempre meglio di una dittatura che mi dice che lavoro fare, e quando farlo, e come farlo.

c.
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Messaggio da alessandro »

be', un laureato costa decine di migliaia di euro allo stato.
le tasse universitarie sono briciole confronto ai costi reali.

lo stato fa un investimento per avere un ritorno per la comunita'.

e' scritto anche nella costituzione che ognuno deve collaborare per il benessere della societa'. ( secondo le proprie possibilita', capacita' e inclinazioni, o qualcosa del genere).

il numero chiuso non e' una cattiva idea.

incentivi economici... non so.

perche' che incentivo economico maggiore c'e' nel dire: se fai chimica avrai probabilmente un buon posto di lavoro se farai filosofia sarai probabilmente disoccupato?

in alcuni stati, c'e' un agrandissima selezione all'ingresso e chi entra e poi esce dall'universita' e' preparato e avra' un grande futuro.
questo e' stimolante. si pensi al giappone o agli USA.

da noi entrano tutti, tanti non la finiscono l'universita'.
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Messaggio da BackhandWinner »

Nickognito ha scritto:che si favorisca pure in qualche modo chi fa i lavori piu' utili (dallo scienziato allo spazzino) ma questi discorsi mi lasciano basito. Non siamo in un regime comunista, che so. Io spero di vivere in un paese dove ognuno è libero di fare quello che vuole. Ed è libero di studiare, lavorare poco, o fare il lavoro che gli piace. E' libero di pensare che è meglio essere colti e poveri che fare un lavoro che rende ricco noi e il paese.
Ovviamente si puo' essere liberi di pensare anche l'opposto, ma questi discorsi di regime in cui lo stato decide che tipo di vita deve avere l'individuo, per il benessere economico comune, mi spaventano un po'.

C'è bisogno di ingegneri e non di egittologi? bene, date aiuti economici solo a chi fa ingegneria. Ma se uno vuole fare l'egittologo, o anche 20 milioni di persone vogliono fare l'egittologo, che lo facciano.
c.


Nickognito ha scritto:
alcol ha scritto:inutile spiegarvelo.

chi ha davvero la passione ed è portato, sarà in grado certamente di rientrare nel numero chiuso.

adesso vorrete mica dirmi che tutti gli studenti degli atenei umanistici sono lì per pura passione?io dico che almeno un terzo lo fa perchè è la via più facile per divertirsi 5-6-7(anche 10) anni e ritrovarsi dottori.notare che non ho detto tutti.e notare che ho detto di metterle a numero chiuso,non di bruciarle.


e allora? uno non è libero di divertirsi? Lo stato deve forse costringermi a non passare i miei 20 anni a divertirmi, se mi va?

magari io voglio divertirmi finché non finisco i soldi, e poi suicidarmi, e questo lo preferisco a lavorare come un mulo per 80 anni giorno e notte. Saranno affari miei. Lo stato puo' incoraggiare una condotta che ritiene sia migliore per il bene comune, ma finisce lì. Non puo' impedirmi di vivere la vita che voglio.


E' esplosa la supernova Nickognito in questo topic :)

Queste considerazioni qui sopra non fanno una piega, evidentemente.
Però è chiaro che, dal punto di vista delle politiche sull'Università, bisogna tener conto di certi fenomeni sociali: e favorire in tutti i modi le facoltà scientifiche per evitare il declino assoluto.
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Messaggio da Nickognito »

allora. Io ho fatto filosofia a Firenze.

Che numero chiuso vuoi mettere? non ho mai trovato un aula piena, vuoi fare le aule grandi 4 metri per 4, perché lo stato risparmi? E' un edificio grande poco piu' di casa mia, dove a parte gli insegnanti lavorano piu' o meno due dipendenti. Col numero chiuso che ci guadagni? Certo, puoi chiuderla e mandare i fiorentini a studiare a bologna, così ci vanno solo i volenterosi (ricchi, o pagati dallo stato per studiare fuori sede).

Io voglio uno stato che sprechi soldi perché uno possa farsi una cultura che non dà nessun ritorno economico al paese. Voi no? Bene, voteremo cose diverse :)

A me non interessa vivere in uno dei 20 paesi piu' ricchi del mondo. Mi interessa vivere in un paese dove le persone hanno un buono sviluppo culturale, anche. Fine a se stesso, non finalizzato al lavoro. L'economia italiana in questo modo va peggio? Pazienza. Va peggio per tanti altri motivi che in cambio non danno alcun vantaggio, risolviamo prima quelli.

Piu' che altro io farei una campagna informativa che fa capire le conseguenze delle proprie azioni. Fai studi che non danno sbocchi lavorativi? Ok, fai capire al ventenne che sarà povero e probabilmente farà un lavoro che non gli piace. Con questa consapevolezza, il ventenne faccia quello che gli pare.

Poi sarei anche il primo a eliminare la metà dei giornalisti e piu' o meno tutti i critici di qualunque disciplina. Ma se ci guadagnano, che facciano pure il loro lavoro. Per me chi fa il tecnico negli studi di canale 5 per 'Amici' fa un danno al paese, ma mica gli impedisco di farlo, ovviamente. Faccia quello che vuole e la gente guardi quello che vuole.

Lo stato italiano, se la gente pagasse le tasse e nessuno lavorasse a nero, sarebbe uno stato dove si vive benissimo. Studiando fino a 30 anni, lavorando meno di un tedesco, vivendo di espedienti, ma si vivrebbe benissimo, senza queste illegalità.

Sto facendo un lavoro che non c'entra nulla con i miei studi e lo faccio bene. Sono pagato poco ma a me va bene così, si sopravvive, e sopravviverei anche con una famiglia piu' povera alle spalle. Non vorrei il doppio dello stipendio e non aver avuto la possibilità di perder tempo a studiare. Preferisco guadagnare meno, andare in un altro paese quando ho bisogno del dentista, e avere avuto l'opportunità di studiare, e anche di fare le mie scelte errate. So che uno stato piu' oppressivo avrebbe un bilancio migliore, ma non mi interessa.

c.
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Messaggio da alessandro »

ma va benissimo, servono anche i fislosofi, servono gli scrittori i poeti etc..
fino a ceh sono in 4 va benissimo.

e' se ci sono 100 filosofi e 4 informatici che non va piu' bene.
te lo dice uno ceh ah fatto Psicologia, facolta' assolutamente senza sbocchi precisi.
Fantastica perche erano tutte ragazze, ma a parte questo, non so quanti arrivano in fondo e quanti faranno gli psicologi veramente.
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Messaggio da Nickognito »

backhand, io sono d'accordo nel favorire le università piu' utili (ma anche le imprese piu' utili, soprattutto).

Il problema dell'Italia, o uno dei, è che le imprese si occupano di prodotti che non rendono abbastanza (se faccio scarpe non d'alta moda, la resa di 10 italiani che lavorano nell'azienda è un tot, se faccio alta tecnologia, a parità di lavoro, il paese guadagna 40 volte di piu')

E certo, anche che chi studia non studia cose che poi saranno redditizie per lui e il paese.

Posso quindi incoraggiare imprenditori e studenti ad andare in una certa direzione. Piu' gli imprenditori degli studenti, direi. Perché , di solito, un imprenditore vuole guadagnare (e farà ciò che gli fa guadagnare di più), uno studente magari no.

Ma il problema non è incoraggiare a fare certe facoltà piuttosto che altre: ben d'accordo. Il problema è: imporlo? o solo incoraggiare, ma poi, ognuno fa quel che vuole?

Io sono liberale, e vorrei un paese dove tutti siano liberi di fare l'egittologo, di diventarlo, o anche di fallire.
Allo stesso modo, vorrei un paese che inviti tutti a tenersi in salute (e spendere meno in sanità pubblica) ma non un paese che mi obbliga a non bere vino o caffè, o fumare, e mi porta a correre se sono obeso, scortato dalla polizia che mi controlla. Voglio un paese dove ognuno è libero di rovinarsi la vita e la salute, e che ci rimetta anche dei soldi a curare poi quelle persone.

Poi, certo, spero che non succeda così. Ma certe libertà valgono bene la perdita di un po' di soldi. E parlo non solo delle libertà di fare cose belle e piu' utili dei soldi. Ma anche della libertà di sbagliare.

Lo stato dia i suoi giusti indirizz, favorisca certe direzioni, ma non imponga. Imponga piuttosto il rispetto delle leggi, di pagare le tasse, di lavorare con contratto regolare, in condizioni sanitarie legali, e così via. E sul resto faccia anche molta campagna informativa. Ma senza imposizioni. Per chi vive come si vive in Italia, dove si va in vacanza ogni weekend, e non si muore di fame, certe libertà valgono piu' del benessere economico.

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Messaggio da Nickognito »

alessandro ha scritto:ma va benissimo, servono anche i fislosofi, servono gli scrittori i poeti etc..
fino a ceh sono in 4 va benissimo.

e' se ci sono 100 filosofi e 4 informatici che non va piu' bene.


perché va bene se ci sono 10 milioni di obesi?

no.

e che fai? puoi impedire l'apertura di fast food davanti alle scuole.

ma non puoi impedirmi di ingozzarmi come e quando mi pare.

se 100 filosofi vogliono vivere in una botte, sono affari loro. Lo stato organizza la vita dei cittadini fino a un certo punto, siamo prima di tutto uomini, poi siamo italiani.

Oh, io sono d'accordo che non va bene. Ma voglio lasciare la libertà di sbagliare.

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Messaggio da alessandro »

per "amici", e' l'unica trasmissione che non sono mai riuscito a guardare.
ci ho provato, volevo capire cosa avesse che attirasse tanta gente, ma null ada fare.
al massimo 4 secondi, e' oltre le mie possibilita'.
avrei dovuto adottare l'apparato di Arancia Meccanica :D

ma credo che il guaio non e' che c'e' Amici, e' che se giri canale trovi L'Italia sul due o il Tg4
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Messaggio da alessandro »

Nickognito ha scritto:Oh, io sono d'accordo che non va bene. Ma voglio lasciare la libertà di sbagliare.


si ma solo a 4 non a 100 :D

e allora perche' non organizzano dei corsi per tennisti professionisti gratuiti?
va be, sono incapace, inadatto fisicamente, scoordinato. Ma non posso fare scelte sbagliate?
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Messaggio da Nickognito »

era per fare un esempio di gente che fa lavori dannosi per il paese, che pure non dovrebbero essere proibiti per legge :)
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alcol ha scritto:
Garfield-gnam2 ha scritto:Notaio, Chirurgo, Farmacista


:o
ma parli di facoltà o di professioni?
farmacia, nei secoli dei secoli, è stata a numero APERTO.solo ora nel dopo-bersani l'hanno ristretta per ECCESSO DI ISCRIZIONI in alcune città dopo il boom delle parafarmacie

io l'ho fatta, più di così...te lo do per CERTO.e il lavoro proprio non manca, cercano farmacisti OVUNQUE (ieri ho ricevuto una proposta di lavoro per MANTOVA,renditi conto), ci sono migliaia di annunci dappertutto.
se poi mi dici che fare il titolare è impossibile, non hai ragione comunque(gli investimenti in danari sono gli stessi di un qualsiasi altro che voglia mettersi in proprio, non è che se fai l'ingegnere compri una ditta con 2 lire,farmacia grossa tanti soldi,farmacia di paese moooolti meno).ma la facoltà non c'entra 'na cippa.e atteniamoci a quella.

NOTAIO idem, che giurisprudenza è facoltà solo per raccomandati?
che poi la professione di notaio abbia le caratteristiche di casta, potremmo discuterne.ma la facoltà c'entra 'na cippa di nuovo



Alcol ma fai davvero o stai pazzian???

No perchè inizio a preoccuparmi TI HO FATTO ESEMPI DI FACOLTà e/o PROFESSIONI A NUMERO CHIUSO DOVE SE NON SEI RACCOMANDATO NON VAI AVANTI....fai a numero chiuso tutte le università e alla laurea ci arrivano il 90% di raccomandati e il 10% di meritevoli, ma uno non può scegliersi quello che vuole? proprio non capisco. Il numero chiuso servirebbe solo a rendere vivibile l'università e basta, per evitare cose che son successe a me come andare a sentire lezioni nei cinema sparsi per roma ma a questo si può ovviare pure creando delle strutture degne, non c'é bisogno di privare ragazzi di fare quello che vogliono.
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Messaggio da BackhandWinner »

alessandro ha scritto:ma va benissimo, servono anche i fislosofi, servono gli scrittori i poeti etc..
fino a ceh sono in 4 va benissimo.

e' se ci sono 100 filosofi e 4 informatici che non va piu' bene.
te lo dice uno ceh ah fatto Psicologia, facolta' assolutamente senza sbocchi precisi.
Fantastica perche erano tutte ragazze, ma a parte questo, non so quanti arrivano in fondo e quanti faranno gli psicologi veramente.


Lasciamo stare i filosofi, và, che forse sono l'esempio meno adatto.
Sembrano avere una potenzialità di conversione molto più alta di tanti altri laureati. Un mio amico (mio cugggino:)), laureatosi con una tesi sulla conoscenza di sé in Platone (filosofia antica), adesso è programmatore e istallatore di reti wireless su piattaforme Linux. Gli è bastato un corso FSE di 9 mesi (frequentato in maggioranza da Ingegneri, tra l'altro).

Pensiamo piuttosto a certe lauree che sembrano un'introduzione (con approfondimento, nei casi più gravi) all'anti-pensiero. La negazione dell'Università, 'Chiesa della Ragione' come diceva il beneamato Pirsig.
E non pensate solo ai famigerati Dams o Scienze delle Merendine (nome ufficioso a BO per Comunicazione); prendete anche Giurisprudenza, dove spesso sembra che si venga premiati se ci si rifiuta di pensare.

"Tutto, vi prego, sopporto tutto, basta che non mi fate pensare, farmi domande, pormi dei dubbi, tentare di capire quello che sto facendo. No, vi prego, questo NO."
Ultima modifica di BackhandWinner il sab mag 31, 2008 10:33 pm, modificato 2 volte in totale.
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Messaggio da Nickognito »

alessandro ha scritto:
Nickognito ha scritto:Oh, io sono d'accordo che non va bene. Ma voglio lasciare la libertà di sbagliare.


si ma solo a 4 non a 100 :D

e allora perche' non organizzano dei corsi per tennisti professionisti gratuiti?
va be, sono incapace, inadatto fisicamente, scoordinato. Ma non posso fare scelte sbagliate?


Le cure per il corpo vengono pagate, si potrebbe pagar qualcosa anche per il corpo dando sostegni per attività benefiche. (come puo' essere anche lo sport)
Lo stato già si occupa di questo ed è giusto che paghi per la salute dello spirito, allo stesso modo, una certa quota. Entro certi limiti , certo. La mia impressione è che l'università abbia costi insostenibili per mancanza di efficienza, non perché io le costo tanto.

E che costi meno delle ferrovie. La gente ha bisogno di spostarsi (per lavoro e non) ma anche di studiare (per lavoro e non)

c.
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Messaggio da giovanna »

Io sono liberale, e vorrei un paese dove tutti siano liberi di fare l'egittologo, di diventarlo, o anche di fallire.
Allo stesso modo, vorrei un paese che inviti tutti a tenersi in salute (e spendere meno in sanità pubblica) ma non un paese che mi obbliga a non bere vino o caffè, o fumare, e mi porta a correre se sono obeso, scortato dalla polizia che mi controlla. Voglio un paese dove ognuno è libero di rovinarsi la vita e la salute, e che ci rimetta anche dei soldi a curare poi quelle persone.

Poi, certo, spero che non succeda così. Ma certe libertà valgono bene la perdita di un po' di soldi. E parlo non solo delle libertà di fare cose belle e piu' utili dei soldi. Ma anche della libertà di sbagliare.

Lo stato dia i suoi giusti indirizz, favorisca certe direzioni, ma non imponga. Imponga piuttosto il rispetto delle leggi, di pagare le tasse, di lavorare con contratto regolare, in condizioni sanitarie legali, e così via. E sul resto faccia anche molta campagna informativa. Ma senza imposizioni. Per chi vive come si vive in Italia, dove si va in vacanza ogni weekend, e non si muore di fame, certe libertà valgono piu' del benessere economico.



Eccellente :o :D Tutto quello che ho sempre pensato e non ho mai avuto il coraggio di dire :lol: :lol:
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Messaggio da BackhandWinner »

Nickognito ha scritto:backhand, io sono d'accordo nel favorire le università piu' utili (ma anche le imprese piu' utili, soprattutto).

Il problema dell'Italia, o uno dei, è che le imprese si occupano di prodotti che non rendono abbastanza (se faccio scarpe non d'alta moda, la resa di 10 italiani che lavorano nell'azienda è un tot, se faccio alta tecnologia, a parità di lavoro, il paese guadagna 40 volte di piu')

E certo, anche che chi studia non studia cose che poi saranno redditizie per lui e il paese.

Posso quindi incoraggiare imprenditori e studenti ad andare in una certa direzione. Piu' gli imprenditori degli studenti, direi. Perché , di solito, un imprenditore vuole guadagnare (e farà ciò che gli fa guadagnare di più), uno studente magari no.

Ma il problema non è incoraggiare a fare certe facoltà piuttosto che altre: ben d'accordo. Il problema è: imporlo? o solo incoraggiare, ma poi, ognuno fa quel che vuole?

Io sono liberale, e vorrei un paese dove tutti siano liberi di fare l'egittologo, di diventarlo, o anche di fallire.
Allo stesso modo, vorrei un paese che inviti tutti a tenersi in salute (e spendere meno in sanità pubblica) ma non un paese che mi obbliga a non bere vino o caffè, o fumare, e mi porta a correre se sono obeso, scortato dalla polizia che mi controlla. Voglio un paese dove ognuno è libero di rovinarsi la vita e la salute, e che ci rimetta anche dei soldi a curare poi quelle persone.

Poi, certo, spero che non succeda così. Ma certe libertà valgono bene la perdita di un po' di soldi. E parlo non solo delle libertà di fare cose belle e piu' utili dei soldi. Ma anche della libertà di sbagliare.

Lo stato dia i suoi giusti indirizz, favorisca certe direzioni, ma non imponga. Imponga piuttosto il rispetto delle leggi, di pagare le tasse, di lavorare con contratto regolare, in condizioni sanitarie legali, e così via. E sul resto faccia anche molta campagna informativa. Ma senza imposizioni. Per chi vive come si vive in Italia, dove si va in vacanza ogni weekend, e non si muore di fame, certe libertà valgono piu' del benessere economico.

c.


D'accordissimo, mi va bene favorire certi tipologie di studio, ci mancherebbe imporle (non credo che qui nessuno sostenga questa tesi estrema e assurda).

L'esempio delle scarpe (alta moda o non alta moda) mi fa venire in mente anche un altro flagello italiota: la retorica idiota dell'italiano 'creativo', che dovrebbe fare della moda la sua industria di punta. Mentre chimica e informatica vanno (sono già andate) a puttàne.
Tutti fighetti impomatati alla Valentino o modaioli scemi alla Dolce&Gabbana. Ma per favore, siamo anche (e soprattutto) la patria di Galileo, Volta, Marconi, Mattei e Rubbia, perdio.
(scusate lo sfogo, lievemente OT :))
Ultima modifica di BackhandWinner il dom giu 01, 2008 1:16 am, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da floyd10 »

Nickognito ha scritto:...
...
...

c.


Quoto.

Quantomeno preoccupante, se non imbarazzante, la considerazione data alla facoltà più importante di tutte, non a detta di floyd ma di Kant, il quale però, ahi lui, non era un ingegnere, e né un informatico.
alcol ha scritto: floyd l'ubriaco dall'occhio bigio?
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floyd10 ha scritto:
Nickognito ha scritto:...
...
...

c.


Quoto.

Quantomeno preoccupante, se non imbarazzante, la considerazione data alla facoltà più importante di tutte, non a detta di floyd ma di Kant, il quale però, ahi lui, non era un ingegnere, e né un informatico.


Cioè la facoltà dell'intelletto: mah, pare che nessuno qui l'abbia in scarsa considerazione ...:)
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Messaggio da floyd10 »

BackhandWinner ha scritto:
floyd10 ha scritto:
Nickognito ha scritto:...
...
...

c.


Quoto.

Quantomeno preoccupante, se non imbarazzante, la considerazione data alla facoltà più importante di tutte, non a detta di floyd ma di Kant, il quale però, ahi lui, non era un ingegnere, e né un informatico.


Cioè la facoltà dell'intelletto: mah, pare che nessuno qui l'abbia in scarsa considerazione ...:)


Quella mica era la più importante per Kant, o si? :roll: :P
alcol ha scritto: floyd l'ubriaco dall'occhio bigio?
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Messaggio da Nickognito »

beh, mettere il numero chiuso e eliminare certe facoltà significa imporre

intendiamoci, uno puo' studiare anche per conto suo, e se vado a una lezione universitaria nessuno controlla che sono iscritto. Ma qua sembra che nella storia dell'uomo conti solo la bottega dell'idraulico di Epicuro, e non la scuola di Epicuro. In altri tempi si faceva l'errore opposto, magari.

Ma il problema non è che per alcune persone i soldi sono tutto, è che per alcune persone lo stato deve pensare solo all'economia, e al resto ci pensiamo noi. Per cui anche la scuola deve servire solo al lavoro successivo, perché all'educazione ci pensiamo da soli.

Io non la penso così, penso che lo stato ci deve aiutare in tutto, e in tutto poi dobbiamo fare anche la nostra parte.

Per me non insegnare filosofia alla maggioranza degli adolescenti è un delitto grave come la disoccupazione giovanile. Per non parlare dello spirito: o sei cattolico e trovi preti di solito retrivi e incapaci, o ti affidi a qualche setta pseudoorientale o corsino sega moderno, oppure , per lo piu', pensi che la formazione spirituale di un individuo venga così, per natura, senza che nessuno se ne occupi.

Io non amo le università e la loro storia, che secondo me ha trasformato e continua a trasformare ogni conoscenza in 'storia di qualcosa', e non in qualcosa di vissuto (se non per le discipline piu' tecniche, per fortuna). Ma che si studi solo in vista di un lavoro mi sembra un obbrobrio. Non che non serva, eh, anche quello.

Studiare solo in vista del lavoro ha la stessa bellezza, utilità, ed apertura mentale di chi fa l'amore solo per fare figli.

L'unica cosa su cui concordo è che, beh, al momento che vuoi fare figli, è inutile che ci provi col preservativo, e, che so, se fai un corso di studi per un dato lavoro, è inutile che ti insegnino altro, in quell'occasione.

c.
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Messaggio da floyd10 »

Nickognito ha scritto:beh, mettere il numero chiuso e eliminare certe facoltà significa imporre

intendiamoci, uno puo' studiare anche per conto suo, e se vado a una lezione universitaria nessuno controlla che sono iscritto. Ma qua sembra che nella storia dell'uomo conti solo la bottega dell'idraulico di Epicuro, e non la scuola di Epicuro. In altri tempi si faceva l'errore opposto, magari.

Ma il problema non è che per alcune persone i soldi sono tutto, è che per alcune persone lo stato deve pensare solo all'economia, e al resto ci pensiamo noi. Per cui anche la scuola deve servire solo al lavoro successivo, perché all'educazione ci pensiamo da soli.

Io non la penso così, penso che lo stato ci deve aiutare in tutto, e in tutto poi dobbiamo fare anche la nostra parte.

Per me non insegnare filosofia alla maggioranza degli adolescenti è un delitto grave come la disoccupazione giovanile. Per non parlare dello spirito: o sei cattolico e trovi preti di solito retrivi e incapaci, o ti affidi a qualche setta pseudoorientale o corsino sega moderno, oppure , per lo piu', pensi che la formazione spirituale di un individuo venga così, per natura, senza che nessuno se ne occupi.

Io non amo le università e la loro storia, che secondo me ha trasformato e continua a trasformare ogni conoscenza in 'storia di qualcosa', e non in qualcosa di vissuto (se non per le discipline piu' tecniche, per fortuna). Ma che si studi solo in vista di un lavoro mi sembra un obbrobrio. Non che non serva, eh, anche quello.

Studiare solo in vista del lavoro ha la stessa bellezza, utilità, ed apertura mentale di chi fa l'amore solo per fare figli.


Oh yes.
Io francamente tutte queste cose non le ho scritte perché ne ho parlato talmente tanto con tanta gente, e la risposta è sempre stata talmente deludente, che spesso mi era preso un po' di sconforto. E più che altro sapevo che tanto le avresti scritte te. :P


Nickognito ha scritto:L'unica cosa su cui concordo è che, beh, al momento che vuoi fare figli, è inutile che ci provi col preservativo, e, che so, se fai un corso di studi per un dato lavoro, è inutile che ti insegnino altro, in quell'occasione.

c.


:D :D :D
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Messaggio da Nickognito »

floyd10 ha scritto:
Oh yes.
Io francamente tutte queste cose non le ho scritte perché ne ho parlato talmente tanto con tanta gente, e la risposta è sempre stata talmente deludente, che spesso mi era preso un po' di sconforto.


è spesso difficile apprezzare ciò che non si è mai sperimentato, normale che la risposta sia deludente :-)

non vedo cos'abbia da lamentarmi sull'università. E' stato il fallimento della mia vita, e ciò nonostante mi ha dato tantissimo. Meglio di così. (e tranquilli che ho pagato piu' io allo stato che lo stato a me, nel mio corso di studi)

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Messaggio da alcol »

chissà se un giorno riuscirò a farmi un giro sulla vostra nuvoletta in cui tutti studiano per passione, vivono d'aria e amore, convinti di non avere nessuna responsabilità se il mondo intanto va a rotoli.basta un bel forum, un gruppo di persone a cui dispensare il proprio senso di superiorità, e la vita sì, come è bella.

:)

abbandonerei il mio povero mondo gretto e cinico, dove la maggior parte sceglie la facoltà per esclusione, moda o facilità, la finisce in ritardo e con disgusto e se non trova lavoro (o, il più delle volte, non lo considera alla sua altezza)impreca contro lo stato, il destino e i raccomandati.

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alcol ha scritto:chissà se un giorno riuscirò a farmi un giro sulla vostra nuvoletta in cui tutti studiano per passione, vivono d'aria e amore, convinti di non avere nessuna responsabilità se il mondo intanto va a rotoli


ho lavorato tutta la notte e bene. ho guadagnato i miei 50 euro per averlo fatto. Mi bastano per vivere, e non mando il mondo a rotoli per questo. Intanto, continuo a vivere sulla mia nuvoletta.

Non salvo il mondo, no, se lo fai tu che Dio te ne renda merito.

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Messaggio da alcol »

eh, salvare il mondo, magari.

pensavo solo a come, per necessità, un paese potrebbe cercare senza imporre di favorire certe facoltà o certe professioni.
ma mi rendo conto di quanto ciò manchi di poesia.
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Messaggio da Nickognito »

alcol ha scritto:aboliamo metà delle facoltà umanistiche..


questa è la tua proposta.

se avessi detto 'cercare di favorire università scientifiche senza imporre nulla a nessuno, e che ognuno faccia l'egittologo, se crede', nessuno ti avrebbe risposto così.

Sempre che l'italiano, anche fuori dal lavoro, serva a qualcosa, e se non è stato già abolito anche quello.

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Messaggio da alcol »

Nickognito ha scritto:
alcol ha scritto:aboliamo metà delle facoltà umanistiche..


questa è la tua proposta.

se avessi detto 'cercare di favorire università scientifiche senza imporre nulla a nessuno, e che ognuno faccia l'egittologo, se crede', nessuno ti avrebbe risposto così.

Sempre che l'italiano, anche fuori dal lavoro, serva a qualcosa, e se non è stato già abolito anche quello.

c.


ho usato toni un po' forti, ma poi mi sono ampiamente spiegato...numero chiuso, agevolazioni alle scientifiche...etc..

non intendevo certo un azione dell'esercito o cancellare i corsi di studio.

curioso che chi si vanta di mentalità aperta, intellettualismo,etc...poi in certi casi vada con il bilancino a pesare le parole.

poi morta lì eh, tanto si discute di cose che resteranno immobili per almeno altri 50 anni.
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Messaggio da Nickognito »

sì, hai precisato che non ne puoi piu' di egittologi e che vuoi il numero chiuso in facoltà dove in grandi città a volte ci stanno 20 persone per aula.

se non è un'imposizione il numero chiuso dimmi te cosa lo è. L'esercito almeno cercherebbe di mandar via gli studenti, col numero chiuso nemmeno entri.

Comunque, non siamo d'accordo. Io penso che l'Università serva anche per il lavoro, e anche molto per altro. Tu sembra di no. Per cui io non voglio finalizzare l'università al lavoro, e non solo, e tu sembra di sì. Abbiamo opinioni diverse sul bene del paese.



c.
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Messaggio da Garfield-gnam2 »

Ma magari ci guidassero dei filosofi, ma quelli veri, non alla Buttiglione.
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Messaggio da alcol »

Nickognito ha scritto:in grandi città a volte ci stanno 20 persone per aula.



un giorno che capiti a Torino, fai un giro a Palazzo Nuovo.
è un'esperienza unica, soprattutto verso ottobre/novembre :)
20 persone sono quelle che calpesti perchè non riesci neanche a salire la gradinata per entrare. :lol:
cinema da 500 posti trasformati in aule d'emergenza e gente ancora in piedi ai corsi dei primi 2 anni

però, effettivamente, si respira un bel clima di intellettuali ispirati, animi elevati che anelano alla conoscenza, passione che trasuda.


:D
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Messaggio da BackhandWinner »

Nickognito ha scritto:sì, hai precisato che non ne puoi piu' di egittologi e che vuoi il numero chiuso in facoltà dove in grandi città a volte ci stanno 20 persone per aula.
se non è un'imposizione il numero chiuso dimmi te cosa lo è. L'esercito almeno cercherebbe di mandar via gli studenti, col numero chiuso nemmeno entri.

Comunque, non siamo d'accordo. Io penso che l'Università serva anche per il lavoro, e anche molto per altro. Tu sembra di no. Per cui io non voglio finalizzare l'università al lavoro, e non solo, e tu sembra di sì. Abbiamo opinioni diverse sul bene del paese.
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Non è un'imposizione di forza bruta dello Stato Oppressivo e Regolatore Burocratico: non se il numero chiuso è ragionevole (cioè che tenga conto spazi e risorse della facoltà e, se vogliamo essere un po' alcolisti, magari anche tenendo conto di alcune stime sulle possibilità occupazionali post-laurea).
Se ,metti, ci sono 150 posti disponibili per Filosofia a Firenze, e ci sono normalmente 20 studenti a lezione, vuol dire tanto più che il numero chiuso non è terribile imposizione per niuno.
C'è poi da dire che molti sono 'non frequentanti', altra strana entità tipica della Università Italiana (facoltà umanistiche, per l'esattezza), e fenomeno che le dà, più di ogni altra cosa, quel classico sapore di 'diplomificio'.

E' molto più una questione di qualità ('sto bene/'sto male/no non lo so/non lo so come stare:)) che di università 'finalizzata al lavoro': un'idea, questa sbagliata, anche secondo me, un nonsenso che mina alla base l'università: il collegamento con il mondo del lavoro va fatto dopo gli studi, non durante; e l'Università (e il mondo del lavoro) si deve preoccupare di creare possibilità in questo senso. Dovrebbe invece evitare come la peste questi presunti 'esperti' del 'mondo delle professioni' che sono invitati a tenere INTERI corsi dove magari sparano banalità ex-cathedra del tipo 'io ho fatto questo e quest'altro'...'come sò bello e bravo e che pello a filo spinato sullo stomaco checciò'.
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alcol ha scritto:
Nickognito ha scritto:in grandi città a volte ci stanno 20 persone per aula.



un giorno che capiti a Torino, fai un giro a Palazzo Nuovo.
è un'esperienza unica, soprattutto verso ottobre/novembre :)
20 persone sono quelle che calpesti perchè non riesci neanche a salire la gradinata per entrare. :lol:
cinema da 500 posti trasformati in aule d'emergenza e gente ancora in piedi ai corsi dei primi 2 anni

però, effettivamente, si respira un bel clima di intellettuali ispirati, animi elevati che anelano alla conoscenza, passione che trasuda.


:D

E se vai a maggio, i filosofi, egittologi e storici contemporanei sono invece amabilmente a mangiasi un gelato in piazza Castello.

Comunque oltre a loro aggiungerei tra le facoltà con scarso, scarso sbocco di lavoro, anche quelli che si laureano ad Agraria.
Conosco molti agrari (ma si dice così? o "categoria superiore al contadino" :D) che ad anni dalla laurea continuano ad essere precari.

Si, favorire le facoltà scientifiche e quelle dove c'è carestia d'occupazione, sono d'accordissimo.

Studiare è un privilegio e non lo si fa esclusivamente per sbocchi lavorativi, ma in un mondo romantico, dove tutto funziona.
Poi è anche questione di priorità: ognuno fa il suo percorso, tu, Nick volevi ricevere una cultura dai tuoi studi e poi, laureato, trovarti un lavoro che ti desse da vivere, insomma studiavi non per un futuro professionale m'è parso di capire.

Ma la domanda è: tutti gli altri? quando si iscrivono a scienze della comunicazion-formazion-educazion sanno che futuribilità ha quella laurea?
O gli Indiana Jones?
O i futuri Baudelaire?
Okefenokee ha scritto:Senza curiosità, cultura, educazione civica e civile, voglia di informarsi, di capire, di studiare, non si va da nessuna parte.
Pitone ha scritto:Non serve schifare, basta evitare.
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Messaggio da The_Cruyff »

A me risulta che il laureati in comunicazione trovino da lavorare. Avevo letto un articolo del sole 24 ore.


http://www.iulm.it/default.aspx?idPage=2853

Articolo dell' 11.10.2006
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Mp1 ha scritto:Ma la domanda è: tutti gli altri? quando si iscrivono a scienze della comunicazion-formazion-educazion sanno che futuribilità ha quella laurea?
O gli Indiana Jones?
O i futuri Baudelaire?


Futuri Baudelaire o Indiana Jones vanno anche bene, saranno magari disoccupati, ma almeno colti (si parla 'on average', s'intende).

Lo strazio vero sono proprio le varie Scienze delle Merendine: non ti danno un lavoro una cultura. Il danno e la beffa.
E' l'idea malata del corso di laurea di tipo 'applicativo' in ambito umanistico: un minestrone insipido e inutile.
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The_Cruyff ha scritto:A me risulta che il laureati in comunicazione trovino da lavorare. Avevo letto un articolo del sole 24 ore.


http://www.iulm.it/default.aspx?idPage=2853

Articolo dell' 11.10.2006


Sì: a fare le fotocopie forse?

Argh lo IULM: il nulla alberoniano applicato... #103#
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