Perché il vedovo è una buona commedia. I mostri, nel 90% degli episodi è geniale!
Fantatorneo - Commedie all'italiana
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Re: Fantatorneo - Commedie all'italiana
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Re: Fantatorneo - Commedie all'italiana
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Matrimonio all'italiana, 1964 - Divorzio all'italiana, 1961
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La grande guerra, 1959 - Una vita difficile, 1961
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Dà angoscia il vivere di un consumato amore. L'anima non cresce piu'. (P.P.P.)
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Re: Fantatorneo - Commedie all'italiana
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Re: Fantatorneo - Commedie all'italiana
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Re: Fantatorneo - Commedie all'italiana
Comunque ribadisco che la parte bassa del tabellone è davvero brutale: "Detenuto in attesa di giudizio", "C'eravamo tanto amati", "Amici miei", "Il sorpasso", "La grande guerra" e "Una vita difficile" sarebbero stati tutti degni finalisti, o quantomeno meritavano di giocarsi almeno l'altra semifinale contro "I Soliti Ignoti".
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Re: Fantatorneo - Commedie all'italiana
Verissimopocaluce ha scritto: ↑mar apr 11, 2023 11:10 am Comunque ribadisco che la parte bassa del tabellone è davvero brutale: "Detenuto in attesa di giudizio", "C'eravamo tanto amati", "Amici miei", "Il sorpasso", "La grande guerra" e "Una vita difficile" sarebbero stati tutti degni finalisti, o quantomeno meritavano di giocarsi almeno l'altra semifinale contro "I Soliti Ignoti".
soluzione sorteggio ad ogni turno.
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Re: Fantatorneo - Commedie all'italiana
Penso ad Ugo Tognazzi.
Uno dei simboli di quell'Italia anni 60'-70'.
Il personaggio che interpreta ne La Voglia Matta , il professionista 40enne che sogna quella gioventù un po' sottratagli dai bombardamenti e dalla guerra e che con invidia vede il bel vivere dei ventenni venuti dopo,ecco, quel personaggio e quella malinconia che porta con sè oggi sarebbero del tutto fuori tempo e improponibili, adesso è pieno di 40-50 enni (a breve pure 60enni) che si ostinano o continuano ad avere 20 anni ,a sfruttare i benefici del progresso per una perpetua giovinezza.
Come mi sembrano fuori tempo, Iti, tanti di quei personaggi e delle situazioni di questi Grandi film di un passato remoto che sembra ancora più remoto.
Gli anni 80' son stati davvero uno spartiacque, una Mannaja, rammento quando Tognazzi morì nel 1990, non fu affatto ricordato come meritava, la Rai mandò in onda Il Commissario pepe che francamente, con tutti i film che Ugo aveva interpretato..i suoi personaggi erano già lontani.
In Compenso i loro figli (suoi e di Gassmann) son potuti farsi una carriera piena di nulla nulla sul ricordo degli Augusti padri.
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Uno dei simboli di quell'Italia anni 60'-70'.
Il personaggio che interpreta ne La Voglia Matta , il professionista 40enne che sogna quella gioventù un po' sottratagli dai bombardamenti e dalla guerra e che con invidia vede il bel vivere dei ventenni venuti dopo,ecco, quel personaggio e quella malinconia che porta con sè oggi sarebbero del tutto fuori tempo e improponibili, adesso è pieno di 40-50 enni (a breve pure 60enni) che si ostinano o continuano ad avere 20 anni ,a sfruttare i benefici del progresso per una perpetua giovinezza.
Come mi sembrano fuori tempo, Iti, tanti di quei personaggi e delle situazioni di questi Grandi film di un passato remoto che sembra ancora più remoto.
Gli anni 80' son stati davvero uno spartiacque, una Mannaja, rammento quando Tognazzi morì nel 1990, non fu affatto ricordato come meritava, la Rai mandò in onda Il Commissario pepe che francamente, con tutti i film che Ugo aveva interpretato..i suoi personaggi erano già lontani.
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Re: Fantatorneo - Commedie all'italiana
Tognazzi grandissimo attore. Con la caratteristica di essere uno della pianura padana, in un cinema molto romano/napoletano.
Capace di parti grottesche e altre drammatiche ma entrambe con un certo spessore. Ricordo due film come “la donna scimmia” dove oscillava sempre tra l’approfittatore cinico e l’amante dolente e “la marcia su Roma” dove oscillava dal suo credo antifascista e la speranza in un fascismo che si rivelava buono solo nelle promesse. Con i principi enunciati che venivano depennati ad ogni passo.
Non male nemmeno il più recente Conte mascetti, sempre tra sbruffonaggine e amara malinconia.
Un attore diversa dai Gassmann e sordi sempre comunque estroversi e sfacciati accentratori e spavaldi pure nelle situazioni più avverse.
Capace di parti grottesche e altre drammatiche ma entrambe con un certo spessore. Ricordo due film come “la donna scimmia” dove oscillava sempre tra l’approfittatore cinico e l’amante dolente e “la marcia su Roma” dove oscillava dal suo credo antifascista e la speranza in un fascismo che si rivelava buono solo nelle promesse. Con i principi enunciati che venivano depennati ad ogni passo.
Non male nemmeno il più recente Conte mascetti, sempre tra sbruffonaggine e amara malinconia.
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Re: Fantatorneo - Commedie all'italiana
Bravissimo anche ne "Il federale".alessandro ha scritto: ↑mar apr 11, 2023 10:49 pm Tognazzi grandissimo attore. Con la caratteristica di essere uno della pianura padana, in un cinema molto romano/napoletano.
Capace di parti grottesche e altre drammatiche ma entrambe con un certo spessore. Ricordo due film come “la donna scimmia” dove oscillava sempre tra l’approfittatore cinico e l’amante dolente e “la marcia su Roma” dove oscillava dal suo credo antifascista e la speranza in un fascismo che si rivelava buono solo nelle promesse. Con i principi enunciati che venivano depennati ad ogni passo.
Non male nemmeno il più recente Conte mascetti, sempre tra sbruffonaggine e amara malinconia.
Un attore diversa dai Gassmann e sordi sempre comunque estroversi e sfacciati accentratori e spavaldi pure nelle situazioni più avverse.
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Re: Fantatorneo - Commedie all'italiana
Il bello del cinema e' anche questo: spesso il buon cinema offre una fotografia ed una analisi di un certo periodo storico, meglio di quanto possano fare tanti saggi. Anche se, apparentemente, di questi ultimi due decenni nel cinema italiano rimarra' ben poco. Ma anche in quello americano. Tanti supereroi e poco altro.Johnny Rex ha scritto: ↑mar apr 11, 2023 6:37 pm Penso ad Ugo Tognazzi.
Uno dei simboli di quell'Italia anni 60'-70'.
Il personaggio che interpreta ne La Voglia Matta , il professionista 40enne che sogna quella gioventù un po' sottratagli dai bombardamenti e dalla guerra e che con invidia vede il bel vivere dei ventenni venuti dopo,ecco, quel personaggio e quella malinconia che porta con sè oggi sarebbero del tutto fuori tempo e improponibili, adesso è pieno di 40-50 enni (a breve pure 60enni) che si ostinano o continuano ad avere 20 anni ,a sfruttare i benefici del progresso per una perpetua giovinezza.
Come mi sembrano fuori tempo, Iti, tanti di quei personaggi e delle situazioni di questi Grandi film di un passato remoto che sembra ancora più remoto.
Gli anni 80' son stati davvero uno spartiacque, una Mannaja, rammento quando Tognazzi morì nel 1990, non fu affatto ricordato come meritava, la Rai mandò in onda Il Commissario pepe che francamente, con tutti i film che Ugo aveva interpretato..i suoi personaggi erano già lontani.
In Compenso i loro figli (suoi e di Gassmann) son potuti farsi una carriera piena di nulla nulla sul ricordo degli Augusti padri.
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Poi e' anche ovvio che dopo qualche decennio quei temi e quei personaggi ci sembrino fuori tempo e lontani, ma sono appunto lontani nel tempo.
Come faceva notare con tristezza Fabio Fazio intervistando Veltroni in occasione del suo ultimo film, un film ambientato nel 1984 e' gia' quasi un film in costume oggi, tanto le cose sono gia' cambiate.
Comunque meglio che oggi si viva meglio piu' a lungo, no? Cos'e' tutto questo giovanilismo e questo odio per chi ha piu' di 40 anni?
Ultima modifica di uglygeek il mer apr 12, 2023 1:40 am, modificato 1 volta in totale.
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Re: Fantatorneo - Commedie all'italiana
Quarti di finale - risultati
Matrimonio all'italiana, 1964 - Divorzio all'italiana, 1961 0-12
I soliti ignoti, 1958 - Il vedovo, 1959 11-1
Detenuto in attesa di giudizio, 1971 - Amici miei, 1975 2-10
La grande guerra, 1959 - Una vita difficile, 1961 7-5
Matrimonio all'italiana, 1964 - Divorzio all'italiana, 1961 0-12
I soliti ignoti, 1958 - Il vedovo, 1959 11-1
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Re: Fantatorneo - Commedie all'italiana
A dire il vero senza teste di serie il sorteggio ad ogni turno non cambia niente. I nomi dei film sono stati piazzati a caso, potevano benissimo venire dei turni finali piu' equilibrati senza sorteggio e potevano esserci subito scontri tra degni finalisti con il sorteggio. L'unica soluzione sarebbe stata stilare delle teste di serie prima del sorteggio.Johnny Rex ha scritto: ↑mar apr 11, 2023 12:13 pmVerissimopocaluce ha scritto: ↑mar apr 11, 2023 11:10 am Comunque ribadisco che la parte bassa del tabellone è davvero brutale: "Detenuto in attesa di giudizio", "C'eravamo tanto amati", "Amici miei", "Il sorpasso", "La grande guerra" e "Una vita difficile" sarebbero stati tutti degni finalisti, o quantomeno meritavano di giocarsi almeno l'altra semifinale contro "I Soliti Ignoti".
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Re: Fantatorneo - Commedie all'italiana
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Divorzio all'italiana, 1961 - I soliti ignoti, 1958
Amici miei, 1975 - La grande guerra, 1959
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Re: Fantatorneo - Commedie all'italiana
E' chiaro che meritino tutti, arrivati a questo punto
Diciamo che, nel mio giudizio, sono due vittorie di stretta misura
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Re: Fantatorneo - Commedie all'italiana
Togli pure quell'"Apparentemente"uglygeek ha scritto: ↑mer apr 12, 2023 1:29 am Il bello del cinema e' anche questo: spesso il buon cinema offre una fotografia ed una analisi di un certo periodo storico, meglio di quanto possano fare tanti saggi. Anche se, apparentemente, di questi ultimi due decenni nel cinema italiano rimarra' ben poco. Ma anche in quello americano. Tanti supereroi e poco altro.
Già solo Fazio che Intervista Veltroni è cosa che non può che sembrarci fuori dallo spazio e dal tempo.Poi e' anche ovvio che dopo qualche decennio quei temi e quei personaggi ci sembrino fuori tempo e lontani, ma sono appunto lontani nel tempo.
Come faceva notare con tristezza Fabio Fazio intervistando Veltroni in occasione del suo ultimo film, un film ambientato nel 1984 e' gia' quasi un film in costume oggi, tanto le cose sono gia' cambiate.
Non esprimo nè Giovanilismo nè Odio, solo constatazione, e che quando invecchiamo tendiamo sempre e comunque a guardare/riascoltare ciò che abbiamo sentito e apprezzato nella cosìdetta giovinezza, per cui ecco i pienoni agli 883, i tuoi amati Queen sempre in radio, etc etc, e una società vecchia come quella in cui siamo e cui sempre più tendiamo rimarrà comunquetatle anche nei gusti, al di là della modernità dei mezzi di comunicazione o delle facciate.Comunque meglio che oggi si viva meglio piu' a lungo, no? Cos'e' tutto questo giovanilismo e questo odio per chi ha piu' di 40 anni?
Che è anche metafora della società italiana, che ha spesso accolto il cambiamento esteriore ma mai quello interiore,e rimane il paese dell' 1 a 0 , delle madonne che piangono (e mai ridono) e via esemplificando.
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“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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Re: Fantatorneo - Commedie all'italiana
Nel torneo, giusto segnalare il trionfo di Mario Monicelli con 3 film su 4.
DIVORZIO
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Re: Fantatorneo - Commedie all'italiana
https://www.store.rubbettinoeditore.it/ ... 9-03-2020/
In quegli anni mi misi in testa di intervistare tutti i grandi attori della commedia all’Italiana. Ugo Tognazzi, purtroppo, era morto nel 1990, ma intendevo dedicarmi ad una serie di grandi nomi inclusi Mastroianni e Gassman che incontrai da lì a poco.
Iniziai da Nino Manfredi, per una rivista di nome Tuttoscuola, un mensile, di prestigio in ambito scolastico, e la serie di interviste riguardava lo studio e il talento. Colsi l’occasione dell’uscita del libro di Nino Manfredi Nudo d’attore e abbastanza rapidamente fui invitato a casa sua all’Aventino dove trascorsi un paio d’ore a parlare e lui fu generosissimo nel raccontarsi. L’intervista era molto più lunga dello spazio che avevo e così decisi di proporne il pezzo di maggiore attualità alla redazione di uno dei primi free press di quartiere.
In quell’intervista, parlando dei suoi colleghi Manfredi fece una serie di considerazioni importanti: “Quando io vado a sentire recitare Vittorio Gassman, rimango sempre incantato perché fa venire i brividi. E credo che ce ne siano pochissimi altri come lui: Ruggero Ruggeri, Turi Ferro, Salvo Randone… ecco di fronte a Randone io potevo solo inginocchiarmi, e come dinanzi a lui potevo inginocchiarmi di fronte a Totò, Peppino De Filippo ed Eduardo, che è stato il primo a credere in me quando io ero ancora in accademia e che addirittura una volta mi disse “Tu parli un napoletano più bello del mio, perché è un napoletano d’amore”. E se questo è accaduto io lo devo solo all’Accademia.” Insistendo sul tema del rapporto tra gli attori e il cinema italiano, Manfredi aggiungeva “Il talento è come se tu metti uno Stradivari in mano ad un ignorante, questo non può fare altro che grattarlo. Se lo dai in mano ad uno che ha studiato, questo ne tira fuori delle cose straordinarie. Ma a te, te pare logico che in Italia si parla sempre degli stessi nomi: Sordi, Manfredi, Gassman, Tognazzi e pochi altri e da queste cavolo di scuole non viene fuori nessuno? Il vero motivo della crisi del cinema italiano è che non ci sono più bravi attori e chi ha successo lo deve a film incomprensibili “pompati” da critici, che non sanno fare il loro mestiere, che vanno a vedere la proiezione in una saletta tutta per loro e magari hanno litigato co’a moje oppure hanno mangiato male, che manco vedono il film, parlano tra loro o s’addormono eppoi scrivono fiumi e fiumi di parole.”
Un’analisi dolorosamente lucida di quegli anni dove il cinema di Stato – non senza eccezioni importanti – aveva fatto molti danni, togliendo ai produttori e al mercato la centralità dell’entertainment. Arrivò, poi, ineluttabile, la domanda su uno dei più grandi attori della storia del cinema italiano, Alberto Sordi che l’Accademia o il Centro Sperimentale non li aveva frequentati e Manfredi non si tirò indietro: “Alberto Sordi è un attore che ha un talento dieci volte più grande del mio.” Riconobbe “E’ un talento naturale che, però, non ha educato. Sordi non può fare altro che se stesso, non ha mai fatto altro in vita sua ed è per questo che oggi è finito! Io quando facevo Ponzio Pilato cercavo di “essere” Ponzio Pilato, ma Sordi chi cerca di essere quando recita? Lui rimane sempre se stesso e non è assolutamente vero che la sua è la “storia di un italiano”, al massimo è la storia di un romano e non è che io lo dica solo oggi. E’da mo’ che me so’accorto di questa cosa: quando giravamo nel ’68 in Angola, “Riusciranno i nostri eroi…” glielo ho detto pure a lui. Gli ho detto: “Senti Albè, ma perché non te prepari?”. Non mi capiva, e da allora non ha più voluto lavorare con me, se non i film dove manco ci incontravamo e pensa che prima, noi abbiamo vissuto tanto assieme. Qualche anno fa c’avevano proposto di girare un “Giulietta e Romeo” ambientato al giorno d’oggi nella periferia di Roma dove io e lui facevamo le parti di Capuleti e Montecchi sai che ha risposto? “Se c’è Manfredi, non lo faccio.” La scuola che abbiamo fatto noi, non l’ha fatta nessuno e si sente che Sordi non ha nessuna scuola e che viene dalla strada. Va benissimo! Ma c’hai il soffitto basso e prima o poi ti fermi, come gli è successo a lui. Secondo me lui non ha letto Stanislawski e non sa manco chi è Cechov…Sordi è un personaggio, io sono un attore, perché faccio tanti personaggi.”
(...)Anni dopo, ebbi modo di passare un quarto d’ora con Alberto Sordi e fui colpito dalla sua sincerità nel parlare di sé stesso: “E’ mezzo secolo che faccio l’attore. Nessuno mi ha indicato questa strada, sono nato con la voglia di esibirmi. Ho fatto un lunghissimo tirocinio e l’avvento del neorealismo mi ha portato ad esprimermi come fa la gente ed il cinematografo mi ha utilizzato così. Nella mia carriera ho proposto dei personaggi che ben conoscevo e sono andato sempre al passo con la mia età. Ho fatto la parte del figlio, del fidanzato, del marito, poi del padre ed ora faccio la parte di un nonno.” Il tema centrale del film gli stava particolarmente a cuore “Se si tornasse a vivere una vita un po’più quieta e un po’più riflessiva, dando unicamente il proprio contributo alla società, senza badare a tante sciocchezze, le cose andrebbero molto meglio. Questi sistemi di vita che portando a caos, traffico, rumore, a muri devastati non vanno di certo bene. I giovani che hanno interpretato la libertà come un modo di vivere dove uno si può levare ogni soddisfazione non hanno capito niente. Forse bisogna ridimensionare tutto, perché altrimenti si va incontro al giudizio universale ed alla distruzione totale. Se per fare questo bisognerà sentire il pericolo imminente io non lo so, speriamo che l’umanità capisca fermandosi prima…” Come ultima domanda, ovviamente, gli raccontai dell’intervista a Manfredi, chiedendo un suo commento che arrivò sintetico e lapidario: “Vede, io sono anziano e Manfredi è un mio coetaneo. Soffro di certi doloretti, e sa, sono cose che possono accadere ad una certa età, perché alla nostra età o ti prende alle gambe oppure alla testa. A Nino, evidentemente, non lo ha preso alle gambe…”
In quegli anni mi misi in testa di intervistare tutti i grandi attori della commedia all’Italiana. Ugo Tognazzi, purtroppo, era morto nel 1990, ma intendevo dedicarmi ad una serie di grandi nomi inclusi Mastroianni e Gassman che incontrai da lì a poco.
Iniziai da Nino Manfredi, per una rivista di nome Tuttoscuola, un mensile, di prestigio in ambito scolastico, e la serie di interviste riguardava lo studio e il talento. Colsi l’occasione dell’uscita del libro di Nino Manfredi Nudo d’attore e abbastanza rapidamente fui invitato a casa sua all’Aventino dove trascorsi un paio d’ore a parlare e lui fu generosissimo nel raccontarsi. L’intervista era molto più lunga dello spazio che avevo e così decisi di proporne il pezzo di maggiore attualità alla redazione di uno dei primi free press di quartiere.
In quell’intervista, parlando dei suoi colleghi Manfredi fece una serie di considerazioni importanti: “Quando io vado a sentire recitare Vittorio Gassman, rimango sempre incantato perché fa venire i brividi. E credo che ce ne siano pochissimi altri come lui: Ruggero Ruggeri, Turi Ferro, Salvo Randone… ecco di fronte a Randone io potevo solo inginocchiarmi, e come dinanzi a lui potevo inginocchiarmi di fronte a Totò, Peppino De Filippo ed Eduardo, che è stato il primo a credere in me quando io ero ancora in accademia e che addirittura una volta mi disse “Tu parli un napoletano più bello del mio, perché è un napoletano d’amore”. E se questo è accaduto io lo devo solo all’Accademia.” Insistendo sul tema del rapporto tra gli attori e il cinema italiano, Manfredi aggiungeva “Il talento è come se tu metti uno Stradivari in mano ad un ignorante, questo non può fare altro che grattarlo. Se lo dai in mano ad uno che ha studiato, questo ne tira fuori delle cose straordinarie. Ma a te, te pare logico che in Italia si parla sempre degli stessi nomi: Sordi, Manfredi, Gassman, Tognazzi e pochi altri e da queste cavolo di scuole non viene fuori nessuno? Il vero motivo della crisi del cinema italiano è che non ci sono più bravi attori e chi ha successo lo deve a film incomprensibili “pompati” da critici, che non sanno fare il loro mestiere, che vanno a vedere la proiezione in una saletta tutta per loro e magari hanno litigato co’a moje oppure hanno mangiato male, che manco vedono il film, parlano tra loro o s’addormono eppoi scrivono fiumi e fiumi di parole.”
Un’analisi dolorosamente lucida di quegli anni dove il cinema di Stato – non senza eccezioni importanti – aveva fatto molti danni, togliendo ai produttori e al mercato la centralità dell’entertainment. Arrivò, poi, ineluttabile, la domanda su uno dei più grandi attori della storia del cinema italiano, Alberto Sordi che l’Accademia o il Centro Sperimentale non li aveva frequentati e Manfredi non si tirò indietro: “Alberto Sordi è un attore che ha un talento dieci volte più grande del mio.” Riconobbe “E’ un talento naturale che, però, non ha educato. Sordi non può fare altro che se stesso, non ha mai fatto altro in vita sua ed è per questo che oggi è finito! Io quando facevo Ponzio Pilato cercavo di “essere” Ponzio Pilato, ma Sordi chi cerca di essere quando recita? Lui rimane sempre se stesso e non è assolutamente vero che la sua è la “storia di un italiano”, al massimo è la storia di un romano e non è che io lo dica solo oggi. E’da mo’ che me so’accorto di questa cosa: quando giravamo nel ’68 in Angola, “Riusciranno i nostri eroi…” glielo ho detto pure a lui. Gli ho detto: “Senti Albè, ma perché non te prepari?”. Non mi capiva, e da allora non ha più voluto lavorare con me, se non i film dove manco ci incontravamo e pensa che prima, noi abbiamo vissuto tanto assieme. Qualche anno fa c’avevano proposto di girare un “Giulietta e Romeo” ambientato al giorno d’oggi nella periferia di Roma dove io e lui facevamo le parti di Capuleti e Montecchi sai che ha risposto? “Se c’è Manfredi, non lo faccio.” La scuola che abbiamo fatto noi, non l’ha fatta nessuno e si sente che Sordi non ha nessuna scuola e che viene dalla strada. Va benissimo! Ma c’hai il soffitto basso e prima o poi ti fermi, come gli è successo a lui. Secondo me lui non ha letto Stanislawski e non sa manco chi è Cechov…Sordi è un personaggio, io sono un attore, perché faccio tanti personaggi.”
(...)Anni dopo, ebbi modo di passare un quarto d’ora con Alberto Sordi e fui colpito dalla sua sincerità nel parlare di sé stesso: “E’ mezzo secolo che faccio l’attore. Nessuno mi ha indicato questa strada, sono nato con la voglia di esibirmi. Ho fatto un lunghissimo tirocinio e l’avvento del neorealismo mi ha portato ad esprimermi come fa la gente ed il cinematografo mi ha utilizzato così. Nella mia carriera ho proposto dei personaggi che ben conoscevo e sono andato sempre al passo con la mia età. Ho fatto la parte del figlio, del fidanzato, del marito, poi del padre ed ora faccio la parte di un nonno.” Il tema centrale del film gli stava particolarmente a cuore “Se si tornasse a vivere una vita un po’più quieta e un po’più riflessiva, dando unicamente il proprio contributo alla società, senza badare a tante sciocchezze, le cose andrebbero molto meglio. Questi sistemi di vita che portando a caos, traffico, rumore, a muri devastati non vanno di certo bene. I giovani che hanno interpretato la libertà come un modo di vivere dove uno si può levare ogni soddisfazione non hanno capito niente. Forse bisogna ridimensionare tutto, perché altrimenti si va incontro al giudizio universale ed alla distruzione totale. Se per fare questo bisognerà sentire il pericolo imminente io non lo so, speriamo che l’umanità capisca fermandosi prima…” Come ultima domanda, ovviamente, gli raccontai dell’intervista a Manfredi, chiedendo un suo commento che arrivò sintetico e lapidario: “Vede, io sono anziano e Manfredi è un mio coetaneo. Soffro di certi doloretti, e sa, sono cose che possono accadere ad una certa età, perché alla nostra età o ti prende alle gambe oppure alla testa. A Nino, evidentemente, non lo ha preso alle gambe…”
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Re: Fantatorneo - Commedie all'italiana
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Re: Fantatorneo - Commedie all'italiana
Io condivido molto il discorso di Manfredi sulla distinzione tra "attore" e "personaggio" (al di là della polemica con Sordi).
Il vero problema che vedo nel cinema italiano attuale è che sono quasi tutti personaggi e ci sono pochi attori.
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Re: Fantatorneo - Commedie all'italiana
Intervista leggendaria e differenza fra personaggio ed attore fondamentale.
Ma qui nel forum Balby per dire ha spesso sottolineato questo aspetto
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“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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Re: Fantatorneo - Commedie all'italiana
Poi era quasi tutta gente che si formava a teatro e poi Dopo passava al Cinema, e si vedeva
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“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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Re: Fantatorneo - Commedie all'italiana
Il "guaio" è stato quando i grandi incassi e le commedie di successo sono venute dagli attori che si sono formati al cabaret e/o alla TV.Johnny Rex ha scritto: ↑mer apr 12, 2023 10:57 am Poi era quasi tutta gente che si formava a teatro e poi Dopo passava al Cinema, e si vedeva
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Re: Fantatorneo - Commedie all'italiana
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Ultima modifica di Nick il mer apr 12, 2023 11:34 am, modificato 1 volta in totale.
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Re: Fantatorneo - Commedie all'italiana
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Re: Fantatorneo - Commedie all'italiana
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Re: Fantatorneo - Commedie all'italiana
Non ha tutti i torti, Manfredi, ma mi sembra anche un po' ingeneroso verso Sordi. Aveva il suo personaggio, ma sapeva anche spaziare in film come "Fumo di Londra" o "Un borghese piccolo piccolo" o "Detenuto in attesa di giudizio".Johnny Rex ha scritto: ↑mer apr 12, 2023 10:52 amIntervista leggendaria e differenza fra personaggio ed attore fondamentale.
Ma qui nel forum Balby per dire ha spesso sottolineato questo aspetto
F.F.
Non mi dite che il Sordi "Detenuto in attesa di giudizio" e' la stessa maschera di quando fa "Il vedovo" o il Dott. Tersilli.
Peraltro nel film citato da Manfredi "Riusciranno i nostri eroi" il personaggio di Sordi si ricorda molto piu' di quello di Manfredi.
Poi io non li vedo tutti questi personaggi nel cinema di oggi, forse era piu' vero vent'anni o trenta anni fa quando i film di successo li facevano De Sica, Verdone, e prima ancora Troisi. Ora non ci sono piu' nemmeno questi.
Ci sono tanti attori piu' che personaggi in realta', alcuni anche bravi come Favino, secondo me mancano i bravi registi e sceneggiatori, e ormai proprio come industria il cinema italiano e' una frazione di cio' che fu.
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Re: Fantatorneo - Commedie all'italiana
Semifinali - risultati
Divorzio all'italiana, 1961 - I soliti ignoti, 1958 4-9
Amici miei, 1975 - La grande guerra, 1959 9-4
Finale
I soliti ignoti, 1958 - Amici miei, 1975
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Re: Fantatorneo - Commedie all'italiana
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Re: Fantatorneo - Commedie all'italiana
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