... e personalmente mi compiaccio della saggia scelta.
Dopo un magico e forsennato 2016, che lo ha spremuto come un limone, ha tutto il diritto di giocare QUANDO e QUALI TORNEI meglio crede.
Per la cronaca, considero l'annata di Del Potro solo di poco inferiore a quella di un Djokovic. Eppure uno è numero 38, l'altro numero 2. Un divario abnorme che nessun sistema serio di classifica dovrebbe tollerare.
Sono sempre stato un accanito oppositore di un regolamento che penalizza tornei di clamorosa importanza (Davis, Olimpiadi, in passato anche Anversa, Grand Slam Cup, ecc.) per premiare - anche a livello di punti - solo Slam e Master 1000. Maledetto il giorno in cui fu partorita la decisione di suddividere i tornei tra OBBLIGATORI e FACOLTATIVI, e tra tornei di serie A e di serie B. Come se un match epico giocato al primo turno in un campo secondario di Flinders Park valesse necessariamente più di un match epico (magari tra gli stessi giocatori!!) giocato nella finale di Buenos Aires.
Rimpiango l'irripetibile stagione dei Borg, dei Connors e dei Mac, quando il campione lo si vedeva dalla caratura dei match, e non da quella (presunta) dei tornei. Rimpiango il campione che gioca solo dove gli pare e piace, senza l'assillo di dover sostenere (spesso) dispendiose trasferte intercontinentali. Rimpiango il campione che si prende 6 mesi di pausa e se ne frega di una classifica bugiarda. E sogno un dominatore che stritoli gli avversari anche saltando 2 Slam all'anno, alla faccia di chi rinnega la storia di questo sport.
Del Potro salterà gli Australian Open...
Re: Del Potro salterà gli Australian Open...
Bella riflessione, siglomane. In effetti il tennis oggi (almeno in tv) ha perso parte del suo appeal, almeno per me. Non so bene individuarne le cause, però concordo con alcune delle cose che dici
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Re: Del Potro salterà gli Australian Open...
Ecco,alla fine, il Post dell'Annosiglomane ha scritto:... e personalmente mi compiaccio della saggia scelta.
Dopo un magico e forsennato 2016, che lo ha spremuto come un limone, ha tutto il diritto di giocare QUANDO e QUALI TORNEI meglio crede.
Per la cronaca, considero l'annata di Del Potro solo di poco inferiore a quella di un Djokovic. Eppure uno è numero 38, l'altro numero 2. Un divario abnorme che nessun sistema serio di classifica dovrebbe tollerare.
Sono sempre stato un accanito oppositore di un regolamento che penalizza tornei di clamorosa importanza (Davis, Olimpiadi, in passato anche Anversa, Grand Slam Cup, ecc.) per premiare - anche a livello di punti - solo Slam e Master 1000. Maledetto il giorno in cui fu partorita la decisione di suddividere i tornei tra OBBLIGATORI e FACOLTATIVI, e tra tornei di serie A e di serie B. Come se un match epico giocato al primo turno in un campo secondario di Flinders Park valesse necessariamente più di un match epico (magari tra gli stessi giocatori!!) giocato nella finale di Buenos Aires.
Rimpiango l'irripetibile stagione dei Borg, dei Connors e dei Mac, quando il campione lo si vedeva dalla caratura dei match, e non da quella (presunta) dei tornei. Rimpiango il campione che gioca solo dove gli pare e piace, senza l'assillo di dover sostenere (spesso) dispendiose trasferte intercontinentali. Rimpiango il campione che si prende 6 mesi di pausa e se ne frega di una classifica bugiarda. E sogno un dominatore che stritoli gli avversari anche saltando 2 Slam all'anno, alla faccia di chi rinnega la storia di questo sport.
F.F.
“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.