Mr. Wolf, tu sei tifoso di Sampras?
Storie di calcio e non...
Re: Storie di calcio e non...
Il problema non è l'acqua che beviamo, è l'acqua che mangiamo.
-
- Massimo Carbone
- Messaggi: 33977
- Iscritto il: gio gen 01, 2009 1:00 am
- Località: Torino
- Contatta:
Re: Storie di calcio e non...
Zaccheroni trovato privo di sensi nel suo appartamento a seguito di una caduta (non si sa se causata da malore) e ricoverato in terapia intensiva
- Mr.Wolf
- Amministratore
- Messaggi: 14252
- Iscritto il: sab gen 01, 2000 1:00 am
- Località: Padova
- Contatta:
Re: Storie di calcio e non...
Super tifoso
"La migrazione guidata da un avatar di Sampras è il segno che ogni tanto il bene vince sul male" (Nickognito, 04/08/2015)
https://youtube.com/@PeteSamprasMemories
https://youtube.com/@PeteSamprasMemories
-
- Utente dell' anno 2021
- Messaggi: 75848
- Iscritto il: gio set 15, 2005 2:21 pm
- Località: Salò
- Contatta:
Re: Storie di calcio e non...
Brutta Notizia
Forza Alberto
F.F.
“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
- Nasty
- Più decisivo di Borriello
- Messaggi: 55215
- Iscritto il: lun nov 25, 2002 1:00 am
- Località: Foligno, centro del mondo
Re: Storie di calcio e non...
Forza Alberto! Dai dai
Siamo tutti testimoni "Perchè ti chiamano Pilone?"
Re: Storie di calcio e non...
Speriamo bene per il nostro Zak.
"Amo Speranza" - alessandro
"Speranza è un grande politico, un grande statista" - alessandro
"Speranza è un grande politico, un grande statista" - alessandro
-
- FooLminato
- Messaggi: 10828
- Iscritto il: mer gen 30, 2002 1:00 am
- Località: L'Italia che non vuole bene
Re: Storie di calcio e non...
Chi è stato?
Non lo so. Non conosco i giocatori dell'Inter
Non lo so. Non conosco i giocatori dell'Inter
Lo voglio rivedere, Fabio
-
- FooLminato
- Messaggi: 10828
- Iscritto il: mer gen 30, 2002 1:00 am
- Località: L'Italia che non vuole bene
Re: Storie di calcio e non...
Da Wikipedia, Juve saldamente in testa.
Roma che per tutti i punti che ha, raccolto davvero poco.
Livorno 25esimo, wow
Nobili decadute danneggiate dai 3 punti per vittoria che ai loro tempi non c'erano.
Parma grazie al simpatico Tanzi, miglior rapporto punti/partecipazioni.
Roma che per tutti i punti che ha, raccolto davvero poco.
Livorno 25esimo, wow
Nobili decadute danneggiate dai 3 punti per vittoria che ai loro tempi non c'erano.
Parma grazie al simpatico Tanzi, miglior rapporto punti/partecipazioni.
Lo voglio rivedere, Fabio
Re: Storie di calcio e non...
Ero allo stadio con mio Papà
2024: "Nole non vincera' mai piu' il Roland Garros" (cit.Sottoscritto)
-
- Utente dell' anno 2021
- Messaggi: 75848
- Iscritto il: gio set 15, 2005 2:21 pm
- Località: Salò
- Contatta:
Re: Storie di calcio e non...
Napoli maradoniano che per altro contro l'Inter a milano raccoglieva meno di quanto meritasse.
Noi invece vi abbiamo dato legnate storiche (1988, 1990, 91) anche se pure voi al San Paolo ce le davate spesso.
F.F.
Noi invece vi abbiamo dato legnate storiche (1988, 1990, 91) anche se pure voi al San Paolo ce le davate spesso.
F.F.
“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
-
- FooLminato
- Messaggi: 10828
- Iscritto il: mer gen 30, 2002 1:00 am
- Località: L'Italia che non vuole bene
Re: Storie di calcio e non...
La sua avventura alla Juve è finita nel 1999, dopo altre vittorie e serate magiche. Cosa rimane dei suoi pro? «Tantissimi bei ricordi, grandi gioie, ma anche cocenti delusioni, ma questo è lo sport. Fuori dal campo, molti legami, qualche forte amicizia e un magnifico lunedì di Pasqua al Comunale: mega grigliata di rosticciana e bistecche con le famiglie. Una giornata meravigliosa».
Tanti auguri Tyson del mio cuore
Quando Gianni Agnelli lo vede per la prima volta a Villar Perosa, ha un tuffo al cuore. Il modo di parare, l’esplosività dei muscoli, la plasticità del volo gli ricordano il grande Sentimenti IV detto Cochi. Ma lui si chiama Angelo Peruzzi, ha ventuno anni e viene da Viterbo. È l’estate del 1991, in casa bianconera c’è aria di restaurazione dopo il doloroso flop della Juve champagne di Gigi Maifredi. L’Avvocato per prima cosa ha fatto tornare in tutta fretta Giampiero Boniperti, dimessosi l’anno prima, quindi ha convinto Ernesto Pellegrini, presidente dell’Inter, a restituirgli Giovanni Trapattoni, che così torna sulla panchina bianconera dopo cinque stagioni. Ritorna la premiata ditta Boni-Trap che ha segnato per un decennio la storia vincente della Juventus. La campagna acquisti punta sulla sostanza e sulla forza. Arrivano i tedeschi Reuter e Kohler, oltre a Massimo Carrera. A novembre ci sarà posto anche per Antonio Conte. Ma la novità più interessante è data dall’acquisto di Angelo Peruzzi, uno dei portieri italiani più promettenti.
Che sia un talento naturale lo dice già la sua breve ma intensa biografia. Cresce nella Roma. Negrisolo, che è il preparatore dei portieri, dice di non averne mai visto uno così esplosivo. Nils Liedholm, allenatore giallorosso, conferma, anche lui stupefatto dalle doti naturali del ragazzone e dalla sua maturità. Perché Angelo, neanche maggiorenne, dimostra una freddezza e una tranquillità che difficilmente si riscontrano a quell’età, specie per chi fa il portiere. Il Barone lo fa esordire a San Siro nel dicembre 1987, al posto di Tancredi stordito da un petardo. L’anno dopo fa una dozzina di partite, quindi una stagione a Verona da titolare con Luciano Bodini a fargli da chioccia, in un affascinante intreccio di Juventus passate e future. Il ritorno a Roma, la squalifica, e adesso la grande occasione del passaggio in bianconero.
Angelo, com’è nato il suo trasferimento alla Juventus? «Un giorno mi telefonò Montezemolo. Successe pochi mesi dopo la squalifica, a cavallo tra il 1990 e il 1991. Mi disse che mi avrebbe voluto alla Juve. Chiaro che per me quella richiesta abbia rappresentato un caldo e intenso raggio di luce in un momento buio. Prima dal punto di vista umano, perché l’interessamento significava che il giudizio sulla persona era positivo. E poi sotto l’aspetto sportivo, perché vestire la maglia della Juventus, è il massimo per un calciatore».
Faceva il tifo per i bianconeri da bambino? «A dire il vero da piccolo il calcio non lo seguivo per niente. I primi di album di figurine li ho fatti quando ero a Verona perché ce li regalavano! No, non avevo squadre del cuore, né particolari simpatie».
Com’è che si è trovato a fare il portiere? «Perché mi piaceva tuffarmi, mi divertivo. Così è stato naturale giocare in porta. Non è un caso che abbia finito per ricoprire l’unico ruolo “singolare” che c’è in una squadra di calcio, quello in cui si usano le mani al posto dei piedi».
A proposito delle mani, ma è vera la storia che era capace di pescare a mani nude? «È una tradizione del mio paese, Blera. Lo fanno tutti. E poi i pesci che nuotano nei fiumi sono più lenti rispetto a quelli marini».
Torniamo alla telefonata della Juventus. Cosa ha pensato quando, a fine stagione 1991, Montezemolo ha lasciato la società? «Ho sudato freddo. Normale che avessi paura di non andare più a Torino».
E invece? «E invece mi chiamò Boniperti e mi convocò in sede. La gioia fu immensa, anche perché il futuro alla Roma era ad alto rischio».
Si ricorda il primo incontro con Boniperti? «Ricordo tutto. All’epoca ero assistito dall’agente Beppe Bonetto. Passammo la serata precedente a studiare tutte le possibili strategie per spuntare le migliori condizioni contrattuali. Tutto inutile».
Perché? «Perché fece tutto Boniperti. Appena entrati nella sua stanza, mi chiese se ero sposato. Gli risposi di no. E lui: “Allora cerca di sposarti presto”».
Ma almeno sul contratto avrete discusso? «Macché! Mi disse: “Firma qui, vedrai che ti troverai bene”. Firmai per quattro anni».
La cifra? «La mise lui, aveva già preparato tutto. Ovviamente molto lontana da quelle pensate la notte prima con Bonetto. Comunque, quel che più contava in quel momento è che ero un giocatore della Juve».
Per lei si apriva una pagina nuova. «Ero molto soddisfatto, anche se per alcuni mesi ancora non avrei potuto prendere parte alle partite ufficiali. Ma a quel punto sapevo che sarebbe stata solo una questione di tempo».
Era in programma il suo lancio come titolare già in quella prima stagione? «Non lo so, anche se un po’ ci speravo di fare qualche partita, com’è normale per ogni calciatore. Ma le gerarchie erano chiare: Tacconi numero uno ed io dietro».
Com’è stato il suo rapporto con Tacconi? «Molto buono. Dividevamo la camera nei ritiri. Aveva una grande voglia di giocare».
Ma Trapattoni la pensava diversamente. «Il mister fece delle scelte in prospettiva. Tacconi aveva trentacinque anni, io ventuno. Chiaro che per me fu una magnifica sorpresa quando giocai per la prima volta con la maglia numero uno, andata dei quarti di finale di Coppa Italia contro l’Inter. Era il 1991».
Nessun segno premonitore? «I giornali ne stavano parlando, insomma un po’ nell’aria girava la notizia, ma la conferma me la dette Trapattoni solo la sera prima, durante il classico giro delle camere. Andai bene, passammo il turno e fui confermato anche nelle semifinali contro il Milan, dove parai un rigore a Franco Baresi».
La cosa che impressionava di lei era la sensazione di grande freddezza e tranquillità che dimostrava in campo. «Era tutta una finta! Mascheravo così la tensione».
Il 18 aprile 1992: arriva anche il debutto in Serie A, proprio all’Olimpico contro la Roma. «Quella fu una coincidenza curiosa. La cosa più importante fu l’annuncio pubblico di Trapattoni che annunciò la mia promozione come titolare».
Le sue sensazioni? «Ero felice, tutto stava andando benissimo, oltre le mie stesse aspettative. Ereditare la maglia di Zoff e Tacconi a ventidue anni era decisamente una cosa eccezionale».
Tanto che Tacconi, piuttosto che farle da riserva, preferì lasciare la Juve. «Lui desiderava giocare, ed era giusto che lo pensasse e che perseguisse l’obiettivo. Alla Juve le scelte a quel punto erano state fatte. Lui andò al Genoa e al suo posto arrivò Michelangelo Rampulla con il quale sono entrato subito in sintonia, diventando presto amici, anche perché con me, che ogni tanto mi rompevo, non ha fatto solo panchina». (ride)
E con Rampulla suo vice operativo è arrivata subito la Coppa Uefa nel 1993. «Uno di ricordi più intensi che ho ancora oggi, perché per me è stata la prima vittoria in assoluto in carriera. Avevamo una squadra fortissima, con Baggio, Möller e Vialli e gente tosta come Kholer, Marocchi, Conte e Dino Baggio. Purtroppo l’anno dopo andò maluccio, così la società decise di cambiare tutto».
E sulla panchina arrivò Marcello Lippi. «Non lo conoscevo direttamente, ma mi fece subito una grande impressione. Aveva idee chiare, una grande voglia di sfruttare al massimo l’occasione e una fame di vittorie che era anche la nostra. C’è stato subito feeling tra noi per un legame che si è intensificato nel corso del tempo: andai con lui all’Inter e, soprattutto, mi volle in Nazionale nel 2006. Una grande persona».
Quali sono le doti migliori di Lippi? «Sono tante. Ma a me è sempre piaciuto il suo essere franco e diretto nel faccia a faccia. Con me succedeva questo: mi chiamava nel suo spogliatoio e ci confrontavamo. Mi diceva: “Angelo, hai sbagliato questa cosa”. Ed io rispondevo per le rime, magari anche quando sapevo di non avere completa ragione. Era un modo per stimolarmi. In questo era molto bravo, sapeva capire le persone».
E sul piano tecnico-tattico? «Fu lui che ci convinse a giocare con le tre punte e che, dopo la sconfitta per 2-0 con il Foggia disse che, se proprio si doveva prendere goal, allora era meglio prenderlo in contropiede. Lippi è stato l’artefice massimo della rinascita della Juve. Lo dimostra anche il fatto che ogni anno partiva qualche big, ma la squadra rimaneva ai massimi livelli».
Con Lippi arrivò anche il nuovo preparatore atletico Ventrone. «Un torturatore (ride). Mi costringeva a fare le presse. Con lui ho fatto una quantità enorme di addominali. Ma la forza di quella Juve era anche quella. Forse non eravamo i più forti in assoluto, ma non mollavamo mai. Eravamo una squadra rognosa, dove tutti lottavano fino alla fine per lo stesso obiettivo».
A fine campionato 1994-95, bruciando tutte le tappe, arrivò lo scudetto. «Una gioia immensa. Per noi fu un’accelerazione che ci permise di fare subito il salto di qualità che, forse, avrebbe dovuto esserci qualche anno dopo. Invece eravamo già lì, pronti ad aprire un nuovo ciclo».
E, difatti, il 22 maggio 1996 ecco la Coppa dei Campioni. «Un altro di momenti indimenticabili vissuti alla Juventus, anche se alla fine del primo tempo della finale mi giravano parecchio».
Per via del goal del pareggio dell’Ajax? «Mi sentivo in colpa, avevo respinto male una punizione e Litmanen ne approfittò. Ma alla fine quell’errore mi servì moltissimo al momento dei rigori. Mi dissi: “La cazzata l’hai già fatta. Ora hai solo da guadagnare”. Riuscii a tranquillizzarmi e ne parai due!»
Certo vincere la Coppa dei Campioni nel suo stadio deve essere stato qualcosa di incredibile. «Tutto vero. L’unica cosa che stonava era quella maglia gialla con le stelle blu. Io ero un tradizionalista: grigio o nero, come Zoff».
Fu accontentato la stagione dopo: aveva proprio una bellissima divisa nera con bordi grigi a Tokyo, quel 26 novembre 1996. «Che ricordi incredibili! La prima cosa che mi colpì durante la partita era sentire il boato del pubblico con qualche secondo di ritardo dopo che era finita un’azione o c’era stato un tiro. Mi dissi: “Ma questi giapponesi so’ proprio strani!”»
E invece? «La cosa era molto semplice: loro guardavano la partita anche sul maxischermo; arrivando le immagini in ritardo, di conseguenza anche i loro ululati erano ritardati».
Temuto di non vincere quella sera? «Sarebbe stato un gran peccato. Meno male che ci pensò Del Piero con un goal fantastico. E a me, che ero capitano, non restò che alzare la Coppa».
Quella sbagliata, però! (ride) «Presi la Toyota Cup, ma per i giapponesi è quello il vero trofeo».
Nicola Calzaretta - Hurrà Juventus, Luglio / Agosto 2013
Tanti auguri Tyson del mio cuore
Quando Gianni Agnelli lo vede per la prima volta a Villar Perosa, ha un tuffo al cuore. Il modo di parare, l’esplosività dei muscoli, la plasticità del volo gli ricordano il grande Sentimenti IV detto Cochi. Ma lui si chiama Angelo Peruzzi, ha ventuno anni e viene da Viterbo. È l’estate del 1991, in casa bianconera c’è aria di restaurazione dopo il doloroso flop della Juve champagne di Gigi Maifredi. L’Avvocato per prima cosa ha fatto tornare in tutta fretta Giampiero Boniperti, dimessosi l’anno prima, quindi ha convinto Ernesto Pellegrini, presidente dell’Inter, a restituirgli Giovanni Trapattoni, che così torna sulla panchina bianconera dopo cinque stagioni. Ritorna la premiata ditta Boni-Trap che ha segnato per un decennio la storia vincente della Juventus. La campagna acquisti punta sulla sostanza e sulla forza. Arrivano i tedeschi Reuter e Kohler, oltre a Massimo Carrera. A novembre ci sarà posto anche per Antonio Conte. Ma la novità più interessante è data dall’acquisto di Angelo Peruzzi, uno dei portieri italiani più promettenti.
Che sia un talento naturale lo dice già la sua breve ma intensa biografia. Cresce nella Roma. Negrisolo, che è il preparatore dei portieri, dice di non averne mai visto uno così esplosivo. Nils Liedholm, allenatore giallorosso, conferma, anche lui stupefatto dalle doti naturali del ragazzone e dalla sua maturità. Perché Angelo, neanche maggiorenne, dimostra una freddezza e una tranquillità che difficilmente si riscontrano a quell’età, specie per chi fa il portiere. Il Barone lo fa esordire a San Siro nel dicembre 1987, al posto di Tancredi stordito da un petardo. L’anno dopo fa una dozzina di partite, quindi una stagione a Verona da titolare con Luciano Bodini a fargli da chioccia, in un affascinante intreccio di Juventus passate e future. Il ritorno a Roma, la squalifica, e adesso la grande occasione del passaggio in bianconero.
Angelo, com’è nato il suo trasferimento alla Juventus? «Un giorno mi telefonò Montezemolo. Successe pochi mesi dopo la squalifica, a cavallo tra il 1990 e il 1991. Mi disse che mi avrebbe voluto alla Juve. Chiaro che per me quella richiesta abbia rappresentato un caldo e intenso raggio di luce in un momento buio. Prima dal punto di vista umano, perché l’interessamento significava che il giudizio sulla persona era positivo. E poi sotto l’aspetto sportivo, perché vestire la maglia della Juventus, è il massimo per un calciatore».
Faceva il tifo per i bianconeri da bambino? «A dire il vero da piccolo il calcio non lo seguivo per niente. I primi di album di figurine li ho fatti quando ero a Verona perché ce li regalavano! No, non avevo squadre del cuore, né particolari simpatie».
Com’è che si è trovato a fare il portiere? «Perché mi piaceva tuffarmi, mi divertivo. Così è stato naturale giocare in porta. Non è un caso che abbia finito per ricoprire l’unico ruolo “singolare” che c’è in una squadra di calcio, quello in cui si usano le mani al posto dei piedi».
A proposito delle mani, ma è vera la storia che era capace di pescare a mani nude? «È una tradizione del mio paese, Blera. Lo fanno tutti. E poi i pesci che nuotano nei fiumi sono più lenti rispetto a quelli marini».
Torniamo alla telefonata della Juventus. Cosa ha pensato quando, a fine stagione 1991, Montezemolo ha lasciato la società? «Ho sudato freddo. Normale che avessi paura di non andare più a Torino».
E invece? «E invece mi chiamò Boniperti e mi convocò in sede. La gioia fu immensa, anche perché il futuro alla Roma era ad alto rischio».
Si ricorda il primo incontro con Boniperti? «Ricordo tutto. All’epoca ero assistito dall’agente Beppe Bonetto. Passammo la serata precedente a studiare tutte le possibili strategie per spuntare le migliori condizioni contrattuali. Tutto inutile».
Perché? «Perché fece tutto Boniperti. Appena entrati nella sua stanza, mi chiese se ero sposato. Gli risposi di no. E lui: “Allora cerca di sposarti presto”».
Ma almeno sul contratto avrete discusso? «Macché! Mi disse: “Firma qui, vedrai che ti troverai bene”. Firmai per quattro anni».
La cifra? «La mise lui, aveva già preparato tutto. Ovviamente molto lontana da quelle pensate la notte prima con Bonetto. Comunque, quel che più contava in quel momento è che ero un giocatore della Juve».
Per lei si apriva una pagina nuova. «Ero molto soddisfatto, anche se per alcuni mesi ancora non avrei potuto prendere parte alle partite ufficiali. Ma a quel punto sapevo che sarebbe stata solo una questione di tempo».
Era in programma il suo lancio come titolare già in quella prima stagione? «Non lo so, anche se un po’ ci speravo di fare qualche partita, com’è normale per ogni calciatore. Ma le gerarchie erano chiare: Tacconi numero uno ed io dietro».
Com’è stato il suo rapporto con Tacconi? «Molto buono. Dividevamo la camera nei ritiri. Aveva una grande voglia di giocare».
Ma Trapattoni la pensava diversamente. «Il mister fece delle scelte in prospettiva. Tacconi aveva trentacinque anni, io ventuno. Chiaro che per me fu una magnifica sorpresa quando giocai per la prima volta con la maglia numero uno, andata dei quarti di finale di Coppa Italia contro l’Inter. Era il 1991».
Nessun segno premonitore? «I giornali ne stavano parlando, insomma un po’ nell’aria girava la notizia, ma la conferma me la dette Trapattoni solo la sera prima, durante il classico giro delle camere. Andai bene, passammo il turno e fui confermato anche nelle semifinali contro il Milan, dove parai un rigore a Franco Baresi».
La cosa che impressionava di lei era la sensazione di grande freddezza e tranquillità che dimostrava in campo. «Era tutta una finta! Mascheravo così la tensione».
Il 18 aprile 1992: arriva anche il debutto in Serie A, proprio all’Olimpico contro la Roma. «Quella fu una coincidenza curiosa. La cosa più importante fu l’annuncio pubblico di Trapattoni che annunciò la mia promozione come titolare».
Le sue sensazioni? «Ero felice, tutto stava andando benissimo, oltre le mie stesse aspettative. Ereditare la maglia di Zoff e Tacconi a ventidue anni era decisamente una cosa eccezionale».
Tanto che Tacconi, piuttosto che farle da riserva, preferì lasciare la Juve. «Lui desiderava giocare, ed era giusto che lo pensasse e che perseguisse l’obiettivo. Alla Juve le scelte a quel punto erano state fatte. Lui andò al Genoa e al suo posto arrivò Michelangelo Rampulla con il quale sono entrato subito in sintonia, diventando presto amici, anche perché con me, che ogni tanto mi rompevo, non ha fatto solo panchina». (ride)
E con Rampulla suo vice operativo è arrivata subito la Coppa Uefa nel 1993. «Uno di ricordi più intensi che ho ancora oggi, perché per me è stata la prima vittoria in assoluto in carriera. Avevamo una squadra fortissima, con Baggio, Möller e Vialli e gente tosta come Kholer, Marocchi, Conte e Dino Baggio. Purtroppo l’anno dopo andò maluccio, così la società decise di cambiare tutto».
E sulla panchina arrivò Marcello Lippi. «Non lo conoscevo direttamente, ma mi fece subito una grande impressione. Aveva idee chiare, una grande voglia di sfruttare al massimo l’occasione e una fame di vittorie che era anche la nostra. C’è stato subito feeling tra noi per un legame che si è intensificato nel corso del tempo: andai con lui all’Inter e, soprattutto, mi volle in Nazionale nel 2006. Una grande persona».
Quali sono le doti migliori di Lippi? «Sono tante. Ma a me è sempre piaciuto il suo essere franco e diretto nel faccia a faccia. Con me succedeva questo: mi chiamava nel suo spogliatoio e ci confrontavamo. Mi diceva: “Angelo, hai sbagliato questa cosa”. Ed io rispondevo per le rime, magari anche quando sapevo di non avere completa ragione. Era un modo per stimolarmi. In questo era molto bravo, sapeva capire le persone».
E sul piano tecnico-tattico? «Fu lui che ci convinse a giocare con le tre punte e che, dopo la sconfitta per 2-0 con il Foggia disse che, se proprio si doveva prendere goal, allora era meglio prenderlo in contropiede. Lippi è stato l’artefice massimo della rinascita della Juve. Lo dimostra anche il fatto che ogni anno partiva qualche big, ma la squadra rimaneva ai massimi livelli».
Con Lippi arrivò anche il nuovo preparatore atletico Ventrone. «Un torturatore (ride). Mi costringeva a fare le presse. Con lui ho fatto una quantità enorme di addominali. Ma la forza di quella Juve era anche quella. Forse non eravamo i più forti in assoluto, ma non mollavamo mai. Eravamo una squadra rognosa, dove tutti lottavano fino alla fine per lo stesso obiettivo».
A fine campionato 1994-95, bruciando tutte le tappe, arrivò lo scudetto. «Una gioia immensa. Per noi fu un’accelerazione che ci permise di fare subito il salto di qualità che, forse, avrebbe dovuto esserci qualche anno dopo. Invece eravamo già lì, pronti ad aprire un nuovo ciclo».
E, difatti, il 22 maggio 1996 ecco la Coppa dei Campioni. «Un altro di momenti indimenticabili vissuti alla Juventus, anche se alla fine del primo tempo della finale mi giravano parecchio».
Per via del goal del pareggio dell’Ajax? «Mi sentivo in colpa, avevo respinto male una punizione e Litmanen ne approfittò. Ma alla fine quell’errore mi servì moltissimo al momento dei rigori. Mi dissi: “La cazzata l’hai già fatta. Ora hai solo da guadagnare”. Riuscii a tranquillizzarmi e ne parai due!»
Certo vincere la Coppa dei Campioni nel suo stadio deve essere stato qualcosa di incredibile. «Tutto vero. L’unica cosa che stonava era quella maglia gialla con le stelle blu. Io ero un tradizionalista: grigio o nero, come Zoff».
Fu accontentato la stagione dopo: aveva proprio una bellissima divisa nera con bordi grigi a Tokyo, quel 26 novembre 1996. «Che ricordi incredibili! La prima cosa che mi colpì durante la partita era sentire il boato del pubblico con qualche secondo di ritardo dopo che era finita un’azione o c’era stato un tiro. Mi dissi: “Ma questi giapponesi so’ proprio strani!”»
E invece? «La cosa era molto semplice: loro guardavano la partita anche sul maxischermo; arrivando le immagini in ritardo, di conseguenza anche i loro ululati erano ritardati».
Temuto di non vincere quella sera? «Sarebbe stato un gran peccato. Meno male che ci pensò Del Piero con un goal fantastico. E a me, che ero capitano, non restò che alzare la Coppa».
Quella sbagliata, però! (ride) «Presi la Toyota Cup, ma per i giapponesi è quello il vero trofeo».
Nicola Calzaretta - Hurrà Juventus, Luglio / Agosto 2013
Lo voglio rivedere, Fabio
Re: Storie di calcio e non...
Cinghialone
-
- FooLminato
- Messaggi: 10828
- Iscritto il: mer gen 30, 2002 1:00 am
- Località: L'Italia che non vuole bene
Re: Storie di calcio e non...
Io, al top, lo preferisco anche al miglior Buffon.
Poi vabbè, nel complesso Buffon è stato superiore, Peruzzi è stato il n.1 per 6-7 anni, Buffon per almeno una quindicina.
Poi vabbè, nel complesso Buffon è stato superiore, Peruzzi è stato il n.1 per 6-7 anni, Buffon per almeno una quindicina.
Lo voglio rivedere, Fabio
Re: Storie di calcio e non...
Dalla pagina Facebook Calcio - Ultimi Romantici.
”Fu mia la decisione di lasciare il Manchester United. Avevo un contratto di quattro anni. Ricordo che Teddy Sheringham, che sapeva che avevo un grave problema familiare, mi chiese di restare. Anche Sir Alex Ferguson mi pregò di aspettare, di tornare in Italia per due settimane per cercare di risolvere i problemi e poi di tornare a Manchester.
E’ il più grande rimpianto della mia carriera calcistica. In Italia, due settimane di pausa con quel tipo di considerazione umana che mi ha offerto Sir Alex semplicemente non esistono”.
Tanti auguri Massimo Taibi
”Fu mia la decisione di lasciare il Manchester United. Avevo un contratto di quattro anni. Ricordo che Teddy Sheringham, che sapeva che avevo un grave problema familiare, mi chiese di restare. Anche Sir Alex Ferguson mi pregò di aspettare, di tornare in Italia per due settimane per cercare di risolvere i problemi e poi di tornare a Manchester.
E’ il più grande rimpianto della mia carriera calcistica. In Italia, due settimane di pausa con quel tipo di considerazione umana che mi ha offerto Sir Alex semplicemente non esistono”.
Tanti auguri Massimo Taibi
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.
-
- Utente dell' anno 2021
- Messaggi: 75848
- Iscritto il: gio set 15, 2005 2:21 pm
- Località: Salò
- Contatta:
Re: Storie di calcio e non...
Anche lui al Top lo preferivo al miglior Buffon.
F.F.
F.F.
“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
- balbysauro
- Utente del Decennio 10-20
- Messaggi: 75960
- Iscritto il: mer nov 28, 2007 6:53 pm
- Località: Palermo
Re: Storie di calcio e non...
io a Buffon preferivo Antonio Chimenti, anche non al top
forse anche Landry Bonnefoi
forse anche Landry Bonnefoi
-
- Utente dell' anno 2021
- Messaggi: 75848
- Iscritto il: gio set 15, 2005 2:21 pm
- Località: Salò
- Contatta:
Re: Storie di calcio e non...
io preferivo l'Insalata , ma pure l'uva passa.balbysauro ha scritto: ↑sab feb 18, 2023 12:33 pm io a Buffon preferivo Antonio Chimenti, anche non al top
forse anche Landry Bonnefoi
F.F.
“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
-
- FooLminato
- Messaggi: 10828
- Iscritto il: mer gen 30, 2002 1:00 am
- Località: L'Italia che non vuole bene
Re: Storie di calcio e non...
Questa è splendida
Derby 87-88?
“Avevamo perso un derby 2-0, dopo essere stati presi a pallate, entro nello spogliatoio e lui si stava facendo la barba: mi è partita la brocca."
Walter Zenga racconta un aneddoto su Vincenzo Scifo.
Derby 87-88?
“Avevamo perso un derby 2-0, dopo essere stati presi a pallate, entro nello spogliatoio e lui si stava facendo la barba: mi è partita la brocca."
Walter Zenga racconta un aneddoto su Vincenzo Scifo.
Lo voglio rivedere, Fabio
Re: Storie di calcio e non...
Con tutte le puttanate che faceva lui
Re: Storie di calcio e non...
Non vedo cosa ci sia di così scandaloso/irrispettoso nel farsi la barba pur dopo una brutta e importante sconfitta.
Boh, mica si stava tirando una sega o ballando la Macarena.
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.
-
- Massimo Carbone
- Messaggi: 33977
- Iscritto il: gio gen 01, 2009 1:00 am
- Località: Torino
- Contatta:
Re: Storie di calcio e non...
In effetti anche io ho pensato la stessa cosa.
Boh
Boh
Re: Storie di calcio e non...
Ma infatti nulla. Probabilmente doveva avere atteggiamenti più plateali come l'uomo ragno. Magari spaccare qualcosa negli spogliatoi o rincorrere qualcuno in campo.Monheim ha scritto: ↑dom feb 19, 2023 8:11 pmNon vedo cosa ci sia di così scandaloso/irrispettoso nel farsi la barba pur dopo una brutta e importante sconfitta.
Boh, mica si stava tirando una sega o ballando la Macarena.
-
- Massimo Carbone
- Messaggi: 16437
- Iscritto il: gio mag 12, 2016 8:32 am
- Località: Collo dello Stivale, Terronia
Re: Storie di calcio e non...
Che classe che aveva Scifo.
Uno dei più giocatori più stilosi che abbia mai visto.
Peccato poteva fare una carriera ancora migliore con i mezzi che aveva.
Uno dei più giocatori più stilosi che abbia mai visto.
Peccato poteva fare una carriera ancora migliore con i mezzi che aveva.
Re: Storie di calcio e non...
Eh ma se ti fai la barba dove vuoi andare. A calcio la barba la devi avere mica fai l'allenatore di tennis.
Re: Storie di calcio e non...
Comunque...
Splendido il titolo di giornale "Niente sesso, siamo il Milan"
Sempre splendido risentire Zuccalà
Splendido il titolo di giornale "Niente sesso, siamo il Milan"
Sempre splendido risentire Zuccalà
-
- FooLminato
- Messaggi: 10828
- Iscritto il: mer gen 30, 2002 1:00 am
- Località: L'Italia che non vuole bene
Re: Storie di calcio e non...
Evidentemente nell'ambiente professionistico (che personalmente non ho praticato), non è visto di buon occhio dopo una prestazione orrenda in una partita molto sentita, rientrare nello spogliatoio e radersi la barba o tagliarsi le unghie. Fallo a casa tua.ThePiper ha scritto: ↑dom feb 19, 2023 8:30 pmMa infatti nulla. Probabilmente doveva avere atteggiamenti più plateali come l'uomo ragno. Magari spaccare qualcosa negli spogliatoi o rincorrere qualcuno in campo.
Lo voglio rivedere, Fabio
Re: Storie di calcio e non...
Ma si ho capito cosa intendesse dire. Ma nemmeno condurre programmi televisivi per me era molto professionale (anche perchè magari poteva capitare pure in settimane in cui venivi da brutte sconfitte).Burano ha scritto: ↑dom feb 19, 2023 9:43 pmEvidentemente nell'ambiente professionistico (che personalmente non ho praticato), non è visto di buon occhio dopo una prestazione orrenda in una partita molto sentita, rientrare nello spogliatoio e radersi la barba o tagliarsi le unghie. Fallo a casa tua.
Poteva farlo con Passarella in quella partita, però per me finiva peggio.
Re: Storie di calcio e non...
Ma certo.ThePiper ha scritto: ↑dom feb 19, 2023 9:51 pmMa si ho capito cosa intendesse dire. Ma nemmeno condurre programmi televisivi per me era molto professionale (anche perchè magari poteva capitare pure in settimane in cui venivi da brutte sconfitte).Burano ha scritto: ↑dom feb 19, 2023 9:43 pmEvidentemente nell'ambiente professionistico (che personalmente non ho praticato), non è visto di buon occhio dopo una prestazione orrenda in una partita molto sentita, rientrare nello spogliatoio e radersi la barba o tagliarsi le unghie. Fallo a casa tua.
Poteva farlo con Passarella in quella partita, però per me finiva peggio.
Sì, poi siamo al solito discorso imbecille secondo cui quando vinci è tutto ok e quando perdi vanno a far le pulci per il servizio fotografico fatto con stocazzo che ti distoglie dal tennis (tipo Federer, Djokovic, Nadal o chi per loro) o altre minchiate come se uno sportivo di alto livello non avesse programmazione e progettazione rigide/ad hoc che contemplano anche siffatti obblighi contrattuali pur senza inficiare la preparazione.
Capiamoci che è un discorso ben diverso rispetto a una Bouchard per cui tanto palesemente quanto legittimamente il tennis è (diventato) marginale.
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.
Re: Storie di calcio e non...
Beh ma ha ragione Zenga, dai...
Ve lo vedete appena finita la partita, il derby, la partita dell'anno, tutti rientrano tristi ed incazzati nello spogliatoio e trovano lui che si fa la barba pronto per andare a farsi la serata tutto bello contento!
Ma poi perché farsi la barba appena dopo la partita?
Ve lo vedete appena finita la partita, il derby, la partita dell'anno, tutti rientrano tristi ed incazzati nello spogliatoio e trovano lui che si fa la barba pronto per andare a farsi la serata tutto bello contento!
Ma poi perché farsi la barba appena dopo la partita?
- Nasty
- Più decisivo di Borriello
- Messaggi: 55215
- Iscritto il: lun nov 25, 2002 1:00 am
- Località: Foligno, centro del mondo
Re: Storie di calcio e non...
Perchè non avete frequentato gli spogliatoi con i nati dopo il 1998 ( mi è capitato appena prima del covid) . Ci sono ragazzi che si DEPILANO LE PALLE ( si depilano un po' dappertutto, ma le palle fa veramente impressione) dopo l'allenamento.maxredo ha scritto: ↑mar feb 21, 2023 7:38 am Beh ma ha ragione Zenga, dai...
Ve lo vedete appena finita la partita, il derby, la partita dell'anno, tutti rientrano tristi ed incazzati nello spogliatoio e trovano lui che si fa la barba pronto per andare a farsi la serata tutto bello contento!
Ma poi perché farsi la barba appena dopo la partita?
Siamo tutti testimoni "Perchè ti chiamano Pilone?"
- balbysauro
- Utente del Decennio 10-20
- Messaggi: 75960
- Iscritto il: mer nov 28, 2007 6:53 pm
- Località: Palermo
Re: Storie di calcio e non...
Io, per piacervi, mi epilerei per tutto il santo giorno, come le balle di un attore porno (cit.)Nasty ha scritto: ↑mar feb 21, 2023 7:41 amPerchè non avete frequentato gli spogliatoi con i nati dopo il 1998 ( mi è capitato appena prima del covid) . Ci sono ragazzi che si DEPILANO LE PALLE ( si depilano un po' dappertutto, ma le palle fa veramente impressione) dopo l'allenamento.maxredo ha scritto: ↑mar feb 21, 2023 7:38 am Beh ma ha ragione Zenga, dai...
Ve lo vedete appena finita la partita, il derby, la partita dell'anno, tutti rientrano tristi ed incazzati nello spogliatoio e trovano lui che si fa la barba pronto per andare a farsi la serata tutto bello contento!
Ma poi perché farsi la barba appena dopo la partita?
Re: Storie di calcio e non...
I ragazzini nello spogliatoio si depilano le palle?
Madonna Santa, già non sopporto che le donne si depilino la figa, se vedessi ste mezze seghe che si depilano le palle penso che li manderei in ritiro senza lamette per un mese.
Madonna Santa, già non sopporto che le donne si depilino la figa, se vedessi ste mezze seghe che si depilano le palle penso che li manderei in ritiro senza lamette per un mese.
"Amo Speranza" - alessandro
"Speranza è un grande politico, un grande statista" - alessandro
"Speranza è un grande politico, un grande statista" - alessandro
- Alga
- Quasi utente dell' anno 2023
- Messaggi: 56203
- Iscritto il: ven giu 23, 2000 2:00 am
- Località: Roma, LAZIO
Re: Storie di calcio e non...
Sì, ma e' diverso se subito dopo una sconfitta ti becco a divertirti in discoteca.Monheim ha scritto: ↑mar feb 21, 2023 7:16 am Sì, poi siamo al solito discorso imbecille secondo cui quando vinci è tutto ok e quando perdi vanno a far le pulci per il servizio fotografico fatto con stocazzo che ti distoglie dal tennis (tipo Federer, Djokovic, Nadal o chi per loro) o altre minchiate come se uno sportivo di alto livello non avesse programmazione e progettazione rigide/ad hoc che contemplano anche siffatti obblighi contrattuali pur senza inficiare la preparazione.
E c'e' differenza tra sport individuale e di squadra.
Forza Aquilotti, riprendiamo a volare!
Re: Storie di calcio e non...
Sono d'accordo con la chiusa e non so te, ma farsi la barba non implica necessariamente uscire a far serata bello contento.maxredo ha scritto: ↑mar feb 21, 2023 7:38 am Beh ma ha ragione Zenga, dai...
Ve lo vedete appena finita la partita, il derby, la partita dell'anno, tutti rientrano tristi ed incazzati nello spogliatoio e trovano lui che si fa la barba pronto per andare a farsi la serata tutto bello contento!
Ma poi perché farsi la barba appena dopo la partita?
Certo, è grottesco/buffo/insolito vedere uno che fa la barba nello spogliatoio dopo la partita a prescindere da esito e importanza della stessa. Idem i ragazzini che si depilano i testicoli.
Perché non a casa con tutta la calma del mondo e in solitaria? Bah!
Gli sport di squadra son quelli in cui devi per forza condividere lo spazio con qualcuno sebbene ti stia profondamente sul pene.Alga ha scritto: ↑mar feb 21, 2023 9:07 amSì, ma e' diverso se subito dopo una sconfitta ti becco a divertirti in discoteca.Monheim ha scritto: ↑mar feb 21, 2023 7:16 am Sì, poi siamo al solito discorso imbecille secondo cui quando vinci è tutto ok e quando perdi vanno a far le pulci per il servizio fotografico fatto con stocazzo che ti distoglie dal tennis (tipo Federer, Djokovic, Nadal o chi per loro) o altre minchiate come se uno sportivo di alto livello non avesse programmazione e progettazione rigide/ad hoc che contemplano anche siffatti obblighi contrattuali pur senza inficiare la preparazione.
E c'e' differenza tra sport individuale e di squadra.
Se non hai una passione forte, anche questo può mettere a dura prova e portare al dedicarsi ad altro specie a livello dilettantistico.
Poi, certo, ad altissimo livello e anche non proprio tale, quantomeno per il calcio, lo stipendio rende tutto meno greve rispetto a un lavoro tradizionale coi colleghi (altri che ti devi sucare obtorto collo se lavori in ufficio/fabbrica/quel che è) e magari 1200 euro al mese lordi.
Capisco possa dare fastidio vedere un compagno di squadra/un calciatore della squadra per cui si tifa che si diverte in discoteca dopo una sconfitta, ma la vita va avanti e magari chissà possa essere sia il (suo) modo migliore per metabolizzarla anziché stare a casa in bagno a piangere sotto la doccia. Ognuno, alla fine, è fatto/reagisce a modo suo.
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.
Re: Storie di calcio e non...
Nasty, ma solo le palle si depilano? Come mai? Prova ad approfondire la tematica e facci sapere!
Re: Storie di calcio e non...
premesso che per me radersi in uno spogliatoio pubblico non è mai il massimo, depilarsi non ne parliamo. anzi chi lo fa è spesso un pigro maleducato che si toglie di dosso l'incombenza di pulire casa o di andare dal barbiere o dall'estetista.ThePiper ha scritto: ↑dom feb 19, 2023 9:51 pmMa si ho capito cosa intendesse dire. Ma nemmeno condurre programmi televisivi per me era molto professionale (anche perchè magari poteva capitare pure in settimane in cui venivi da brutte sconfitte).Burano ha scritto: ↑dom feb 19, 2023 9:43 pmEvidentemente nell'ambiente professionistico (che personalmente non ho praticato), non è visto di buon occhio dopo una prestazione orrenda in una partita molto sentita, rientrare nello spogliatoio e radersi la barba o tagliarsi le unghie. Fallo a casa tua.
Poteva farlo con Passarella in quella partita, però per me finiva peggio.
capisco già di più la stanza d'albergo.
a me uno che prende si rade in spogliatoio già dà fastidio per i motivi di cui sopra, aggiungiamo la gara persa e a occhio uno scifo che non avrà fornito una prestazione particolarmente mordace...
capisco che agli occhi di una persona sanguigna e viscerale come zenga (ma pure io non sarei stato una pasqua per una cosa del genere) un atteggiamento del genere sia inaccettabile.
va anche detto che c'è gente che volta pagina molto prima, direi che forse un pò più di rispetto reciproco avrebbe aiutato tutti.
tifare inter e tifare ferrari sono due cose incompatibili
Cmq avete creato dei mostri osceni e inguardabili.balbysauro ha scritto:Dietro a ogni grande uomo c'è una grande donna.
Dietro a ogni grande donna c'è Hakaishin che le guarda il culo.
Re: Storie di calcio e non...
se devi andare a farti fare certe pratiche le donne prediligono l'assenza di pelo, non mi sembra rocket science
e altro capitolo della "non è rocket science" se ti radi prima della partita giocando sudi dopobarba (non il massimo) se la fai dopo, perchè diciamolo scifo sarà andato a scopare, ti presenti davanti alla bella/alle belle tirato a puntino
tifare inter e tifare ferrari sono due cose incompatibili
Cmq avete creato dei mostri osceni e inguardabili.balbysauro ha scritto:Dietro a ogni grande uomo c'è una grande donna.
Dietro a ogni grande donna c'è Hakaishin che le guarda il culo.
Re: Storie di calcio e non...
no è carenza di educazione dell'etichetta da spogliatoio. lo fanno lì perchè se a casa sporcano devono pulire e magri i genitori vedono. in spogliatoio ci pensa l'addetto alle pulizie e milan milan vaffanculoMonheim ha scritto: ↑mar feb 21, 2023 9:20 am
Sono d'accordo con la chiusa e non so te, ma farsi la barba non implica necessariamente uscire a far serata bello contento.
Certo, è grottesco/buffo/insolito vedere uno che fa la barba nello spogliatoio dopo la partita a prescindere da esito e importanza della stessa. Idem i ragazzini che si depilano i testicoli.
Perché non a casa con tutta la calma del mondo e in solitaria? Bah!
tifare inter e tifare ferrari sono due cose incompatibili
Cmq avete creato dei mostri osceni e inguardabili.balbysauro ha scritto:Dietro a ogni grande uomo c'è una grande donna.
Dietro a ogni grande donna c'è Hakaishin che le guarda il culo.
Re: Storie di calcio e non...
Senza parole se il punto/il dramma è pulire la propria peluria e invece nello spogliatoio tanto c'è il povero stronzo che lo fa.Hakaishin ha scritto: ↑mar feb 21, 2023 5:14 pmno è carenza di educazione dell'etichetta da spogliatoio. lo fanno lì perchè se a casa sporcano devono pulire e magri i genitori vedono. in spogliatoio ci pensa l'addetto alle pulizie e milan milan vaffanculoMonheim ha scritto: ↑mar feb 21, 2023 9:20 amSono d'accordo con la chiusa e non so te, ma farsi la barba non implica necessariamente uscire a far serata bello contento.
Certo, è grottesco/buffo/insolito vedere uno che fa la barba nello spogliatoio dopo la partita a prescindere da esito e importanza della stessa. Idem i ragazzini che si depilano i testicoli.
Perché non a casa con tutta la calma del mondo e in solitaria? Bah!
Pensavo che la tristezza cosmica fosse costituita da gente che prende giorni di ferie per stare a casa a ricevere un inutile pacco di merda, ma probabilmente riusciamo a scendere ancora più in basso.
Ho smesso di frequentare spogliatoi a diciannove anni, salvo poi una breve parentesi a ventisei, e francamente non mi sono mai mancati tuttavia Deo gratias non ho mai assistito ad alcuna scena di cui sopra.
Nulla di male nel depilarsi, assolutamente, ma quantomeno fallo a casa tua. Bah.
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.
Re: Storie di calcio e non...
io penso male e credo proprio sia così specie se deve decespugliare tanto...Monheim ha scritto: ↑mar feb 21, 2023 5:20 pmSenza parole se il punto/il dramma è pulire la propria peluria e invece nello spogliatoio tanto c'è il povero stronzo che lo fa.Hakaishin ha scritto: ↑mar feb 21, 2023 5:14 pmno è carenza di educazione dell'etichetta da spogliatoio. lo fanno lì perchè se a casa sporcano devono pulire e magri i genitori vedono. in spogliatoio ci pensa l'addetto alle pulizie e milan milan vaffanculoMonheim ha scritto: ↑mar feb 21, 2023 9:20 amSono d'accordo con la chiusa e non so te, ma farsi la barba non implica necessariamente uscire a far serata bello contento.
Certo, è grottesco/buffo/insolito vedere uno che fa la barba nello spogliatoio dopo la partita a prescindere da esito e importanza della stessa. Idem i ragazzini che si depilano i testicoli.
Perché non a casa con tutta la calma del mondo e in solitaria? Bah!
Pensavo che la tristezza cosmica fosse costituita da gente che prende giorni di ferie per stare a casa a ricevere un inutile pacco di merda, ma probabilmente riusciamo a scendere ancora più in basso.
Ho smesso di frequentare spogliatoi a diciannove anni, salvo poi una breve parentesi a ventisei, e francamente non mi sono mai mancati tuttavia Deo gratias non ho mai assistito ad alcuna scena di cui sopra.
Nulla di male nel depilarsi, assolutamente, ma quantomeno fallo a casa tua. Bah.
per me la tristezza cosmica è chi paga le tipe su onlyfans quando ci sono troie reali e porno gratis... ma ehi è un mondo libero almeno per ste cose
tifare inter e tifare ferrari sono due cose incompatibili
Cmq avete creato dei mostri osceni e inguardabili.balbysauro ha scritto:Dietro a ogni grande uomo c'è una grande donna.
Dietro a ogni grande donna c'è Hakaishin che le guarda il culo.