Società Sportiva LAZIO: Re Igor Tudor e la restaurazione del nostro know-how
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Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
Zaccagni oggi benissimo, ottimo Marusic, il sergente esiziale.
Ma in genere tutta la squadra si è mossa molto meglio senza palla. Va rivista la questione in presenza di un avversario che arrischi un po' meno di continuo il pressing e l'anticipo. Una volta saltato il pressing si arrivava sempre in porta.
Basic maledetto butta dentro sto pallone. Ha un modo di correre davvero strano, non credo sia un grande atleta, ma ha un gran piede.
Luis Alberto notevole in fase di interdizione, se lui copre così poi la squadra ha un altro passo.
Ma in genere tutta la squadra si è mossa molto meglio senza palla. Va rivista la questione in presenza di un avversario che arrischi un po' meno di continuo il pressing e l'anticipo. Una volta saltato il pressing si arrivava sempre in porta.
Basic maledetto butta dentro sto pallone. Ha un modo di correre davvero strano, non credo sia un grande atleta, ma ha un gran piede.
Luis Alberto notevole in fase di interdizione, se lui copre così poi la squadra ha un altro passo.
Siamo tutti testimoni "Perchè ti chiamano Pilone?"
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Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
Giocamo de merda, 'na pippa come centravanti e c'avemo er secondo attacco!
Forza Aquilotti, riprendiamo a volare!
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Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
Adesso chiedete scusa a Lotito
Ti piace il doppio? Preferisco il threesome
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Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
Vittoria scontata.
Fiorentina che si deve riassettare dopo aver perso il suo migliore giocatore.
Noi possiamo fare bene questi 4 mesi.
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Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
I risultati non sono mai stati motivo di critica, i problemi con Lotito vanno oltre il campo e non saranno mai risolti.tennisfan82 ha scritto:Adesso chiedete scusa a Lotito
Stavolta la contestazione era indirizzata soprattutto verso Tare, un altro che non fa nulla per non rendersi antipatico.
Forza Aquilotti, riprendiamo a volare!
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Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
Finalmente qualcuno che lo dice
#Sarri presenta #Milan-#Lazio
“La Coppa Italia è una delle competizioni più antisportive del mondo, un sorteggio che non si sa come viene fatto, dove o quando. E’ fatta per far arrivare alle dirette televisive alcune squadre. Ma noi abbiamo fame e vogliamo giocarcela”
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Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
Alcune squadre tra cui tutte quelle allenate da lui, tra l'altro. Magari se l'avesse specificato faceva più bella figura.tennisfan82 ha scritto:Finalmente qualcuno che lo dice
#Sarri presenta #Milan-#Lazio
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Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
Ma sullo 0-3 che cazzo tieni a fare in campo Immobile me lo deve spiegare.
Solo il Signore sa le bestemmie che ho tirato quando si è fatto male.
Speriamo sia solo una botta dolorosa al momento.
Dopo aver perso Zapata ci manca pure perdere Ciro.
Come glielo dico a mio figlio che mi fa na testa tanta Ciro di qua Ciro di là
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Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
Ha perfettamente ragione.tennisfan82 ha scritto: “La Coppa Italia è una delle competizioni più antisportive del mondo”
E' totalmente antisportivo che una squadra giochi a calcio e l'altra no.
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Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
Mica trovate sempre le praterieAlga ha scritto:Ha perfettamente ragione.tennisfan82 ha scritto: “La Coppa Italia è una delle competizioni più antisportive del mondo”
E' totalmente antisportivo che una squadra giochi a calcio e l'altra no.
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Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
Ieri bellissima partita, la Lazio meritava di più.
Purtroppo paga il non essere riuscito a battere il Galatasaray, che in Turchia è non lontano dalla zona retrocessione.
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Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
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Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
SARAI SEMPRE IL MIO CAPITANO!
Eccolo con la Coppa dello Scudetto insieme al Presidente Lenzini
Qui e' insieme ad un noto forumista, foto scattata dal Cicalone
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Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
A quando risale quella foto?
Assomigli a Neri Marcorè.
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Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
maggio 2013eddie v. ha scritto:A quando risale quella foto?
Assomigli a Neri Marcorè.
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Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
Comunque magari Alga non sarà d’accordo ma vista col Napoli e contro una delle squadre più in forma del Campionato, il Cagliari, ho visto una buonissima Lazio.
E Acerbi al posto di Patric fa una certa differenza.
Ma mi pare soprattutto salito in cattedra Luis Alberto.
E Acerbi al posto di Patric fa una certa differenza.
Ma mi pare soprattutto salito in cattedra Luis Alberto.
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Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
tagliati i capelli!
Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
Non sono d'accordo.marat77 ha scritto:Comunque magari Alga non sarà d’accordo ma vista col Napoli e contro una delle squadre più in forma del Campionato, il Cagliari, ho visto una buonissima Lazio.
E Acerbi al posto di Patric fa una certa differenza.
Ma mi pare soprattutto salito in cattedra Luis Alberto.
Il problema non è l'acqua che beviamo, è l'acqua che mangiamo.
Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
Una volta anch'io li portavo così, però col codino...balbysauro ha scritto:tagliati i capelli!
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Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
Un ragazzino Alga, dimostravi 10 anni in meno rispetto a quelli dichiarati.
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Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
ThePiper ha scritto:Un ragazzino Alga, dimostravi 10 anni in meno rispetto a quelli dichiarati.
Gia' non c'andavo prima, co' la pandemia er barbiere l'ho proprio cancellato!balbysauro ha scritto:tagliati i capelli!
L'anno scorso 'na scorciatina me l'ha data mi' moje...
Forza Aquilotti, riprendiamo a volare!
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Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
Quello che vuole fare Sarri continua a non piacermi, ma il calcio e' bello perche' si puo' vincere in ogni modo.marat77 ha scritto:Comunque magari Alga non sarà d’accordo ma vista col Napoli e contro una delle squadre più in forma del Campionato, il Cagliari, ho visto una buonissima Lazio.
E Acerbi al posto di Patric fa una certa differenza.
Ma mi pare soprattutto salito in cattedra Luis Alberto.
A parte gusti e convinzioni, devo dire che il suo lavoro si vede e la squadra ha una sua identita' ben precisa. Avremmo meritato risultati ben diversi sia col Porto che col Napoli, ma abbiamo pagato errori individuali ed una mancanza di sicurezza che dovranno essere superati con un mercato adeguato.
Temevo di dover rivivere la pessima esperienza avuta con vinicio, ma Sarri ha dimostrato di essere di ben altro livello, sia come allenatore che come uomo; ha messo da parte due suoi pupilli, Hysaj e Reina, ha trovato il modo per far coesistere Luis Alberto e Milinkovic, ha cambiato la sistemazione in campo venendo incontro alle caratteristiche dei giocatori e la squadra e' totalmente dalla sua parte.
Ora puo' lavorare tutta la settimana come vuole lui, mi aspetto di finire la stagione in crescendo.
Forza Aquilotti, riprendiamo a volare!
Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
Ad Alga e agli altri laziali chiedo una cosa che mi ha sempre incuriosito, prendendo spunto dalla morte del povero Wilson: si è spesso parlato, o favoleggiato, delle acerrime rivalità all'interno dello spogliatoio laziale nell'anno dello scudetto. E' tutto reale o ad un certo punto è partito il romanzo ? Pistole, minacce con bottiglie di vetro spaccate, botte da orbi: tutto vero ?
Perchè mi sono sempre chiesto come, in caso tutto ciò fosse stato reale, come poi la domenica si potesse fare "squadra" come nulla fosse.
Grazie.
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Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
Tutto assolutamente vero, anzi, credo che tante cose non siano nemmeno uscite fuori.Roda ha scritto:Ad Alga e agli altri laziali chiedo una cosa che mi ha sempre incuriosito, prendendo spunto dalla morte del povero Wilson: si è spesso parlato, o favoleggiato, delle acerrime rivalità all'interno dello spogliatoio laziale nell'anno dello scudetto. E' tutto reale o ad un certo punto è partito il romanzo ? Pistole, minacce con bottiglie di vetro spaccate, botte da orbi: tutto vero ?
Perchè mi sono sempre chiesto come, in caso tutto ciò fosse stato reale, come poi la domenica si potesse fare "squadra" come nulla fosse.
Grazie.
C'erano due spogliatoi diversi che venivano usati dai due "gruppi" e nessuno si azzardava ad entrare in quello "nemico", altrimenti volavano tavoli e bottigliate.
Da una parte il gruppo di Chinaglia con Wilson, Oddi e Pulici, dall'altra Martini, Re Cecconi, Garlaschelli e Nanni.
Le partite di allenamento a Tor di Quinto duravano fino a tarda sera perche' nessuno voleva perdere ed erano veramente dure.
Ma la domenica tornava ad essere un gruppo unico, tutti insieme contro l'avversario di turno.
Solo Maestrelli poteva tenere insieme questa squadra, un miracolo inspiegabile.
Forza Aquilotti, riprendiamo a volare!
Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
Ma dimmi una cosa: questa rivalità da cosa nasceva ? Non credo da visioni politiche diverse dato che, a quanto mi risulta, erano tutti di destra (Martini finì anche in parlamento, se non erro), a meno che non fossero 2 destre, una moderata ed una estrema.Alga ha scritto:Tutto assolutamente vero, anzi, credo che tante cose non siano nemmeno uscite fuori.Roda ha scritto:Ad Alga e agli altri laziali chiedo una cosa che mi ha sempre incuriosito, prendendo spunto dalla morte del povero Wilson: si è spesso parlato, o favoleggiato, delle acerrime rivalità all'interno dello spogliatoio laziale nell'anno dello scudetto. E' tutto reale o ad un certo punto è partito il romanzo ? Pistole, minacce con bottiglie di vetro spaccate, botte da orbi: tutto vero ?
Perchè mi sono sempre chiesto come, in caso tutto ciò fosse stato reale, come poi la domenica si potesse fare "squadra" come nulla fosse.
Grazie.
C'erano due spogliatoi diversi che venivano usati dai due "gruppi" e nessuno si azzardava ad entrare in quello "nemico", altrimenti volavano tavoli e bottigliate.
Da una parte il gruppo di Chinaglia con Wilson, Oddi e Pulici, dall'altra Martini, Re Cecconi, Garlaschelli e Nanni.
Le partite di allenamento a Tor di Quinto duravano fino a tarda sera perche' nessuno voleva perdere ed erano veramente dure.
Ma la domenica tornava ad essere un gruppo unico, tutti insieme contro l'avversario di turno.
Solo Maestrelli poteva tenere insieme questa squadra, un miracolo inspiegabile.
E c'erano dei giocatori "neutri" ? Nel qual caso, che facevano, andavano a farsi la doccia a casa ?
Certo che è incredibile: io non sarei mai riuscito ad esultare assieme ad uno che magari durante la settimana aveva tentato di azzopparmi
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Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
No, la politica non c'entra.
Martini e Petrelli erano quelli di estrema destra, gli altri non erano particolarmente schierati; Chinaglia, Wilson, Pulici e Re Cecconi erano di centro-destra, Garlaschelli radicale, Frustalupi socialista. forse sul centro-sinistra Oddi e Nanni e pure Maestrelli aveva un passato da partigiano.
Il problema era Chinaglia con il suo carattere, lui era il capo e tutti dovevano fare quello che diceva lui; il gruppo non era formato da chierichetti ed i suoi modi non venivano accettati, soprattutto Martini divento' sua acerrimo nemico.
Chinaglia veniva "sopportato" solo grazie ai suoi gol ed a Maestrelli che riusciva a calmare un po' tutti.
Martini e Petrelli erano quelli di estrema destra, gli altri non erano particolarmente schierati; Chinaglia, Wilson, Pulici e Re Cecconi erano di centro-destra, Garlaschelli radicale, Frustalupi socialista. forse sul centro-sinistra Oddi e Nanni e pure Maestrelli aveva un passato da partigiano.
Il problema era Chinaglia con il suo carattere, lui era il capo e tutti dovevano fare quello che diceva lui; il gruppo non era formato da chierichetti ed i suoi modi non venivano accettati, soprattutto Martini divento' sua acerrimo nemico.
Chinaglia veniva "sopportato" solo grazie ai suoi gol ed a Maestrelli che riusciva a calmare un po' tutti.
Forza Aquilotti, riprendiamo a volare!
Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
Grazie Alga.Alga ha scritto:No, la politica non c'entra.
Martini e Petrelli erano quelli di estrema destra, gli altri non erano particolarmente schierati; Chinaglia, Wilson, Pulici e Re Cecconi erano di centro-destra, Garlaschelli radicale, Frustalupi socialista. forse sul centro-sinistra Oddi e Nanni e pure Maestrelli aveva un passato da partigiano.
Il problema era Chinaglia con il suo carattere, lui era il capo e tutti dovevano fare quello che diceva lui; il gruppo non era formato da chierichetti ed i suoi modi non venivano accettati, soprattutto Martini divento' sua acerrimo nemico.
Chinaglia veniva "sopportato" solo grazie ai suoi gol ed a Maestrelli che riusciva a calmare un po' tutti.
Chinaglia che, tra l'altro, aveva un'inquietante somiglianza con Franco Giuseppucci, il capo della banda della Magliana. A questo punto, visto quello che mi dici, non mi stupirei fosse lui veramente
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Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
Qui un'intervista di Martini su quel periodo.
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Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
Una parte di un'intervista a Garlaschelli:
Era la stagione 1972-73: impatto con Roma e la nuova squadra?
«Visite mediche, l’allenatore Maestrelli si avvicina: "Benvenuto tra noi. Buona fortuna e una sola raccomandazione: passa la palla a Chinaglia, perché è un vero rompi[...]" »
Lo era?
«Eccerto, aveva ragione: in campo era insopportabile perché viveva per il gol, e quando non segnava diventava intrattabile, burbero. Finita la partita invece era uno spettacolo di simpatia»
E gli altri? Che tipi erano?
Le racconto il primo giorno e capirà: andiamo all’allenamento io, Pulici, Re Cecconi, Frustalupi e
Moriggi, tutti sulla Fiat 124 blu di Pulici. Arriviamo a Tor di Quinto ci troviamo di fronte la Bentley di Wilson, la Jaguar di Chinaglia, poi Ferrari e Mercedes. Ci guardiamo: "ma dove siamo finiti?" ».
Dove eravate finiti?
«In un posto di pazzi. Anche perchè la stagione è iniziata male con l’eliminazione in Coppa Italia. La colpa naturalmente, è stata data a noi nuovi, i "nordisti": e via con le polemiche, le offese, le risse. Per fortuna poi, alla prima di campionato, una buona prestazione con l’Inter e la scintilla: da quel momento è cambiato qualcosa, siamo diventati la Lazio vera, quella che si è qualificata per l’Uefa e poi ha vinto lo scudetto».
Squadra modello Olanda e calcio totale.
«Alt, alt. Noi siamo arrivati prima, è stata l’Olanda che ci ha copiati ».
Capitolo pistole. Lei sparava?
«Io avevo il porto d’armi, come tutti. Ma non la pistola. Eravamo dei pazzi furiosi. Era il tempo del terrorismo e Roma era una città violenta. Ma la nostra, soprattutto, era una moda».
Dove vi divertivate?
«Quasi sempre in ritiro all’Hotel Americana, al tredicesimo chilometro della via Aurelia. L’abbiamo distrutto a forza di spari: sul retro si faceva il tiro a segno mirando i lampioni e la mobilia vecchia. Ma a volte anche i compagni più giovani … ».
Scherza vero?
«Un giorno palleggiamo vicino alla piscina, e uno di noi manda il pallone intenzionalmente giù dalla vallata. "Badiani, vai a prenderlo tu che sei l’ultimo arrivato". Roberto obbedisce e scende tra le erbacce, mentre in sei o sette si mettono in fila, mirano e via: bum bum bum. Proiettili da tutte le parti che sfiorano il povero Badiani laggiù che piange dalla paura, inginocchiato con le mani che proteggono la testa».
Roba da nonnismo.. Altre iniziazioni?
«Petrelli va nella stanza di De Rosa, uno sempre serio e zitto. Entra e trova il compagno disteso a letto. Urla agli altri: "Vediamo se ha le palle e se è da Lazio". E bum, gli spara in mezzo alle gambe, lo sfiora e buca il materasso. Avesse sbagliato di pochi centimetri, addio De Rosa … ».
Stagione 1973 74, scudetto alla Lazio e noi facciamo un giochino: ogni. compagno, un ricordo. Portiere Felice Pulici.
«Grande amico. Una sera, appena arrivati a Roma, decidiamo di andare a vedere il Colosseo e partiamo sulla sua 124 blu. Dopo 2 ore stavamo ancora girandoci intorno per cercare la via del ritorno … ».
Sergio Petrelli.
«Silenzioso, era meglio lasciarlo stare. Pilotava gli aerei ed è stato quello che ha portato la moda delle pistole. Una notte, prima del derby, gli ultrà della Roma vengono sotto il nostro albergo a fare casino. Lui si affaccia, in silenzio, e pira pum pam, spara ai lampioni mentre i giallorossi scappano spaventati. Ma la più bella è quella della luce».
Cioè?
«Siamo in ritiro, è ora di dormire e dice al compagno di stanza: "’Spegni la luce". Quello risponde: "Non ho voglia di alzarmi, fallo tu". Pedro prende la mira, pum, spara alla lampadina e dà la buona notte … ».
Luígi Martini.
«Un duro, cattivo in campo ma squisito fuori. Indimenticabile una sua rissa con Chinaglia in Svizzera, a Sion, dopo una gara di Uefa. Negli spogliatoi Giorgione gli dà la colpa del gol subito, lui perde la pazienza, prende una bottiglia, la rompe e inizia a vibrarla nell’aria minacciando tutti.».
Giuseppe Wilson.
«II capitano, l’immagine di quella Lazio, un perfezionista».
Giancarlo Oddi
«E’ quello con cui sono rimasto più legato, era il protetto di Chinaglia, un vero burino romano. Ma ragazzo splendido».
Franco Nanni.
«Era troppo buono, un timidone e per questo motivo era sempre messo in mezzo. Era preso di mira da tutti. qualsiasi cosa succedesse in campo, era colpa sua».
Luciano Re Cecconi.
«Ha fatto una fine assurda per colpa di una puttanata. Eravamo al Flaminio, lui e Ghedin mi invitano all’aperitivo. Rifiuto e saluto. A casa accendo la tv e sento la notizia: Luciano ammazzato per aver finto una rapina. Corro all’ospedale, incontro Ghedin che era con lui: era sconvolto, piangeva e ripeteva "Poteva succedere a me, poteva succedere a me"».
Giorgio Chinaglia
«Unico. La mattina, quando eravamo in ritiro, si presentava a pranzo in pigiama con i capelli tutti in piedi e gli occhi appiccicati. Un giorno invece arriva con un giubbotto di renna con le frange lunghe così. Cerca di sedersi sullo sgabello ma non ce la fà. "Giorgio, ma cosa c’è? ". Fa una strana smorfia, si volta e oplà: sul fianco spunta una pistola 44 Magnum tanto grande da impedirgli ogni movimento. E noi tutti a ridere».
Qualche rissa?
«Era sempre in mezzo. Vigilia del derby, andiamo al cinema. All’entrata si presenta un tifoso giallorosso: "Chinaglia, a gobbo, domani te famo nero". Giorgio fa finta di niente e lo lascia sedere, aspetta che si spengano le luci e poi si piazza alla fila dietro. Pum pum pum, tifoso sistemato…
Ma quella volta con il presidente».
Ha picchiato anche lui?
«Non arrivavano gli stipendi, allora andiamo da Chinaglia e lo carichiamo. "Giorgio, dici di difendere i nostri diritti ma non conti un cazzo". Nemmeno il tempo di finire e aveva appeso Lenzini al muro».
Mario Frustalupi.
«Intelligenza calcistica mostruosa, si piazzava a metà campo e i palloni erano tutti suoi. Bravo e di personalità, come quando litigò con Chinaglia».
Forza, racconti.
«Solito fine partita con rissa sotto le docce, Giorgione ne dice una di troppo e Frustalupi, distinto, gli lancia addosso la scarpa da calcio: Chinaglia si sposta in tempo, i tacchetti di ferro sbattono contro il muro e lasciano la scia di scintille. E poi via, tutti a picchiarsi».
Vincenzo D’amico.
«Un talento puro. Eravamo compagni di stanza e passava tutto il tempo al telefono, ogni giorno una ragazza diversa».
Tommaso Maestrelli, il mister. «La sua forza era che capiva quando era il momento di lasciar correre e quando era meglio alzare la voce. Più che un allenatore, era un papà. La sua morte è stata l’inizio della fine di quella Lazio».
Era la stagione 1972-73: impatto con Roma e la nuova squadra?
«Visite mediche, l’allenatore Maestrelli si avvicina: "Benvenuto tra noi. Buona fortuna e una sola raccomandazione: passa la palla a Chinaglia, perché è un vero rompi[...]" »
Lo era?
«Eccerto, aveva ragione: in campo era insopportabile perché viveva per il gol, e quando non segnava diventava intrattabile, burbero. Finita la partita invece era uno spettacolo di simpatia»
E gli altri? Che tipi erano?
Le racconto il primo giorno e capirà: andiamo all’allenamento io, Pulici, Re Cecconi, Frustalupi e
Moriggi, tutti sulla Fiat 124 blu di Pulici. Arriviamo a Tor di Quinto ci troviamo di fronte la Bentley di Wilson, la Jaguar di Chinaglia, poi Ferrari e Mercedes. Ci guardiamo: "ma dove siamo finiti?" ».
Dove eravate finiti?
«In un posto di pazzi. Anche perchè la stagione è iniziata male con l’eliminazione in Coppa Italia. La colpa naturalmente, è stata data a noi nuovi, i "nordisti": e via con le polemiche, le offese, le risse. Per fortuna poi, alla prima di campionato, una buona prestazione con l’Inter e la scintilla: da quel momento è cambiato qualcosa, siamo diventati la Lazio vera, quella che si è qualificata per l’Uefa e poi ha vinto lo scudetto».
Squadra modello Olanda e calcio totale.
«Alt, alt. Noi siamo arrivati prima, è stata l’Olanda che ci ha copiati ».
Capitolo pistole. Lei sparava?
«Io avevo il porto d’armi, come tutti. Ma non la pistola. Eravamo dei pazzi furiosi. Era il tempo del terrorismo e Roma era una città violenta. Ma la nostra, soprattutto, era una moda».
Dove vi divertivate?
«Quasi sempre in ritiro all’Hotel Americana, al tredicesimo chilometro della via Aurelia. L’abbiamo distrutto a forza di spari: sul retro si faceva il tiro a segno mirando i lampioni e la mobilia vecchia. Ma a volte anche i compagni più giovani … ».
Scherza vero?
«Un giorno palleggiamo vicino alla piscina, e uno di noi manda il pallone intenzionalmente giù dalla vallata. "Badiani, vai a prenderlo tu che sei l’ultimo arrivato". Roberto obbedisce e scende tra le erbacce, mentre in sei o sette si mettono in fila, mirano e via: bum bum bum. Proiettili da tutte le parti che sfiorano il povero Badiani laggiù che piange dalla paura, inginocchiato con le mani che proteggono la testa».
Roba da nonnismo.. Altre iniziazioni?
«Petrelli va nella stanza di De Rosa, uno sempre serio e zitto. Entra e trova il compagno disteso a letto. Urla agli altri: "Vediamo se ha le palle e se è da Lazio". E bum, gli spara in mezzo alle gambe, lo sfiora e buca il materasso. Avesse sbagliato di pochi centimetri, addio De Rosa … ».
Stagione 1973 74, scudetto alla Lazio e noi facciamo un giochino: ogni. compagno, un ricordo. Portiere Felice Pulici.
«Grande amico. Una sera, appena arrivati a Roma, decidiamo di andare a vedere il Colosseo e partiamo sulla sua 124 blu. Dopo 2 ore stavamo ancora girandoci intorno per cercare la via del ritorno … ».
Sergio Petrelli.
«Silenzioso, era meglio lasciarlo stare. Pilotava gli aerei ed è stato quello che ha portato la moda delle pistole. Una notte, prima del derby, gli ultrà della Roma vengono sotto il nostro albergo a fare casino. Lui si affaccia, in silenzio, e pira pum pam, spara ai lampioni mentre i giallorossi scappano spaventati. Ma la più bella è quella della luce».
Cioè?
«Siamo in ritiro, è ora di dormire e dice al compagno di stanza: "’Spegni la luce". Quello risponde: "Non ho voglia di alzarmi, fallo tu". Pedro prende la mira, pum, spara alla lampadina e dà la buona notte … ».
Luígi Martini.
«Un duro, cattivo in campo ma squisito fuori. Indimenticabile una sua rissa con Chinaglia in Svizzera, a Sion, dopo una gara di Uefa. Negli spogliatoi Giorgione gli dà la colpa del gol subito, lui perde la pazienza, prende una bottiglia, la rompe e inizia a vibrarla nell’aria minacciando tutti.».
Giuseppe Wilson.
«II capitano, l’immagine di quella Lazio, un perfezionista».
Giancarlo Oddi
«E’ quello con cui sono rimasto più legato, era il protetto di Chinaglia, un vero burino romano. Ma ragazzo splendido».
Franco Nanni.
«Era troppo buono, un timidone e per questo motivo era sempre messo in mezzo. Era preso di mira da tutti. qualsiasi cosa succedesse in campo, era colpa sua».
Luciano Re Cecconi.
«Ha fatto una fine assurda per colpa di una puttanata. Eravamo al Flaminio, lui e Ghedin mi invitano all’aperitivo. Rifiuto e saluto. A casa accendo la tv e sento la notizia: Luciano ammazzato per aver finto una rapina. Corro all’ospedale, incontro Ghedin che era con lui: era sconvolto, piangeva e ripeteva "Poteva succedere a me, poteva succedere a me"».
Giorgio Chinaglia
«Unico. La mattina, quando eravamo in ritiro, si presentava a pranzo in pigiama con i capelli tutti in piedi e gli occhi appiccicati. Un giorno invece arriva con un giubbotto di renna con le frange lunghe così. Cerca di sedersi sullo sgabello ma non ce la fà. "Giorgio, ma cosa c’è? ". Fa una strana smorfia, si volta e oplà: sul fianco spunta una pistola 44 Magnum tanto grande da impedirgli ogni movimento. E noi tutti a ridere».
Qualche rissa?
«Era sempre in mezzo. Vigilia del derby, andiamo al cinema. All’entrata si presenta un tifoso giallorosso: "Chinaglia, a gobbo, domani te famo nero". Giorgio fa finta di niente e lo lascia sedere, aspetta che si spengano le luci e poi si piazza alla fila dietro. Pum pum pum, tifoso sistemato…
Ma quella volta con il presidente».
Ha picchiato anche lui?
«Non arrivavano gli stipendi, allora andiamo da Chinaglia e lo carichiamo. "Giorgio, dici di difendere i nostri diritti ma non conti un cazzo". Nemmeno il tempo di finire e aveva appeso Lenzini al muro».
Mario Frustalupi.
«Intelligenza calcistica mostruosa, si piazzava a metà campo e i palloni erano tutti suoi. Bravo e di personalità, come quando litigò con Chinaglia».
Forza, racconti.
«Solito fine partita con rissa sotto le docce, Giorgione ne dice una di troppo e Frustalupi, distinto, gli lancia addosso la scarpa da calcio: Chinaglia si sposta in tempo, i tacchetti di ferro sbattono contro il muro e lasciano la scia di scintille. E poi via, tutti a picchiarsi».
Vincenzo D’amico.
«Un talento puro. Eravamo compagni di stanza e passava tutto il tempo al telefono, ogni giorno una ragazza diversa».
Tommaso Maestrelli, il mister. «La sua forza era che capiva quando era il momento di lasciar correre e quando era meglio alzare la voce. Più che un allenatore, era un papà. La sua morte è stata l’inizio della fine di quella Lazio».
Forza Aquilotti, riprendiamo a volare!
Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
Menghia Romanzo CriminaleAlga ha scritto:Una parte di un'intervista a Garlaschelli:
Era la stagione 1972-73: impatto con Roma e la nuova squadra?
«Visite mediche, l’allenatore Maestrelli si avvicina: "Benvenuto tra noi. Buona fortuna e una sola raccomandazione: passa la palla a Chinaglia, perché è un vero rompi[...]" »
Lo era?
«Eccerto, aveva ragione: in campo era insopportabile perché viveva per il gol, e quando non segnava diventava intrattabile, burbero. Finita la partita invece era uno spettacolo di simpatia»
E gli altri? Che tipi erano?
Le racconto il primo giorno e capirà: andiamo all’allenamento io, Pulici, Re Cecconi, Frustalupi e
Moriggi, tutti sulla Fiat 124 blu di Pulici. Arriviamo a Tor di Quinto ci troviamo di fronte la Bentley di Wilson, la Jaguar di Chinaglia, poi Ferrari e Mercedes. Ci guardiamo: "ma dove siamo finiti?" ».
Dove eravate finiti?
«In un posto di pazzi. Anche perchè la stagione è iniziata male con l’eliminazione in Coppa Italia. La colpa naturalmente, è stata data a noi nuovi, i "nordisti": e via con le polemiche, le offese, le risse. Per fortuna poi, alla prima di campionato, una buona prestazione con l’Inter e la scintilla: da quel momento è cambiato qualcosa, siamo diventati la Lazio vera, quella che si è qualificata per l’Uefa e poi ha vinto lo scudetto».
Squadra modello Olanda e calcio totale.
«Alt, alt. Noi siamo arrivati prima, è stata l’Olanda che ci ha copiati ».
Capitolo pistole. Lei sparava?
«Io avevo il porto d’armi, come tutti. Ma non la pistola. Eravamo dei pazzi furiosi. Era il tempo del terrorismo e Roma era una città violenta. Ma la nostra, soprattutto, era una moda».
Dove vi divertivate?
«Quasi sempre in ritiro all’Hotel Americana, al tredicesimo chilometro della via Aurelia. L’abbiamo distrutto a forza di spari: sul retro si faceva il tiro a segno mirando i lampioni e la mobilia vecchia. Ma a volte anche i compagni più giovani … ».
Scherza vero?
«Un giorno palleggiamo vicino alla piscina, e uno di noi manda il pallone intenzionalmente giù dalla vallata. "Badiani, vai a prenderlo tu che sei l’ultimo arrivato". Roberto obbedisce e scende tra le erbacce, mentre in sei o sette si mettono in fila, mirano e via: bum bum bum. Proiettili da tutte le parti che sfiorano il povero Badiani laggiù che piange dalla paura, inginocchiato con le mani che proteggono la testa».
Roba da nonnismo.. Altre iniziazioni?
«Petrelli va nella stanza di De Rosa, uno sempre serio e zitto. Entra e trova il compagno disteso a letto. Urla agli altri: "Vediamo se ha le palle e se è da Lazio". E bum, gli spara in mezzo alle gambe, lo sfiora e buca il materasso. Avesse sbagliato di pochi centimetri, addio De Rosa … ».
Stagione 1973 74, scudetto alla Lazio e noi facciamo un giochino: ogni. compagno, un ricordo. Portiere Felice Pulici.
«Grande amico. Una sera, appena arrivati a Roma, decidiamo di andare a vedere il Colosseo e partiamo sulla sua 124 blu. Dopo 2 ore stavamo ancora girandoci intorno per cercare la via del ritorno … ».
Sergio Petrelli.
«Silenzioso, era meglio lasciarlo stare. Pilotava gli aerei ed è stato quello che ha portato la moda delle pistole. Una notte, prima del derby, gli ultrà della Roma vengono sotto il nostro albergo a fare casino. Lui si affaccia, in silenzio, e pira pum pam, spara ai lampioni mentre i giallorossi scappano spaventati. Ma la più bella è quella della luce».
Cioè?
«Siamo in ritiro, è ora di dormire e dice al compagno di stanza: "’Spegni la luce". Quello risponde: "Non ho voglia di alzarmi, fallo tu". Pedro prende la mira, pum, spara alla lampadina e dà la buona notte … ».
Luígi Martini.
«Un duro, cattivo in campo ma squisito fuori. Indimenticabile una sua rissa con Chinaglia in Svizzera, a Sion, dopo una gara di Uefa. Negli spogliatoi Giorgione gli dà la colpa del gol subito, lui perde la pazienza, prende una bottiglia, la rompe e inizia a vibrarla nell’aria minacciando tutti.».
Giuseppe Wilson.
«II capitano, l’immagine di quella Lazio, un perfezionista».
Giancarlo Oddi
«E’ quello con cui sono rimasto più legato, era il protetto di Chinaglia, un vero burino romano. Ma ragazzo splendido».
Franco Nanni.
«Era troppo buono, un timidone e per questo motivo era sempre messo in mezzo. Era preso di mira da tutti. qualsiasi cosa succedesse in campo, era colpa sua».
Luciano Re Cecconi.
«Ha fatto una fine assurda per colpa di una puttanata. Eravamo al Flaminio, lui e Ghedin mi invitano all’aperitivo. Rifiuto e saluto. A casa accendo la tv e sento la notizia: Luciano ammazzato per aver finto una rapina. Corro all’ospedale, incontro Ghedin che era con lui: era sconvolto, piangeva e ripeteva "Poteva succedere a me, poteva succedere a me"».
Giorgio Chinaglia
«Unico. La mattina, quando eravamo in ritiro, si presentava a pranzo in pigiama con i capelli tutti in piedi e gli occhi appiccicati. Un giorno invece arriva con un giubbotto di renna con le frange lunghe così. Cerca di sedersi sullo sgabello ma non ce la fà. "Giorgio, ma cosa c’è? ". Fa una strana smorfia, si volta e oplà: sul fianco spunta una pistola 44 Magnum tanto grande da impedirgli ogni movimento. E noi tutti a ridere».
Qualche rissa?
«Era sempre in mezzo. Vigilia del derby, andiamo al cinema. All’entrata si presenta un tifoso giallorosso: "Chinaglia, a gobbo, domani te famo nero". Giorgio fa finta di niente e lo lascia sedere, aspetta che si spengano le luci e poi si piazza alla fila dietro. Pum pum pum, tifoso sistemato…
Ma quella volta con il presidente».
Ha picchiato anche lui?
«Non arrivavano gli stipendi, allora andiamo da Chinaglia e lo carichiamo. "Giorgio, dici di difendere i nostri diritti ma non conti un cazzo". Nemmeno il tempo di finire e aveva appeso Lenzini al muro».
Mario Frustalupi.
«Intelligenza calcistica mostruosa, si piazzava a metà campo e i palloni erano tutti suoi. Bravo e di personalità, come quando litigò con Chinaglia».
Forza, racconti.
«Solito fine partita con rissa sotto le docce, Giorgione ne dice una di troppo e Frustalupi, distinto, gli lancia addosso la scarpa da calcio: Chinaglia si sposta in tempo, i tacchetti di ferro sbattono contro il muro e lasciano la scia di scintille. E poi via, tutti a picchiarsi».
Vincenzo D’amico.
«Un talento puro. Eravamo compagni di stanza e passava tutto il tempo al telefono, ogni giorno una ragazza diversa».
Tommaso Maestrelli, il mister. «La sua forza era che capiva quando era il momento di lasciar correre e quando era meglio alzare la voce. Più che un allenatore, era un papà. La sua morte è stata l’inizio della fine di quella Lazio».
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Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
curiosità che non conoscevo
Sandro Ciotti nelle giovanili della Lazio, a.d. 1947
facile indovinare quale sia, credo
Sandro Ciotti nelle giovanili della Lazio, a.d. 1947
facile indovinare quale sia, credo
Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
Sandro Ciotti è quello accovacciato con il braccio destro sulla spalla del portiere.
Il problema non è l'acqua che beviamo, è l'acqua che mangiamo.
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Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
yeseddie v. ha scritto:Sandro Ciotti è quello accovacciato con il braccio destro sulla spalla del portiere.
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Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
Esatto, si riconosce dalla voce.eddie v. ha scritto:Sandro Ciotti è quello accovacciato con il braccio destro sulla spalla del portiere.
Di seguito un estratto di un articolo in cui racconta quel periodo:
Per me la Lazio è soprattutto un callo. Quello che inalbera il dito piccolo del mio piede sinistro da una lontana domenica del '43. All'epoca era abitudine sacrale di ogni club far "sformare" le scarpe nuove destinate ai titolari dai componenti della squadra ragazzi. A me toccarono quelle di un famoso bomber dell'epoca - Buby Koenig - idolo delle ragazzine dei Parioli. Erano scarpe di cuoio grasso di un improbabile color sabbia anziché nere come tradizione comanda (la Lazio di quei tempi aveva queste civetterie) e dopo venti minuti la frittata, anzi il callo, era fatto. Piccolo e tanto maligno da indurre alla resa anche i podologhi più prestigiosi. Ma un callo al quale voglio bene: mi ricorda un ambiente, quello della Lazio di allora, che ha rappresentato per me l'unico riscatto dalla drammatica dimensione della guerra, una sorta di oasi dove dimenticare per tre volte la settimana l'incubo della fame, delle bombe, del coprifuoco, dell'oscuramento non solo fisico di quei momenti.
Era una Lazio a conduzione paternalistica e leggermente snob (i soffitti a cassettoni e gli stucchi della sede di via Borgognona mi incutevano grande soggezione, così come le scarpe "made in England" e le cravatte Scappino di molti dirigenti), ma viva la faccia del paternalismo quando ne sia titolare un uomo come Remo Zenobi. Per noi della squadra ragazzi il grande momento era il giovedì, quando per la partitella ci mischiavamo con i titolari ai quali ovviamente davamo rigorosamente del Lei ("Per favore, mi passi la palla") e potevamo toccare (e magari anche duramente) Piola, l'idolo meno idolo che abbia mai conosciuto, oppure "Flaco" Flamini, voce cavernosa e piede di velluto che inventava palle-gol a getto continuo. Il titolare col quale avevo maggior confidenza era comunque Uber Gradella per il fatto che ci incontravamo spesso al conservatorio di Santa Cecilia dove lui andava a lezione di canto e io di violino. Tempi in cui chi non rispettava certe regole tattiche dettate dal responsabile delle minori Canestri ("Mai offrirsi in linea con un compagno all'avversario portatore di palla", "Mai battere centralmente un calcio di rimessa", "Mai aspettare la palla, ma andarle incontro", eccetera) doveva sorbirsi, tra gli sfottò dei compagni, una bella serie di giri di campo.
Spesso fatti gareggiando con i cani, dal momento che ci si allenava al cinodromo della Rondinella in concomitanza con le corse canine. Il nostro centravanti si chiamava Pasqualucci e aveva un tiro al fulmicotone, ma una volta ciccò una palla-gol con un sinistro troppo molle. "Non ha il sinistro" mormorò qualcuno all'orecchio di Canestri. "No: non ha mangiato" replicò il "Sor Dino". A proposito di mangiare: mi fanno ridere quelli che parlano di "odio antico" tra Lazio e Roma. La Roma si allenava all'Apollodoro, cioè a dieci metri dalla Rondinella e i ragazzi erano allenati da Guido Masetti che un giorno arrivò con un sacco pieno di pagnotte militari catturate chissà dove e chissà come. Volle che i suoi "lupetti" le dividessero con noi. Che "odio" è?
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Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
Meriti di prenderne 8 se metti ancora Elseid Hysaj.
Che rottura di palle Hysaj.
Molto peggio di Patric.
Inspiegabile che sia un calciatore di serie A, non sa fare un cazzo
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Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
Ecco, l'altra a bordo campo ancora peggio.
Non capiscono UN CAZZO, ma chi li paga?!
Semplicemente Mourinho voleva segnare il quarto e chiedeva di non osannare i passaggini dei romanisti.
Cosa cazzo c'entra il non umiliare gli avversari?
Ma dove gli han presi questi?
Sono inetti completi. Hanno mai visto una partita di calcio prima di questa stagione?
Eppure Ambrosini glielo ha spiegato, porca troja.
Non capiscono UN CAZZO, ma chi li paga?!
Semplicemente Mourinho voleva segnare il quarto e chiedeva di non osannare i passaggini dei romanisti.
Cosa cazzo c'entra il non umiliare gli avversari?
Ma dove gli han presi questi?
Sono inetti completi. Hanno mai visto una partita di calcio prima di questa stagione?
Eppure Ambrosini glielo ha spiegato, porca troja.
Ultima modifica di Nasty il dom mar 20, 2022 6:53 pm, modificato 1 volta in totale.
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Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
Tra l'altro 10 secondi dopo hanno perso il pallone
Ti piace il doppio? Preferisco il threesome
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Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
Sono proprio scarsi questi di dazn.tennisfan82 ha scritto:Tra l'altro 10 secondi dopo hanno perso il pallone
Oggi il cronista di Venezia Samp credeva di commentare la finale di Champions, era eccitatissimo.
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Re: Società Sportiva LAZIO: Qua si gioca a calcio.
L'inetto albanese non può giocare titolare in serie A
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