siamo certo d'accordo sul disastro rappresentato dall'identity politics ma in generale non trovo problematica la nomina di una donna anche in quanto donna. Perché non incide sulla qualità: fra tutte le donne occupate in un certo ambito ce n'è sicuramente almeno una che eccelle e merita quella posizione.
Chiaro che invece qui i profili candidabili alla vicepresidenza erano relativamente pochi perchè dominano dinamiche interne di partito e quindi mettersi ad intersecare 'donna' e 'nera' magari ti costringe sí ad abbassare l'asticella.
È anche vero che lei si è rivelata assai peggio di quanto non paresse e che le alternative (quei cinque o sei nomi papabili) boh, siamo lí.
Un effetto pessimo dell'dentity politics erano le discriminazioni "razziali" nelle ammissioni universitarie e lí mi sembra che la Corte Suprema abbia dato una bella mazzata.
quando leggo di "principi cardine occidentali" resto molto perplesso. L'Occidente ha prodotto anche il falò delle vanità di Savonarola, l'eugenetica, i campi di sterminio, le mani mozzate in Congo, le torture in Algeria, Ruggero e Fiorenza, il Culto della Dea Ragione, la teocrazia di Munster. Per citare a caso alcune cose simil-woke e alcune cose di cui non andare fieri.Il wokismo è radicalmente opposto a vari principi cardine occidentali. Questo mi pare indiscutibile, leggendo i vari testi fondanti dell'ideologia, tra cui White Fragility: Why It's So Hard for White People to Talk About Racism di Robin diAngelo. Il wokismo si propone di ridiscutere e di reinventare le norme che su diversi livelli regolano le nostre società
Non trovo principi cardini da una parte e anti-principi cardine dall'altra.
La cultura occidentale la rappresenterei più come tanti insiemi culturali diversi, molti dei quali parzialmente sovrapposti fra loro e però anche ibridati con altri insiemi non "occidentali"; e tutto questo in continuo e fluido cambiamento, scomposizione, ricomposizione; e quasi nulla chiuso entro confini impermeabili.
Nel wokismo accademico c'è un pò di tutto: attivismo degli anni settanta, caratteristiche psicologiche, dinamiche di potere (uso il PC per fare fuori il mio competitore), tic da social, certo femminismo, cultural studies (che sono a loro volta tante cose diverse, neppure tutte tragiche), filosofi francesi, Francoforte, Said, Frantz Fanon...è un pò inutile trattarlo come un fenomeno univoco e saltato fuori all'improvviso.
Il politicamente corretto poi è un insieme che solo in parte si sovrappone al wokismo (ma pure l'identity politics ha una storia in buona parte diversa). Per dire, molti usi aziendali discendono da formalismo anni '50 imposto dall'alto solo adattato alla società moderna; molte scelte hollywoodiane dipendono dal marketing.
Un dato curioso in cui mi sono imbattuto (ma non l'ho verificato): film con protagoniste donne sono solo il 30% del totale.
Ora, ci sono diverse spiegazioni "innocenti" ma insomma nell'universo woke rappresentato dal partito anti-woke le protagoniste donne sarebbero molte di più.
sí ma chi ti dice che sia un punto di arrivo. La tendenza delle norme va in senso sempre più restrittivo, ci sono sempre più studi che indagano le prestazioni al di là del mero livello di testosterone. È sport: prima dell'inclusività viene sempre l'equità.- lo ha già fatto con successo: il fatto che dei trans possano partecipare a competizioni sportive femminili, alterandole, è un esempio colorito, quasi buffo, ma certamente rilevante per le ragazze che si fanno un bel mazzo in allenamento e poi perdono contro uomini.
La FINA ha già escluso le trans che hanno iniziato la transizione dopo i dodici anni, è molto probabile che si convergerà lí.