Il Tenore risponde

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Re: Il Tenore risponde

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La musica conserva un che d'inafferrabile. Per cui, troviamo diversità di giudizi anche tra addetti ai lavori a seconda degli aspetti che ognuno crede siano da privilegiare rispetto ad altri in un'interpretazione.
Mi permetto di consigliare la lettura di questo libercolo scritto per la musica strumentale pianistica, ma che vale, opportunamente calato, anche nel contesto della lirica.

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Ultima modifica di rob il ven dic 15, 2023 11:20 am, modificato 2 volte in totale.
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uglygeek
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Re: Il Tenore risponde

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scooter ha scritto: ven dic 15, 2023 11:14 am allora vediamo se qualcuno ha il coraggio di andare al festival shakespeariano sbattendosene dell'interpretazione solo perché alla fine Otello uccide sempre Desdemona
Non e' la stessa cosa, pero', la specialita' degli attori e' recitare, non cantare.
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Re: Il Tenore risponde

Messaggio da Johnny Rex »

uglygeek ha scritto: ven dic 15, 2023 10:54 am Poi spettatori diversi hanno gusti diversi.
Ma la lirica non sopravvive perche' e' sovvenzionata dallo stato, in Italia? Contassero solo gli spettatori, starebbero freschi...
Fai prima dirmi cosa non sia sovvenzionato dallo stato, in Italia . Fosse solo per gli spettatori, starebbe fresco pure il Cinema e non solo.

F.F.
Nevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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Re: Il Tenore risponde

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uglygeek ha scritto: ven dic 15, 2023 11:18 am
scooter ha scritto: ven dic 15, 2023 11:14 am allora vediamo se qualcuno ha il coraggio di andare al festival shakespeariano sbattendosene dell'interpretazione solo perché alla fine Otello uccide sempre Desdemona
Non e' la stessa cosa, pero', la specialita' degli attori e' recitare, non cantare.
Però si definisce il nuovo genere "recitar cantando" già nel 1600 e si arriva a Verdi che, come noto, parlava di "parola scenica" proprio per intendere quanto il fatto drammaturgico fosse importante (persino a scapito della parte musicale, potenzialmente, cfr le lettere ad Antonio Ghislanzoni, librettista dell'Aida)
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Re: Il Tenore risponde

Messaggio da Shakespeare »

È che la lirica ha delle regole, giuste o sbagliate che siano, quasi non mutabili anche perché si cantano cose di 100 anni fa.
Il resto della musica è libero di esprimersi come gli pare e piace e l'innovazione è ben accetta.
Sarà per questo che su 100 ascoltatori 1 ascolta lirica e il resto no.
Approposito, per voi è meglio la Callas o la Montserratt, o son semplicemente diverse ?
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Re: Il Tenore risponde

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Shakespeare ha scritto: ven dic 15, 2023 1:50 pm È che la lirica ha delle regole, giuste o sbagliate che siano, quasi non mutabili anche perché si cantano cose di 100 anni fa.
Il resto della musica è libero di esprimersi come gli pare e piace e l'innovazione è ben accetta.
Sarà per questo che su 100 ascoltatori 1 ascolta lirica e il resto no.
Approposito, per voi è meglio la Callas o la Montserratt, o son semplicemente diverse ?
Sì, è certamente un mondo molto conservatore (almeno per quanto attiene alla parte musicale e non è un caso, forse, che quasi a fare da contrappeso spesso i registi eccedano dal verso opposto proponendo spettacoli talmente provocatori da essere solo un intollerabile mix di assurdo e ridicolo).

Sul confronto Callas/Caballé direi che abbiamo due cantanti davvero agli antipodi (voce poco bella, talvolta persino sgraziata, la prima che però è stata probabilmente la più grande artista di cui a oggi esistano testimonianze audio e video; la seconda invece in possesso di tecnica prodigiosa - in particolare nell'esecuzione delle mezze voci e delle filature, delle quali però tendeva ad abusare - unita a timbro da top10, se non top5, di sempre). Coerenza vorrebbe che Chiaky dichiarasse di preferire la spagnola, adesso stiamo a vedere.
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Re: Il Tenore risponde

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scooter ha scritto: ven dic 15, 2023 9:51 am
chiaky ha scritto: gio dic 14, 2023 10:01 pm Ti rendo noto che Bergonzi è praticamente detestato da tutti i miei colleghi, alcuni ne fanno persino una imitazione a presa in giro, quindi così tanto amato dal resto del mondo non sarà. :D
Ma sticazzi, mica deve essere simpatico. Artista sommo, vero e proprio manuale ambulante di gestione del fiato, quasi sempre il migliore interprete possibile dei ruoli verdiani (di sicuro Radames, Don Alvaro, Don Carlo, Manrico); poi sì, la sua dizione non era perfetta per via di quell'accento che non è mai riuscito a nascondere. Ma se discutiamo Bergonzi veramente smettiamo di ascoltare (e fare) l'opera.
Aggiungo che si mangiava molto bene nel suo ristorante.
chiaky ha scritto: gio dic 14, 2023 10:01 pm Domingo boh...certo uno degli artisti più musicali della storia, ma al di là della cabaletta completa sono purtroppo anche passate alla storia le sue stecche sui vari do (abbassati) nel live di Vienna e non solo (ho un live precedente a quello dove pianta delle stecche sia sull'o teco che sull'allarmi che quello di Vienna è nulla in confronto).
Perché lo chiamano Placi Mingo? Perché non ha i DO!!!

Seriamente, acuti problematici per una parte della carriera (curiosamente, più fra i 40 e i 50 anni che dopo) ma a onor del vero solo nel repertorio verdiano (e Otello a parte, il ruolo più impestato lo ha sempre eseguito alla grande). Perché a cantare Puccini, Wagner e più o meno qualunque opera in francese di problemi seri non ne ha mai avuti. In compenso, enorme carisma sulla scena e in generale (nei limiti di quel che il teatro d'opera consente) uno dei migliori attori che abbiano calcato i palchi di tutto il mondo.
Nel complesso, io me lo tengo stretto e continuo a considerarlo sul podio degli interpreti in molti ruoli centrali del repertorio tenorile (Don Alvaro, Radames, Otello in Verdi se proprio non vogliamo considerare anche Manrico; Cavaradossi e Des Grieux in Puccini; Tannhauser in Wagner; e poi ancora Don Josè, Sansone e quasi quasi persino Faust).
Ma il verso a Bergonzi mica lo fanno sulla simpatia, ma sulla voce/vocalità :D
Se è così bravo col fiato perchè è calante? Poi magari qualcuno me lo spiegherà.
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Re: Il Tenore risponde

Messaggio da chiaky »

scooter ha scritto: ven dic 15, 2023 10:06 am
chiaky ha scritto: gio dic 14, 2023 10:15 pm Approfondendo Bergonzi.
Bergonzi nasce baritono, corda che però non gli dà grossi successi, passa poi alla corda tenorile senza mai riuscire ad acquisire una estensione soddisfacente. Canta però con un aplomb che, piano piano, fa pensare a certa critica che sia più moderno di cantanti enormemente più dotati ed estroversi come Del Monaco o Di Stefano, in pratica si scambia un pò una certa timidezza interpretativa con eleganza. In realtà se si ascolta bene, Bergonzi è molto old style, tra portamenti, birignao (la vita è inneferno all'innefelice et similia), esse emiliane che fanno un pò troppo salumiere della bassa eccetera. Però bisogna ammettere che in Verdi l'insieme a volte funziona, tipo nel ballo in Maschera, tipo nella Forza, tipo in alcuni passi del Trovatore solo per dire tre titoli. Però Verdi richiede anche squillo vocale e qui non ci siamo. Squillo che non poteva avere per limiti naturali ma anche per limiti tecnici e qui ti stupisco.
Bergonzi passa per essere un grande tecnico, ma lo è limitatamente alla tecnica di respirazione (e solo fino a metà anni 60, poi il fiato cede), perchè quel suo modo di coprire eccessivamente il suono in note di passaggio, portò ad acuti intubati, cosa che non aiutava certamente a migliorare i problemi di estensione e di squillo che già aveva.
Aggiungiamo pure che questi acuti erano a volte vistosamente calanti, problema peggiorato moltissimo da fine anni 60, con stonature anche di mezzo tono.
Parlando di Corelli, ecco, se si vuole trovare la perfezione tecnica di come fare gli acuti, bisogna sentire corelli. Suono girato ma non intubato, gola apertissima, mandibola tirata indietro (vedere i video) e suono tipo cupola sonora, un vero tornado.
Niente da dire sugli acuti di Corelli, ci mancherebbe altro.
Ma devo dissentire fortemente dalla tua analisi sul canto di Bergonzi. Non tanto sul piano strettamente tecnico (anche perché siamo già arrivati a un livello di dettaglio per il quale non sono sufficientemente preparato), ma su quello artistico. Semplificando molto: tu canti, ma a teatro a vedere lo spettacolo ci vado io. E (tranne rarissime eccezioni) non potrò mai preferire le urla belluine di Del Monaco alle inflessioni di Bergonzi.
Due esempi paradigmatici (e giusto due perché vado di fretta, ma se vuoi ne cerco altri quindici). Finale di Otello, Nium mi tema: senti come Del Monaco accenta il verso "o gloria" e dimmi se ti pare il rimpianto di un uomo di mezza età (abbondante) consapevole di aver fatto un casino e ormai pronto al suicidio, perché a me sembra piuttosto Conan il barbaro. E poi confrontalo con il modo in cui Bergonzi porta le vocali in un'aria come Solenne in quest'ora. (se vuoi un esempio sullo stesso Nium mi tema, di nuovo le vocali come le esegue Vickers).
Capisco che in Italia prevalga l'idea di canto lirico come mezzo di esibizione dei cantanti, ma (e possiamo discuterne a lungo, mica pretendo di avere la verità in tasca) io continuo a pensare che l'opera sia innanzitutto una forma di teatro. Sicché ogni tanto qualche bella cannonata vocale va più che bene e si ascolta con piacere (persino da parte di Del Monaco) ma alla lunga, e neanche tanto lunga, mi sento di prediligere la componente teatrale. E spero non vorrai contestarmi che se c'è una "cifra umana" soprattutto dei personaggi verdiani è la loro estrema civiltà, siano essi personaggi buoni o cattivi. E questo, nessuno come Bergonzi è stato capace di mostrarlo in scena.
Ma guarda che Del Monaco mi piace poco, quindi...
Bergonzi mi piace poco per motivi diversi. Uno è un urlatore, l'altro è un finto stilista che in realtà ha mezzi molto limitati e il suo stile spesso si risolve con portamenti abusivi, birignao e fraseggio analitico ma compassato. Verdi non è mai compassato e non credo ammetta un canto completamente privo di squillo. Insomma per me è un cantante molto sopravvalutato e il motivo è appunto stato il volerne fare un mito per metterlo in contraltare a certi tenori muscolari precedenti, cofondendo la compassatezza per eleganza.
Questa è una mia opinione naturalmente, ma è suffragata da molti colleghi. Bergonzi è un cantante amato dalla critica e già questo mi puzza, perchè difficilmente la critica concorda con chi la musica la fa e spesso anche con chi la ascolta.
Sulla tecnica ribadisco quello che dissi prima, secondo me dal mi in su è tutta sbagliata.
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Re: Il Tenore risponde

Messaggio da chiaky »

Shakespeare ha scritto: ven dic 15, 2023 1:50 pm È che la lirica ha delle regole, giuste o sbagliate che siano, quasi non mutabili anche perché si cantano cose di 100 anni fa.
Il resto della musica è libero di esprimersi come gli pare e piace e l'innovazione è ben accetta.
Sarà per questo che su 100 ascoltatori 1 ascolta lirica e il resto no.
Approposito, per voi è meglio la Callas o la Montserratt, o son semplicemente diverse ?
Non è che la lirica ha delle regole perchè scritta 100 anni fa, le ha perchè è musica d'arte, anche un'opera scritta oggi deve essere eseguita come scrive l'autore, non è che puoi fare un sol dove è scritto un la o un forte dove è scritto piano.
Il pubblico ascolta poco la classica perchè ovviamente il linguaggio oggi è cambiato, esattamente come c'è più gente che legge Ken Follett che persone che leggono Dickens.
E poi perchè oggi le persone non amano approfondire e più una cosa è semplice e poco impegnativa e meglio è. Anche all'interno dello stesso genere musicale si preferisce la cosa più semplice. Nella lirica si fa il pieno con Traviata e il suo zumpappà, mentre il maestoso Don Carlo richiede grande impegno (inutile sottolineare che la partitura di Don Carlo è 100 volte più interessante e ricca di musica), nel pop magari è più comodo ascoltarsi la Pausini che qualche artista musicalmente più completo e che non scriva canzoncine.
Quindi tra la classica/lirica e il pop c'è troppa differenza di semplicità per poter attirare le masse, come invece accadeva chessò, negli anni 50, quando la lirica era come il cinema e gente come Callas, Tebaldi, Del Monaco, Corelli e Di Stefano erano famosi come la Monroe e Tyron Power.

Non capisco perchè scooter pensi che io preferisca la Caballè. Preferisco alla grande la Maria. La Caballè mi piace molto, a scanso di equivoci, una voce bellissima e stupendamente gestita, le mezzevoci più belle mai sentite, solo un pò fredda, troppo spesso portata a ignorare la dizione corretta per facilitare la posizione della voce e una seconda parte di carriera un pò svagata, spesso si presentava poco preparata addirittura. Comunque grandissima.

Ma la Callas NONOSTANTE il can can mediatico fatto su di lei e da lei cercato strenuamente (solo Pavarotti ha desiderato più della Callas di diventare popolare e famoso e ci è riuscito), è stata una cantante irripetibile. Non tanto per la tecnica, secondo me alquanto imperfetta (infatti a 35 anni era l'ombra di se stessa), quanto per l'incredibile capacità di fraseggiatrice e di interprete. Mai più nessuna interpreterà come la Callas. Di Stefano diceva che cantava come un uomo e questo rende bene l'idea. E' l'unico soprano che graffiava il fraseggio e le note come se fosse una voce maschile. Voce gutturale, imperfetta, spezzata in tre diversi registri, disomogenea, ma interprete irripetibile. Attrice straordinaria (guardate i video dei suoi concerti e cosa fa durante le parti musicali che precedono le sue entrate per credere) e carisma eccezionale.

Fossi vissuto nel suo periodo e avessi dovuto dividere il palco con lei mi sarebbe probabilmente preso un coccolone.
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Re: Il Tenore risponde

Messaggio da chiaky »

X Scooter, io preferisco gli interpreti alle belle voci.
Solo che Bergonzi PER ME è un interprete fasullo.
Infatti adoro Pertile, voce bruttissima ma lui si, grande interprete verdiano. Per me paragonale Pertile con Bergonzi è blasfemia :D Basta sentire lo slancio con cui Pertile fraseggia (ok, a volte singhiozzando alla maniera verista) e risulta trascinante. Questo è l'interprete (oltre alla sua capacità di cantare anche a mezzavoce). Bergonzi non è mai trascinante, quando ci prova fa ridere (vedi gli eccessi di qualche Manon L live dove va proprio fuori giri con le gigionate), perchè non era spontaneo, era tutto costruito sia vocalmente che interpretativamente.
E poi Pertile, che pur era piuttosto corto, aveva però una tecnica di fonazione prodigiosa nel passaggio e gli acuti, sin dove arrivava, erano rotondi e squillanti. Non si può cantare Verdi cantando in un tubo e senza alcuno squillo.
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Re: Il Tenore risponde

Messaggio da scooter »

No, Pertile ve lo ascoltate tu e Toscanini!

Intanto mi sto leggendo il dibattito su Bergonzi alle prese con Puccini in cui ti eri infilato sul forum di operaclick e non posso che dirmi in piena sintonia su quanto ti faceva notare Stinchelli: Bergonzi è più o meno sempre il cantante più rispettoso di quanti gli autori scrivono nero su bianco (salvo qualche acuto "di tradizione" cui non poteva sottrarsi per tante ragioni). Fissato questo punto fondamentale, possiamo parlare di tutto il resto ma io rimango convinto che abbia semplicemente avuto la sfortuna di nascere con un timbro meno benedetto di altri (ma ci sono altri sommi artisti a cui è andata anche peggio, vedi Fischer-Diskau per esempio) ma quando serve nella sua voce c'è (anche) calore. Ho qui delle incisioni dal vivo che non mentono, dal Trovatore a NY all'Aida alla Scala (che per altro partì con una stecca che la Myto ha sostituito con l'esecuzione del Celeste Aida della sera prima, ma il bello è che poi Bergonzi passò la serata a sparare cannonate per farsi perdonare e ci riuscì alla grandissima).
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Re: Il Tenore risponde

Messaggio da Johnny Rex »

scooter ha scritto: ven dic 15, 2023 2:46 pm
Shakespeare ha scritto: ven dic 15, 2023 1:50 pm È che la lirica ha delle regole, giuste o sbagliate che siano, quasi non mutabili anche perché si cantano cose di 100 anni fa.
Il resto della musica è libero di esprimersi come gli pare e piace e l'innovazione è ben accetta.
Sarà per questo che su 100 ascoltatori 1 ascolta lirica e il resto no.
Approposito, per voi è meglio la Callas o la Montserratt, o son semplicemente diverse ?
Sì, è certamente un mondo molto conservatore (almeno per quanto attiene alla parte musicale e non è un caso, forse, che quasi a fare da contrappeso spesso i registi eccedano dal verso opposto proponendo spettacoli talmente provocatori da essere solo un intollerabile mix di assurdo e ridicolo).
Perchè di fondo l'amante della Lirica E' Conservatore (non dico reazionario :) ) ma conservatore di fondo sì.
Il Marito di Mia Zia ,ex primario medico, da sempre un appassionato melomane (Aureliano Pertile, Tito Schipa e compagnia cantante di cui parlate lui è uno che ne sa quasi a livelli Chiakyani) e a Trieste aveva un posto alle rappresentazioni, è molto aperto alle innovazioni tecnologiche ma di fondo una delle persone più conservatrici che esistano ( la messa solo in latino, per dirne una).

Curiosità, a quando risale l'ultima Opera Lirica di "successo" (diciamo così) realizzata?
O forse la Lirica è una anticipazione di ciò che aspetta la musica in genere, del resto noi stessi ci entusiasmiamo per i fanta tornei musicali di 40-60 anni fa e molto meno (o zero) per quelli attuali.

F.F.
Nevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur Finkelstein
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Re: Il Tenore risponde

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Johnny Rex ha scritto: ven dic 15, 2023 3:58 pm Curiosità, a quando risale l'ultima Opera Lirica di "successo" (diciamo così) realizzata?
Sui due piedi direi Lulù di Alban Berg (1935 o giù di lì), abbastanza stabilmente i repertorio e di cui esistono dischi e video anche abbastanza recenti.
Quasi ai giorni nostri (diciamo fra il 1980 e i primi 2000) ci sono titoli interessanti di John Adams, ma non so quanto siano destinati a rimanere in circolazione: su questo magari Chiaky ha più il polso della situazione.
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Re: Il Tenore risponde

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scooter ha scritto: ven dic 15, 2023 4:03 pm
Johnny Rex ha scritto: ven dic 15, 2023 3:58 pm Curiosità, a quando risale l'ultima Opera Lirica di "successo" (diciamo così) realizzata?
Sui due piedi direi Lulù di Alban Berg (1935 o giù di lì), abbastanza stabilmente i repertorio e di cui esistono dischi e video anche abbastanza recenti.
Quasi ai giorni nostri (diciamo fra il 1980 e i primi 2000) ci sono titoli interessanti di John Adams, ma non so quanto siano destinati a rimanere in circolazione: su questo magari Chiaky ha più il polso della situazione.
Poulenc forse?
Compositore magnifico.
E poi chiaro John Adams.
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Re: Il Tenore risponde

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Sì, Il dialogo delle carmelitane è degli anni 50 e in effetti ha una certa diffusione (non saprei se pari alla Lulù, ma considerando che è più giovane di ben 20 anni direi che merita la vittoria se non arrivano altri suggerimenti).
Bravo rob!
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Re: Il Tenore risponde

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E' sensazionale leggere certi post per uno che, come me, non capisce assolutamente un cazzo di quanto si sta discutendo.
Porta l’amante a casa e trova la moglie a letto con due uomini. Tecnicamente è un full.
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Re: Il Tenore risponde

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scooter ha scritto: ven dic 15, 2023 3:58 pm No, Pertile ve lo ascoltate tu e Toscanini!

Intanto mi sto leggendo il dibattito su Bergonzi alle prese con Puccini in cui ti eri infilato sul forum di operaclick e non posso che dirmi in piena sintonia su quanto ti faceva notare Stinchelli: Bergonzi è più o meno sempre il cantante più rispettoso di quanti gli autori scrivono nero su bianco (salvo qualche acuto "di tradizione" cui non poteva sottrarsi per tante ragioni). Fissato questo punto fondamentale, possiamo parlare di tutto il resto ma io rimango convinto che abbia semplicemente avuto la sfortuna di nascere con un timbro meno benedetto di altri (ma ci sono altri sommi artisti a cui è andata anche peggio, vedi Fischer-Diskau per esempio) ma quando serve nella sua voce c'è (anche) calore. Ho qui delle incisioni dal vivo che non mentono, dal Trovatore a NY all'Aida alla Scala (che per altro partì con una stecca che la Myto ha sostituito con l'esecuzione del Celeste Aida della sera prima, ma il bello è che poi Bergonzi passò la serata a sparare cannonate per farsi perdonare e ci riuscì alla grandissima).
Beh, su Bergonzi ci sono molte discussioni sempre, c'è chi lo considera il più grande tenore della storia e chi lo considera un bluff. Alla fine il bello della musica è che ognuno la "sente" a suo modo.
Anche tra i miei colleghi, a fronte di una maggioranza che non lo sopporta proprio, ce ne sono alcuni che si offendono se gli dici certe cose.
Ma ancora esistono le discussioni di 15 anni fa su operaclick? Saranno 15 anni che non ci scrivo.
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Re: Il Tenore risponde

Messaggio da rob »

scooter ha scritto: ven dic 15, 2023 4:11 pm Sì, Il dialogo delle carmelitane è degli anni 50 e in effetti ha una certa diffusione (non saprei se pari alla Lulù, ma considerando che è più giovane di ben 20 anni direi che merita la vittoria se non arrivano altri suggerimenti).
Bravo rob!
Io adoro quest'altra di Poulenc.

https://it.wikipedia.org/wiki/La_voce_umana_(opera)
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Re: Il Tenore risponde

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scooter ha scritto: ven dic 15, 2023 3:58 pm No, Pertile ve lo ascoltate tu e Toscanini!

Intanto mi sto leggendo il dibattito su Bergonzi alle prese con Puccini in cui ti eri infilato sul forum di operaclick e non posso che dirmi in piena sintonia su quanto ti faceva notare Stinchelli: Bergonzi è più o meno sempre il cantante più rispettoso di quanti gli autori scrivono nero su bianco (salvo qualche acuto "di tradizione" cui non poteva sottrarsi per tante ragioni). Fissato questo punto fondamentale, possiamo parlare di tutto il resto ma io rimango convinto che abbia semplicemente avuto la sfortuna di nascere con un timbro meno benedetto di altri (ma ci sono altri sommi artisti a cui è andata anche peggio, vedi Fischer-Diskau per esempio) ma quando serve nella sua voce c'è (anche) calore. Ho qui delle incisioni dal vivo che non mentono, dal Trovatore a NY all'Aida alla Scala (che per altro partì con una stecca che la Myto ha sostituito con l'esecuzione del Celeste Aida della sera prima, ma il bello è che poi Bergonzi passò la serata a sparare cannonate per farsi perdonare e ci riuscì alla grandissima).
Ho un amico internettiano che detesta Toscanini.
E pare che sia in affollata compagnia... :D
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Re: Il Tenore risponde

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Johnny Rex ha scritto: ven dic 15, 2023 3:58 pm
scooter ha scritto: ven dic 15, 2023 2:46 pm
Shakespeare ha scritto: ven dic 15, 2023 1:50 pm È che la lirica ha delle regole, giuste o sbagliate che siano, quasi non mutabili anche perché si cantano cose di 100 anni fa.
Il resto della musica è libero di esprimersi come gli pare e piace e l'innovazione è ben accetta.
Sarà per questo che su 100 ascoltatori 1 ascolta lirica e il resto no.
Approposito, per voi è meglio la Callas o la Montserratt, o son semplicemente diverse ?
Sì, è certamente un mondo molto conservatore (almeno per quanto attiene alla parte musicale e non è un caso, forse, che quasi a fare da contrappeso spesso i registi eccedano dal verso opposto proponendo spettacoli talmente provocatori da essere solo un intollerabile mix di assurdo e ridicolo).
Perchè di fondo l'amante della Lirica E' Conservatore (non dico reazionario :) ) ma conservatore di fondo sì.
Il Marito di Mia Zia ,ex primario medico, da sempre un appassionato melomane (Aureliano Pertile, Tito Schipa e compagnia cantante di cui parlate lui è uno che ne sa quasi a livelli Chiakyani) e a Trieste aveva un posto alle rappresentazioni, è molto aperto alle innovazioni tecnologiche ma di fondo una delle persone più conservatrici che esistano ( la messa solo in latino, per dirne una).

Curiosità, a quando risale l'ultima Opera Lirica di "successo" (diciamo così) realizzata?
O forse la Lirica è una anticipazione di ciò che aspetta la musica in genere, del resto noi stessi ci entusiasmiamo per i fanta tornei musicali di 40-60 anni fa e molto meno (o zero) per quelli attuali.

F.F.
La lirica di oggi è come molta arte contemporanea: una cosa fatta solo per chi la crea e che per il resto non interessa quasi a nessuno.
L'evoluzione della musica classica e lirica è quella del caos, come nell'arte contemporanea, quindi nulla più di popolare o melodico. Composizioni a volte anche tecnicamente valide ma di difficilissima fruizione, insomma un vero rifugiarsi in una torre d'avorio incomprensibile al pubblico.
L'ultima opera di successo? Mah, se parliamo di opera italiana, si finisce con Puccini a livello di grande successo e quindi con Turandot (1926). Poi vabbè, si potrebbe andare su autori come Britten eccetera, ma almeno in Italia non hanno di certo la stessa popolarità.
Ho messo in grassetto una cosa molto vera, almeno secondo me.
La lirica è oggi una cosa "museale", ma non nel senso cattivo del termine, ma nel senso che è un genere che secondo me, dopo comunque tantissimi anni (400) ha concluso la sua corsa, però si mantiene viva con la riproposta delle decine e centinaia di titoli del passato molto popolari e/o capolavori assoluti della musica. Purtroppo come diceva anche scooter correttamente, si vuole rinnovarla con regie strampalate che finiscono solo per far contento qualche critico e per fare incazzare quasi tutto il pubblico. Non vi dico la marea di insulti che sto leggendo sui vari gruppi FB dedicati alla regia della recente Turandot che ha aperto la stagione del San Carlo di Napoli. Di questo passo la gente si disaffeziona e se ne sta a casa ad ascoltare un disco o a vedere un vecchio video su YT invece che andare a teatro.

E si, le cose peggiorano purtroppo, anche il rock non è più quello e non si può certo dire che vengano scritti ancora molti grandi pezzi rock. Va a finire che i nostri ex artisti di strada romani sono davvero uno dei pochi anelli di congiunzione tra il passato e il presente del rock (e pensa te, direbbe qualcuno).
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Re: Il Tenore risponde

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rob ha scritto: ven dic 15, 2023 4:08 pm
scooter ha scritto: ven dic 15, 2023 4:03 pm
Johnny Rex ha scritto: ven dic 15, 2023 3:58 pm Curiosità, a quando risale l'ultima Opera Lirica di "successo" (diciamo così) realizzata?
Sui due piedi direi Lulù di Alban Berg (1935 o giù di lì), abbastanza stabilmente i repertorio e di cui esistono dischi e video anche abbastanza recenti.
Quasi ai giorni nostri (diciamo fra il 1980 e i primi 2000) ci sono titoli interessanti di John Adams, ma non so quanto siano destinati a rimanere in circolazione: su questo magari Chiaky ha più il polso della situazione.
Poulenc forse?
Compositore magnifico.
E poi chiaro John Adams.
Da non trascurare Ligeti.
Si ma, a parte che si parlava di opere, ma poi mi pare chiedesse quali hanno avuto un grandissimo successo, e quindi quali sono popolari.
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Re: Il Tenore risponde

Messaggio da chiaky »

rob ha scritto: ven dic 15, 2023 4:45 pm
scooter ha scritto: ven dic 15, 2023 3:58 pm No, Pertile ve lo ascoltate tu e Toscanini!

Intanto mi sto leggendo il dibattito su Bergonzi alle prese con Puccini in cui ti eri infilato sul forum di operaclick e non posso che dirmi in piena sintonia su quanto ti faceva notare Stinchelli: Bergonzi è più o meno sempre il cantante più rispettoso di quanti gli autori scrivono nero su bianco (salvo qualche acuto "di tradizione" cui non poteva sottrarsi per tante ragioni). Fissato questo punto fondamentale, possiamo parlare di tutto il resto ma io rimango convinto che abbia semplicemente avuto la sfortuna di nascere con un timbro meno benedetto di altri (ma ci sono altri sommi artisti a cui è andata anche peggio, vedi Fischer-Diskau per esempio) ma quando serve nella sua voce c'è (anche) calore. Ho qui delle incisioni dal vivo che non mentono, dal Trovatore a NY all'Aida alla Scala (che per altro partì con una stecca che la Myto ha sostituito con l'esecuzione del Celeste Aida della sera prima, ma il bello è che poi Bergonzi passò la serata a sparare cannonate per farsi perdonare e ci riuscì alla grandissima).
Ho un amico internettiano che detesta Toscanini.
E pare che sia in affollata compagnia... :D
Vabbè Toscanini è detestato in primis dalla critica.
E' un pò un figlio del suo tempo. A parte che se oggi un direttore si comportasse come faceva lui, avrebbe la carriera chiusa entro due giorni, ma poi era un direttore "garibaldino" coi suoi pregi e i suoi difetti.
I suoi pregi stavano nella capacità di non perdere mai il tempo imposto e di avere un ritmo incalzante e trascinante, un fuoco che si è sentito solo in Muti dopo di lui (non a caso Toscanini è l'idolo di Muti), ma quando si trattava di sfumature, di dolcezza, di atmosfera cadeva.
Insomma, ritmo incandescente e mano pesante.
Provate ad ascoltare il suo Requiem verdiano al Carnegie Hall del 1951 per il centenario della morte di Verdi (Nelli-Di Stefano-Siepi-Barbieri). Si sente un Dies Irae e soprattutto un tuba mirum letteralmente sconvolgente. Pare davvero di sentire e vedere Dio che scende dal cielo e si appresta a giudicare i vivi e i morti. Poi però nelle pagine più morbide c'è tanta pesantezza (e anche un tempo troppo spedito, vedi l'Ingemisco).
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Re: Il Tenore risponde

Messaggio da rob »

chiaky ha scritto: ven dic 15, 2023 4:55 pm
rob ha scritto: ven dic 15, 2023 4:08 pm
scooter ha scritto: ven dic 15, 2023 4:03 pm
Sui due piedi direi Lulù di Alban Berg (1935 o giù di lì), abbastanza stabilmente i repertorio e di cui esistono dischi e video anche abbastanza recenti.
Quasi ai giorni nostri (diciamo fra il 1980 e i primi 2000) ci sono titoli interessanti di John Adams, ma non so quanto siano destinati a rimanere in circolazione: su questo magari Chiaky ha più il polso della situazione.
Poulenc forse?
Compositore magnifico.
E poi chiaro John Adams.
Da non trascurare Ligeti.
Si ma, a parte che si parlava di opere, ma poi mi pare chiedesse quali hanno avuto un grandissimo successo, e quindi quali sono popolari.
Poulenc è abbastanza popolare anche al di fuori della Francia.
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Re: Il Tenore risponde

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chiaky ha scritto: ven dic 15, 2023 5:00 pm Provate ad ascoltare il suo Requiem verdiano al Carnegie Hall del 1951 per il centenario della morte di Verdi (Nelli-Di Stefano-Siepi-Barbieri). Si sente un Dies Irae e soprattutto un tuba mirum letteralmente sconvolgente. Pare davvero di sentire e vedere Dio che scende dal cielo e si appresta a giudicare i vivi e i morti. Poi però nelle pagine più morbide c'è tanta pesantezza (e anche un tempo troppo spedito, vedi l'Ingemisco).
Sarebbe quello in cui pure lui si fa talmente prendere che comincia (letteralmente) a urlare per accompagnare le trombe?
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Re: Il Tenore risponde

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scooter ha scritto: ven dic 15, 2023 5:06 pm
chiaky ha scritto: ven dic 15, 2023 5:00 pm Provate ad ascoltare il suo Requiem verdiano al Carnegie Hall del 1951 per il centenario della morte di Verdi (Nelli-Di Stefano-Siepi-Barbieri). Si sente un Dies Irae e soprattutto un tuba mirum letteralmente sconvolgente. Pare davvero di sentire e vedere Dio che scende dal cielo e si appresta a giudicare i vivi e i morti. Poi però nelle pagine più morbide c'è tanta pesantezza (e anche un tempo troppo spedito, vedi l'Ingemisco).
Sarebbe quello in cui pure lui si fa talmente prendere che comincia (letteralmente) a urlare per accompagnare le trombe?
Si si, a un certo punto si sente lui che urla "vai vaiiiiiiiii" :D superando il suono delle trombe.
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Re: Il Tenore risponde

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eh, ma Scooter è un vero melomane.
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Re: Il Tenore risponde

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Non in termini assoluti. Ci sono (molte) opere che amo immensamente, ma - anche solo per fermarci a nomi gettonatissimi - non mi piace molto Bellini e mi limito a sopportare Donizetti. Farei un bel falò di tutto quel che c'è stato prima di Mozart.
E mi piace Carlo Bergonzi.
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Re: Il Tenore risponde

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scooter ha scritto: ven dic 15, 2023 5:44 pm Non in termini assoluti. Ci sono (molte) opere che amo immensamente, ma - anche solo per fermarci a nomi gettonatissimi - non mi piace molto Bellini e mi limito a sopportare Donizetti. Farei un bel falò di tutto quel che c'è stato prima di Mozart.
E mi piace Carlo Bergonzi.
Diciamo che a parte Bergonzi concordo abbastanza (anche ammettendo che Lucia e Elisir sono bellissimi e anche diverse pagine qua e là di tante altre opere Donizettiane, e che i Puritani e Norma sono pure bellissimi, ma già la Sonnambula che palle mio Dio). Aggiungo che da interprete e musicista amo moltissimo Mozart, ma da ascoltatore mi fa spesso due palle così.
Tanto bisogna essere sinceri e io lo sono sempre, anche quando dico cose poco popolari :D
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Re: Il Tenore risponde

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Ecco oggi pomeriggio ascoltavo le Nozze (dirette da Bohm, con Prey, Fischer-Diskau ecc., ottima edizione nel complesso) e mi dicevo che Da Ponte scriveva veramente troppo. Bravo lui e immenso Mozart, ma delle mezz'ore qua e là sono davvero prescindibili a essere buoni.
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Re: Il Tenore risponde

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scooter ha scritto: ven dic 15, 2023 6:15 pm Ecco oggi pomeriggio ascoltavo le Nozze (dirette da Bohm, con Prey, Fischer-Diskau ecc., ottima edizione nel complesso) e mi dicevo che Da Ponte scriveva veramente troppo. Bravo lui e immenso Mozart, ma delle mezz'ore qua e là sono davvero prescindibili a essere buoni.
Eh si, si, esattamente.
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chiaky ha scritto: ven dic 15, 2023 4:52 pm
La lirica di oggi è come molta arte contemporanea: una cosa fatta solo per chi la crea e che per il resto non interessa quasi a nessuno.
L'evoluzione della musica classica e lirica è quella del caos, come nell'arte contemporanea, quindi nulla più di popolare o melodico. Composizioni a volte anche tecnicamente valide ma di difficilissima fruizione, insomma un vero rifugiarsi in una torre d'avorio incomprensibile al pubblico.
L'ultima opera di successo? Mah, se parliamo di opera italiana, si finisce con Puccini a livello di grande successo e quindi con Turandot (1926). Poi vabbè, si potrebbe andare su autori come Britten eccetera, ma almeno in Italia non hanno di certo la stessa popolarità.
Ho messo in grassetto una cosa molto vera, almeno secondo me.
La lirica è oggi una cosa "museale", ma non nel senso cattivo del termine, ma nel senso che è un genere che secondo me, dopo comunque tantissimi anni (400) ha concluso la sua corsa, però si mantiene viva con la riproposta delle decine e centinaia di titoli del passato molto popolari e/o capolavori assoluti della musica. Purtroppo come diceva anche scooter correttamente, si vuole rinnovarla con regie strampalate che finiscono solo per far contento qualche critico e per fare incazzare quasi tutto il pubblico. Non vi dico la marea di insulti che sto leggendo sui vari gruppi FB dedicati alla regia della recente Turandot che ha aperto la stagione del San Carlo di Napoli. Di questo passo la gente si disaffeziona e se ne sta a casa ad ascoltare un disco o a vedere un vecchio video su YT invece che andare a teatro.

E si, le cose peggiorano purtroppo, anche il rock non è più quello e non si può certo dire che vengano scritti ancora molti grandi pezzi rock. Va a finire che i nostri ex artisti di strada romani sono davvero uno dei pochi anelli di congiunzione tra il passato e il presente del rock (e pensa te, direbbe qualcuno).
Ottimo post, inutile aggiungere come alla "Musealità " della Lirica abbia iniziato da tempo ad aggiungersi sinistramente quella delle Musiche "popolari" che ne hanno preso il posto nei decenni successivi.

F.F.
Nevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur Finkelstein
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Re: Il Tenore risponde

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Johnny Rex ha scritto: ven dic 15, 2023 6:45 pm
chiaky ha scritto: ven dic 15, 2023 4:52 pm
La lirica di oggi è come molta arte contemporanea: una cosa fatta solo per chi la crea e che per il resto non interessa quasi a nessuno.
L'evoluzione della musica classica e lirica è quella del caos, come nell'arte contemporanea, quindi nulla più di popolare o melodico. Composizioni a volte anche tecnicamente valide ma di difficilissima fruizione, insomma un vero rifugiarsi in una torre d'avorio incomprensibile al pubblico.
L'ultima opera di successo? Mah, se parliamo di opera italiana, si finisce con Puccini a livello di grande successo e quindi con Turandot (1926). Poi vabbè, si potrebbe andare su autori come Britten eccetera, ma almeno in Italia non hanno di certo la stessa popolarità.
Ho messo in grassetto una cosa molto vera, almeno secondo me.
La lirica è oggi una cosa "museale", ma non nel senso cattivo del termine, ma nel senso che è un genere che secondo me, dopo comunque tantissimi anni (400) ha concluso la sua corsa, però si mantiene viva con la riproposta delle decine e centinaia di titoli del passato molto popolari e/o capolavori assoluti della musica. Purtroppo come diceva anche scooter correttamente, si vuole rinnovarla con regie strampalate che finiscono solo per far contento qualche critico e per fare incazzare quasi tutto il pubblico. Non vi dico la marea di insulti che sto leggendo sui vari gruppi FB dedicati alla regia della recente Turandot che ha aperto la stagione del San Carlo di Napoli. Di questo passo la gente si disaffeziona e se ne sta a casa ad ascoltare un disco o a vedere un vecchio video su YT invece che andare a teatro.

E si, le cose peggiorano purtroppo, anche il rock non è più quello e non si può certo dire che vengano scritti ancora molti grandi pezzi rock. Va a finire che i nostri ex artisti di strada romani sono davvero uno dei pochi anelli di congiunzione tra il passato e il presente del rock (e pensa te, direbbe qualcuno).
Ottimo post, inutile aggiungere come alla "Musealità " della Lirica abbia iniziato da tempo ad aggiungersi sinistramente quella delle Musiche "popolari" che ne hanno preso il posto nei decenni successivi.

F.F.
Esattamente, e in molto meno tempo.
Il rock è un genere praticamente morto ad appena una settantina di anni dalla nascita.
Il pop boh...non mi pare che nemmeno quello navighi in buone acque.
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Re: Il Tenore risponde

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Bisogna aggiungere come il mondo dell'Opera abbia "Dominato" la scena musicale per almeno 150 anni, e già oggi pare molto difficile il rock (volgarmente detto) possa fare lo stesso.

F.F.
Nevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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Re: Il Tenore risponde

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Il rock è musica, magari di altissimo livello ma pur sempre solo musica; l'opera è (anche) altro: è teatro, è vita, è esplorazione degli archetipi della nostra esistenza. Per questo resiste, per questo c'è bisogno di regie che ci aiutino a leggere noi stessi attraverso composizioni vecchie di centinaia di anni; senza esagerare, senza provocazioni ormai stantie (minchia, basta con 'sti cazzo di nazisti e magari provate a far vestire i cattivi da soldati israeliani e vediamo cosa succede), ma con un po' di modernità che ci permetta di capire meglio.
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Re: Il Tenore risponde

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scooter ha scritto: ven dic 15, 2023 7:30 pm Il rock è musica, magari di altissimo livello ma pur sempre solo musica; l'opera è (anche) altro: è teatro, è vita, è esplorazione degli archetipi della nostra esistenza. Per questo resiste, per questo c'è bisogno di regie che ci aiutino a leggere noi stessi attraverso composizioni vecchie di centinaia di anni; senza esagerare, senza provocazioni ormai stantie (minchia, basta con 'sti cazzo di nazisti e magari provate a far vestire i cattivi da soldati israeliani e vediamo cosa succede), ma con un po' di modernità che ci permetta di capire meglio.
Si, i problemi che io trovo delle regie moderne sono sostanzialmente due:

1) Troppo spesso vanno per conto loro senza tenere conto della musica, dei libretti e della drammaturgia. Mi spiego meglio, i registi costruiscono la loro regia, la regia CHE HANNO IN MENTE a prescindere dall'opera a cui la devono applicare. Succede spesso, troppo spesso. Oltretutto tante volte quello che si vede stride con le parole.
2) Sono brutte. Chi va all'opera deve poter sognare, deve potersi trovare in un mondo incantato e magari anche fuori dal tempo. Se gli metti gente col cappotto con un tavolo in mezzo, beh, lo spettatore può andare al circolo arci sotto casa e può vedere la stessa cosa, non ha bisogno di andare a teatro!
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Re: Il Tenore risponde

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basta non riproporre per la millesima volta costumi "alla Squarciapino" o scene "alla Frigerio" perché quelle ormai le abbiamo capite; il problema delle regie moderne non è nell'idea, ma in molte realizzazioni (che fortunatamente viaggiano al fianco di spettacoli realmente illuminanti)
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Re: Il Tenore risponde

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e se poi nelle opere del trio Bellini-Donizetti-Verdi si potesse avere non dico una recitazione, ma un semplice body language che vada oltre il modello del vigile urbano non sarebbe male
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scooter ha scritto: ven dic 15, 2023 8:20 pm e se poi nelle opere del trio Bellini-Donizetti-Verdi si potesse avere non dico una recitazione, ma un semplice body language che vada oltre il modello del vigile urbano non sarebbe male
Eh ma per quanto ci si possa impegnare siamo pur sempre cantanti e non attori...purtroppo abbiamo molte cose a cui pensare in scena.
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chiaky ha scritto: ven dic 15, 2023 8:44 pm
scooter ha scritto: ven dic 15, 2023 8:20 pm e se poi nelle opere del trio Bellini-Donizetti-Verdi si potesse avere non dico una recitazione, ma un semplice body language che vada oltre il modello del vigile urbano non sarebbe male
Eh ma per quanto ci si possa impegnare siamo pur sempre cantanti e non attori...purtroppo abbiamo molte cose a cui pensare in scena.
Quando fate Rossini, Wagner, Puccini, Cavalli, Haendel, Berg, Weber, ecc ecc però questo problema non c'è. Anche a parità di cantanti, eh: confronta Abdrazakov in Attila e nell'Italiana in Algeri e vedrai...
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scooter ha scritto: ven dic 15, 2023 5:44 pm Non in termini assoluti. Ci sono (molte) opere che amo immensamente, ma - anche solo per fermarci a nomi gettonatissimi - non mi piace molto Bellini e mi limito a sopportare Donizetti. Farei un bel falò di tutto quel che c'è stato prima di Mozart.
E mi piace Carlo Bergonzi.
Monteverdi? :D
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