Male Oscuro e dintorni - L'Europa subisce ancora

[uglygeek]

Sì, ma nella mia testa (sicché è facile che mi sbagli, beninteso) "terrorismo" è una cosa che richiede un minino di organizzazione, pianificazione, strategia, tattica ecc. ecc.
Uno che vive a Bruxelles e spara agli svedesi (che senza la partita manco ci sarebbero stati) dà più l'idea di uno fuori di testa, magari anche parte dell'Isis non dico di no, ma insomma una cosa un po' diversa da "terrorismo".

Detto tutto questo, copio e incollo da corriere.it

L’assassino riappare sugli schermi della polizia a giugno del 2022, è in una moschea della capitale belga. Non si mimetizza, non mantiene un profilo basso, va in cerca di guai. Minaccia una persona in un centro d’accoglienza. La vittima denuncia il fatto aggiungendo un dettaglio: è stato condannato per terrorismo nel suo paese. Gli investigatori eseguono dei controlli, accertano che è stato giudicato da un tribunale in Tunisia per reati comuni, decidono di convocarlo per un interrogatorio. L’appuntamento è fissato per martedì 17 ottobre, ossia il giorno dopo l’attentato.

giugno 22 > ottobre 23.... ora, io non dico che ci vorrebbe una Guantanamo in mezzo all'Europa. Ma per quanto tempo ancora dovremo sorbirci le litanie de "gli 007 lo sapevano", "era già noto alle forze dell'ordine" e via dicendo?

Una Guantanamo in mezzo all'Europa non sarebbe inclusiva.

[Lyndon79]

Ugly: che la manifestazione a Londra fosse pro-Hamas, proprio no, dai.
Ho diversi amici che sono andati e che non lo sono assolutamente (compresi ebrei).
Il grosso non lo era. Poi una fazione sicuramente si', come purtroppo spesso in queste cose.
Che la BBC sia pro-palestinese ... triplo mah (ci sono polemiche opposte in questi giorni nella sinistra UK, con vari esempi che essi riportano).

Lyndon non fossilizziamoci sui dettagli. Il punto è che buona parte della destra populista e ancora di più della sinistra populista in Europa neanche questa volta riescono a dissociarsi completamente da Hamas (vedi Mélenchon, Corbyn etc). E a quelle manifestazioni ci sono poche o tante persone che simpatizzano per Hamas.
Sono del tutto deficienti e non capiscono che a Hamas dei palestinesi non importa nulla? O l'odio (antisemita o meno) corrode loro cosi' tanto l'animo da non riuscire a dissociarsi neanche questa volta?

Poi si puo' discutere tutto il giorno di Israele, della risoluzione ONU dopo la seconda guerra mondiale, delle politiche stupide di questo governo di estrema destra etc Ma non è questo il punto.

Io non mi stupisco di nulla: anzi in altri post ho precisato che in questa crisi è tutto vomitevolmente prevedibile. Ma che tristezza pero'.

Ma si'. Che ci siano molti o pochi che simpatizzino, di fatto per Hamas (a volte anche dissociandosi a parole ma non realmente, a mio avviso), per Hamas, in quelle manifestazioni e nella sinistra europea, sono d'accordo.
Ma che la manifestazione in se' fosse pro Hamas, no. E' quello che contestavo.

Poi ci sarebbe da aprire un capitolo enorme su West Bank, OLP, Arafat (il cui, molto difficile e sicuramente ambiguo, ruolo e' stato troppo preso in giro in Occidente negli ultimi anni di vita. Ricordo, alla sua morte, le analisi di moltissimi commenrtatori italiani, tra cui Mentana e Gad Lerner, che asserivano che la scomparsa di Arafat fosse un evento che avrebbe portato maggiori speranze di pace - non capendo nulla, a mio avviso)

[klaus]

Firenze 14/10/2023

Oltre cinquecento persone in piazza Santa Maria Novella, Izzedin Elzir contro 'fake news' e su Israele: "E' la logica del più potente, non c'è legalità internazionale"
Questa volta, pur con i toni pacati che lo contraddistinguono, l'imam di Firenze, Izzedin Elzir, usa parole chiarissime su quello che sta succedendo in Palestina.
"Oggi i palestinesi subiscono l'occupazione più terribile del mondo. Viviamo nella logica del più potente, se sei potente non rispetti niente e non c'è legalità internazionale. Se sei meno potente non hai diritto a niente, neanche all'autodifesa", scandisce Elzir, nell'accorato discorso di oltre 10 minuti che ha chiuso nel pomeriggio di oggi il presidio di solidarietà alla Palestina, in piazza Santa Maria Novella.

Elzir, oltre che imam, come ricorda lui stesso, è un palestinese di Hebron ed il riferimento ovviamente è allo Stato di Israele. "Con il governo di estrema destra di Netanyahu sono aumentati arresti amministrativi, la situazione nelle carceri israeliane per i detenuti palestinesi è drammatica, ci sono attacchi continui sulla spianata della moschea di Al-Aqsa, uccisioni mirate di giornalisti, confisca di terreni e case", scandisce un uomo palestinese al microfono, con famiglia ancora là.

Tra gli oltre cinquecento presenti, che con il passare del tempo aumentano ancora, ci sono tunisini, marocchini, senegalesi, moltissimi bengalesi. Tutti accomunati dalla fede musulmana. C'è anche una grande bandiera del Pakistan. Tantissimi i bambini e tantissimi i cartelli: 'il silenzio uccide', 'Palestina libera', Apartheid'. Ma ci sono anche tanti fiorentini.
Ovviamente, la situazione è precipitata dopo il brutale attacco di Hamas di sabato scorso, 7 ottobre, con molte centinaia di civili barbaramente uccisi. Nessuno lo nega, ma allo stesso tempo in pochi lo condannano apertamente. "Il popolo palestinese vive sotto assedio da anni. Umiliazioni, omicidi, insediamenti illegali, ogni giorno, da oltre settanta anni. Quella di Hamas è stata legittima difesa, contro questi crimini e questa occupazione che dura da decenni", scandisce una donna marocchina, in perfetto italiano, a Firenze da 16 anni e con tre figli. E', più o meno, il pensiero di tanti.
Del resto lo stesso Elzir dice che "se tieni un animale in carcere per 16 anni (da quando, dopo la conquista del potere di Hamas a Gaza, si è inasprito il blocco israeliano, ndr), alla fine ti graffia". Poi chiede ai giornalisti, soprattutto "a chi dirige, che vuole la notizia ad ogni costo", di "restare umani, contribuire a spegnere l'incendio, non attizzarlo", e di non diffondere fake news, perché "quando ho saputo dei cinquanta bambini ebrei decapitati quasi mi sono messo a piangere, ma in Palestina ho contatti con tutti e tutti mi hanno smentito la decapitazione dei bambini, i giornali però continuano a scriverlo".

"Questa è una piazza di pace che chiede la pace dovunque, ma in particolare ora il 'cessate il fuoco' in Palestina. C'è una situazione di crimini contro l'umanità e non possiamo rimanere indifferenti. La vita umana è sacra, la dignità dell'essere umana è sacra, perciò vanno salvate le vite umane. Basta sangue, basta uccisioni", aveva chiesto, di fronte alle telecamere, prima dell'intervento in piazza.

in conclNel quale, usione, ricorda che "l'Onu (nel 1948, ndr) ha voluto un solo Stato, ma la parte lasciata sola sarà capace di fare uno Stato palestinese". E infine: "Vogliamo dire a donne, uomini, bambini, giovani, anziani, piante, case distrutte di Gaza, che siamo con loro, non con l'esercito che li bombarda. Non stiamo con chi aggredisce, ma con chi viene aggredito", scandisce l'imam. Poi la piazza intona, in arabo, 'Allah è grande'. Domani, domenica, alle 17:30 ci sarà invece il presidio di solidarietà con Israele in piazza Duomo, lanciato dal console onorario di Firenze Marco Carrai. Previste ingenti misure di sicurezza.

[klaus]

ANSA - L'attacco a Bruxelles
Morto il killer ferito dalla polizia Caccia ad altri due ricercati

[Roda]

Ah beh, allora se non sono stati decapitati non si deve mettere a piangere, figuriamoci.
Non ne usciremo mai, questa è la realtà

[rob]

Ah beh, allora se non sono stati decapitati non si deve mettere a piangere, figuriamoci.
Non ne usciremo mai, questa è la realtà

Temo anch'io. Ho come l'impressione che il richiamo ancestrale dellle proprie radici sia una calamita irresistibile contro cui neppure sedici anni di residenza in un paese europeo riescono a far cambiare posizione e diventare un po' più equilibrati.

[Ombra84]

Ah beh, allora se non sono stati decapitati non si deve mettere a piangere, figuriamoci.
Non ne usciremo mai, questa è la realtà

Temo anch'io. Ho come l'impressione che il richiamo ancestrale dellle proprie radici sia una calamita irresistibile contro cui neppure sedici anni di residenza in un paese europeo riescono a far cambiare posizione e diventare un po' più equilibrati.

[Rosewall]

ma che lo dica un palestinese è comprensibile, quando però senti liceali e universitari figli di papà che giocano alla tele-rivoluzione reiterando slogan di quarant'anni fa, si può spiegare solo col ritardo.

[Burano]

Palestina libera, Palestina rossa!

[Johnny Rex]

Bastano pochi terroristi e si vive di merda, eh. Non è che devono essere la maggioranza. E non sono poi così pochi, considerando le folle oceaniche che manifestavano per Hamas pochi giorni fa a Londra.

Sulla Svezia hai completato tu il discorso sulle premesse dalle quali si è passati a bruciare il Corano in piazza. Poi si può anche discutere perché in Occidente dare del ciccione a qualcuno è offesa imperdonabile e bruciare il Corano in piazza no, ma e’ un altro discorso.

Perchè di ciò che riguarda fede o spiritualità frega niente, mentre tutto ciò che riguarda corporeità o materialità è sempre più sacro.

F.F.

[Rosewall]

media italiani che rappresentano Schaerbeek come una sorta di Raqqa 2015.

[s&v]

media italiani che rappresentano Schaerbeek come una sorta di Raqqa 2015.

L'ho letto anch'io è un comune di oltre 130.000 abitanti eccessivamente popolato e ci sono sacche di disagio e povertà estese, qualche anno fa ci furono scontri tra curdi e turchi. Ma la parte sud del comune è abbastanza carina e relativamente benestante, caratterizzata da viuzze, mercatini, qualche parco e ciliegi che a primavera fioriscono dando vita a un bello spettacolo.

La disoccupazione nel 2019 al 18% era un pochino più alta della media di Bruxelles. Diciamo che complessivamente il 75% di Bruxelles è meglio di Schaerbeek. Più info qui: https://ibsa.brussels/chiffres/chiffres ... schaerbeek

[uglygeek]

Ah beh, allora se non sono stati decapitati non si deve mettere a piangere, figuriamoci.
Non ne usciremo mai, questa è la realtà

Temo anch'io. Ho come l'impressione che il richiamo ancestrale dellle proprie radici sia una calamita irresistibile contro cui neppure sedici anni di residenza in un paese europeo riescono a far cambiare posizione e diventare un po' più equilibrati.

Anzi è il contrario, è più facile diventare fondamentalisti a Londra o Stoccolma che a Tehran o Tunisi, proprio perché in europa c'è il richiamo delle radici, mentre nei paesi dei terzo mondo lo vedono anche loro lo schifo che c'è e non tutti bevono la storia che sia colpa dell'occidente.

[Johnny Rex]

Anzi è il contrario, è più facile diventare fondamentalisti a Londra o Stoccolma che a Tehran o Tunisi, proprio perché in europa c'è il richiamo delle radici, mentre nei paesi dei terzo mondo lo vedono anche loro lo schifo che c'è e non tutti bevono la storia che sia colpa dell'occidente.

La Trovo una Ottima Osservazione.
Persone senza integrazione, nè dove sono nati nè dove vanno a vivere.
Situazione Pesante.

F.F.

[scooter]

Sì, è un'ipotesi estremamente credibile.
Naturalmente delle belle politiche di accoglienza, integrazione, formazione e blablabla aiuterebbero. Ma non sia mai...

[alessandro]

Anzi è il contrario, è più facile diventare fondamentalisti a Londra o Stoccolma che a Tehran o Tunisi, proprio perché in europa c'è il richiamo delle radici, mentre nei paesi dei terzo mondo lo vedono anche loro lo schifo che c'è e non tutti bevono la storia che sia colpa dell'occidente.

La Trovo una Ottima Osservazione.
Persone senza integrazione, nè dove sono nati nè dove vanno a vivere.
Situazione Pesante.

F.F.

Nel caso specifico almeno era già terrorista in Tunisia se lo Stato tunisino lo ha condannato per questo (se ho letto bene).


Comunque accomunare chi manifesta per sottolineare il dramma umanitario che sta subendo la popolazione palestinese o che sono anni che Israele se ne fotte delle leggi internazionali con i terroristi è come dire che chi protestava contro la guerra in Vietnam era un Vietcong.

Poi se c’è qualche testa di minkia che giustifica le stragi di civili israeliani spero siano casi isolati e spero vengano puniti per questo.

[rob]

Sì, è un'ipotesi estremamente credibile.
Naturalmente delle belle politiche di accoglienza, integrazione, formazione e blablabla aiuterebbero. Ma non sia mai...

È un tema molto scivoloso, nel senso che Paesi che hanno apparati ben organizzati e con un più alto senso civico (non certo il caso italiano sia chiaro) e che adottano politiche orientate verso la formazione e l'integrazione.scontano comunque problemi di difficile convivenza perlopiù concentrati nei quartieri popolari. Ci si incontra a metà strada, se ci si arrocca sulle reciproche identità non viene fuori nulla di buono.

[scooter]

certo, qualunque forma di ghetto è un ostacolo enorme (e, in forme diverse, lo abbiamo visto anche con le tante Little Italy e Chinatown americane)

[Johnny Rex]

Fuggi da una realtà orrenda per trovarne una in cui dietro alla retorica della parola "integrazione" la verità è che servi solo perchè chi era lì prima di te quei lavori non li fa più ,ha altri ruoli o è a casa a vedersi i video del tizio che mangia 9 panini per volta .
Il risultato è che percepisci un distacco ancora maggiore fra la tua situazione e quella degli altri rispetto a quanto accadeva nel tuo paese, ed è quindi anche più facile cadere vittima di sirene che là non sentivi e a cui non credevi.

Poi è facile dire "ma anche i nostri in America, 120 anni fa " etc,si potrebbe anche pensare che in 120 anni progressi siano stati fatti, e invece no.

F.F.

[uglygeek]

Sì, è un'ipotesi estremamente credibile.
Naturalmente delle belle politiche di accoglienza, integrazione, formazione e blablabla aiuterebbero. Ma non sia mai...

La Gran Bretagna ha da sempre la politica del lasciare che gli immigrati vivano in enclavi separate, continuando a seguire le loro tradizioni se non addirittura le loro leggi (ad esempio la mutilazione genitale femminile delle bambine veniva tollerata).
Mi sono trovato in quartieri di Londra per certi versi indistinguibili dall'Afghanistan, dove quasi tutti gli uomini avevano la barba lunga e quasi tutte le donne vestivano il niqab, altro che hijab.

La Francia ha invece la politica contraria, cerca di assimilare gli immigrati. Da cui il divieto di portare l'hijab a scuola o il burkini in spiaggia, ad esempio. Senza riuscirci peraltro, perche' comunque anche li' certe banlieue sono puro Medio Oriente, dove alle donne non e' consentito girare da sole o entrare in molti locali.

Risultato: episodi di terrorismo feroce sia in Gran Bretagna che in Francia. Ma a Parigi molti di piu' e peggiori.

[uglygeek]

Anzi è il contrario, è più facile diventare fondamentalisti a Londra o Stoccolma che a Tehran o Tunisi, proprio perché in europa c'è il richiamo delle radici, mentre nei paesi dei terzo mondo lo vedono anche loro lo schifo che c'è e non tutti bevono la storia che sia colpa dell'occidente.

La Trovo una Ottima Osservazione.
Persone senza integrazione, nè dove sono nati nè dove vanno a vivere.
Situazione Pesante.

F.F.

Nel caso specifico almeno era già terrorista in Tunisia se lo Stato tunisino lo ha condannato per questo (se ho letto bene).


Comunque accomunare chi manifesta per sottolineare il dramma umanitario che sta subendo la popolazione palestinese o che sono anni che Israele se ne fotte delle leggi internazionali con i terroristi è come dire che chi protestava contro la guerra in Vietnam era un Vietcong.

Poi se c’è qualche testa di minkia che giustifica le stragi di civili israeliani spero siano casi isolati e spero vengano puniti per questo.

Se protesti a favore della Palestina il giorno dopo la strage di civili israeliani, sei dalla parte dei terroristi, punto.

[uglygeek]

certo, qualunque forma di ghetto è un ostacolo enorme (e, in forme diverse, lo abbiamo visto anche con le tante Little Italy e Chinatown americane)

Avevo letto che di recente il governo danese, che e' di sinistra ma sui temi dell'immigrazione e' piu' a destra di Salvini (avendo imparato la lezione ai tempi delle vignette sul profeta), voleva imporre lo smantellamento di questi ghetti obbligando gli immigrati a trasferirsi in quartieri piu' misti, per rompere questo meccanismo. Ma la sinistra protesta e urla al razzismo.

Eppure l'assimilazione dovrebbe essere imposta, non c'e' altro modo.

[scooter]

Sono sempre stato a sinistra, e suppongo che continuerò ad esserlo.
Ma certa sinistra mi ha veramente frantumato le palle.

[Shakespeare]

Sono sempre stato a sinistra, e suppongo che continuerò ad esserlo.
Ma certa sinistra mi ha veramente frantumato le palle.

Non son mai stato da nessuna parte specifica, ma quoto

[rob]

certo, qualunque forma di ghetto è un ostacolo enorme (e, in forme diverse, lo abbiamo visto anche con le tante Little Italy e Chinatown americane)

Quando andai in Danimarca, un bel po' di anni fa ormai, feci la conoscenza casuale in un piccolo paese dello Jutland, non molto distante da Arhus, di un ristoratore italiano emigrato lì negli anni Settanta. Ricordo che mi parlò dell'esistenza di alcuni quartieri di Copenhagen off limits per le autorità di polizia abitati perlopiù da maghrebini, sottolineando naturalmente la qualità di vita molto elevata del Paese sul piano complessivo rispetto all'Italia e in particolare alla Sicilia che aveva lasciato.

[rob]

https://www.lastampa.it/esteri/2023/10/ ... H-P3-S3-T1

Belgio, Schaerbeek nuova Molenbeek? “No, una città dalle tante facce che cercano di convivere”: l’intervento dell’italiano che ci vive da 7 anni

«Non si può tacciare un’intera città di essere il covo di terroristi»

Matteo Salvai

Schaerbeek, la Molenbeek 2.0, ho letto sui giornali dopo i fattacci di martedì. Non sono d’accordo.

Di Molenbeek non scrivo perché la conosco troppo poco. Schaerbeek la conosco decisamente meglio. Ci viviamo da 7 anni. Un nostro figlio ci va alla materna. Gli altri frequentano una scuola di danza e musica tra Schaerbeek e Evere. Io ho giocato a basket nel Canter Schaerbeek diversi anni. Lo stesso mio figlio. Certo non possiamo dirla di conoscerla in ogni suo angolo, ma oltre a viverci, frequentiamo abbastanza assiduamente le attività del ‘quartiere’: sociali, culturali, musicali, sportive.

Schaerbeek è un comune (da noi diremmo quartiere) di Bruxelles di oltre 130mila abitanti, grande più o meno come Ferrara. Si estende dal centro al nord di Bruxelles.

E’ un comune molto diverso nella sua popolazione con due grandi comunità di origine marocchina e turca, alle quali si aggiungono infinite nazionalità: bulgari, romeni, italiani, francesi, albanesi sono forse le altre più numerose ma potrei sbagliarmi. Ha una forte comunità fiamminga che a Bruxelles non è così facile trovare.

È un quartiere ‘povero’ per gli standard belgi, ma con notevoli sacche di ricchezze. Ha un alto tasso di disoccupazione per gli standard belgi, ma ha tantissime attività imprenditoriali. Ha zone residenziali con maison art nouveau magnifiche, e zone di case meno nobili ma sempre tra il bello e il più che decente. Ha un parco splendido, grande e molto frequentato. Ha parco giochi e scuole di ogni genere e tipo. Ha chiese e moschee e probabilmente altri luoghi di culto che non conosco.

Ha brasserie belghe, caffè kossovari, ristoranti italiani, la via dei ristoranti turchi, kebab halal, sale da the marocchine, una panetteria tedesca, negozi bulgari e polacchi.

Ha un tessuto associativo vibrante, maison medicale in ogni zona del quartiere, case della solidarietà. Ha l’edificio comunale più bello di Bruxelles, un museo del treno da visitare accanto ad una bellissima stazione che fa da coppia con il Comune.

Ha un museo della birra che apre due mezzi pomeriggi la settimana ed è l’unico posto dove gustare la bière prodotta a Schaerbeek. Ha la squadra del tiro con l’arco all’insù e la gara dello sputo più lungo del nocciolo di ciliegia. Ha una piscina che ha riaperto dopo anni e i media locali si sono concentrati sulla possibilità di portare il burkini in vasca, cosa che puntualmente nessuno fa.

La realtà è varia, interessante e complicata e non si può tacciare un’intera città di essere il covo di terroristi, di essere il magna nel quale cresce l’estremismo islamico, di essere questo o quello. E’ una città ha tante facce che cercano di convivere insieme.

Un caro amico che vive vicino a noi di recente raccontava questo episodio. Un giovane in fila in una panetteria araba. Arriva il suo turno e la commessa gli si rivolge in arabo. Lui replica in francese di non parlare arabo. Lei dice: ‘E’ colpa dei tuoi genitori se non parli arabo’. Lui risponde: ‘Non è colpa di nessuno, signora. Siamo in Belgio, qui si parla francese”. Uno scambio che vale parecchi editoriali.

[ferryboat]

Scholz si getta a terra all'aeroporto di Tel Aviv per schivare un missile palestinese che gli è fischiato proprio sopra la testa:

https://www.open.online/2023/10/17/isra ... ili-video/

[ferryboat]

Manco Rambo

[uglygeek]

Bisognerebbe prendere quella commessa, legarla bene e spedirla nel paese arabo che preferisce a calci im culo.