Remi Boncoeur ha scritto:E quello che ritiene opportuno è frutto della persona che è, che deriva dalla sua storia e dalle sue esperienze come persona. Se è cresciuto ed ha avuto una vita da persona viziata, piangerà per cose da viziati. Ma non vedo perchè gliene si debba fare una colpa o considerarlo deprecabile.
Sì vabbè Remi via, se uno piange in continuazione di stizza perché è un viziato allora è un fesso, a una certa età si cresce, eh. Secondo il tuo ragionamento pare che uno possa continuare a fare per tutta la vita sbagli che faceva da bambino, mica è così.
Peraltro, se vogliamo essere precisi, pure nel dolore quello vero ci deve essere la misura. Se ci succede qualcosa di brutto non è che possiamo martoriare il mondo con il lamento; accettare le cose con dignità è nobile, se uno ci piange e urla un anno è meno nobile. Magari non lo condanneremo, ma è meno nobile. Di certo non vado da una vedova che piange da sei mesi il marito a dirle smetti di piangere, piuttosto provo ad aiutarla e rincuorarla. Se però uno piange da una settimana per una partita di calcio gli dico, oh scuotiti fesso, c'è il mondo vero là fuori. Vuol dire che uno non sa interpretare il mondo nella giusta misura, e questa è una colpa.
Sta così insomma, un minimo di buon senso... Piangere dopo la partita ci sta, dipende dalla persona, io sono incazzato ancora oggi per la finale di Manchester del 2003 ma non mi sono MAI permesso di piangere di tristezza riguardo allo sport, mi pare inadeguato (semmai mi arrabbio). Se uno vuol piangere di dolore dopo la sconfitta che lo faccia, va benissimo, un minuto, mezz'ora, poi il giorno dopo si va a lavorare eh, o a scuola. Ho pianto di gioia, questo sì, ed è per me una bella emozione quando capita, di rado, sempre più di rado. Ma insomma, anche lì, una lacrimuccia, mica una fontana per una settimana.
Per quanto riguarda il giocatore è un po' differente, ma anche lì, di caso in caso, è possibilissimo provare a giudicare quale pianto e quale emozione sia esternata in modo congruo o meno. A me il pianto di Nadal di oggi è parso liberatorio e discreto, perché entro un certo limite credo sia giusto lasciare spazio alle emozioni. Questo non vuol dire che uno non abbia il diritto di criticare, ripeto.
Se Nadal lo rifà anche a Roma, allora inizia a darmi noia, e pure con ragione. Perché se io che sono tifoso di una squadra vinco il campionato dopo dieci anni, va bene se mi commuovo. Se lo vinco tutti gli anni e tutti gli anni mi commuovo no, non va bene, e sono biasimevole.
Ad ogni modo, io spero che piangano a tutti i tornei, perché due o tre post di Cristiano mi hanno fatto venire i crampi dal ridere. Tra il barista che ringrazia il governo cinese, l'amico di remi di cinquant'anni che non ho capito, tifa per la Lazio e gli squartano la moglie, e la Novotna, non ne potevo più.