FANTATORNEI MUSICALI - IRON MAIDEN
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Re: FANTATORNEI MUSICALI - IRON MAIDEN
Buon compleanno a Dave Murray, chitarrista degli Iron Maiden che ha compiuto 67 anni. Lo omaggio con la traccia nr 9 d ''Killers'' album del 1981
Mi muovo come una farfalla, ma pungo come un'ape
"A fine anno non tiro somme, la matematica non è mai stata il mio forte. Spero di essere rimasto nel cuore di qualcuno, o contrariamente nel cestino della carta di qualcun altro."
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Re: FANTATORNEI MUSICALI - IRON MAIDEN
Gran traccia per altro, un mix di Punk e Hard rock a grandi livelli
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“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
Re: FANTATORNEI MUSICALI - IRON MAIDEN
Per favore, basta con questo baccano, c'è gente che dorme.
Il problema non è l'acqua che beviamo, è l'acqua che mangiamo.
Re: FANTATORNEI MUSICALI - IRON MAIDEN
propongo spin off del torneo: la miglior copertina degli Iron Maiden
aggiungo che sarebbe bello (io non ne sarei in grado manco in vent'anni) se qualcuno fosse così esperto della materia da "spiegarle" una per una, dato che spesso il significato profondo andava ben oltre il semplice "mettiamo un pupazzo che fa paura"
aggiungo che sarebbe bello (io non ne sarei in grado manco in vent'anni) se qualcuno fosse così esperto della materia da "spiegarle" una per una, dato che spesso il significato profondo andava ben oltre il semplice "mettiamo un pupazzo che fa paura"
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Re: FANTATORNEI MUSICALI - IRON MAIDEN
Fantastico pezzo, ci ho sempre avuto un debole. Clive Burr veramente sugli scudi.orson.poeta ha scritto: ↑sab dic 23, 2023 7:20 pm Buon compleanno a Dave Murray, chitarrista degli Iron Maiden che ha compiuto 67 anni. Lo omaggio con la traccia nr 9 d ''Killers'' album del 1981
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Re: FANTATORNEI MUSICALI - IRON MAIDEN
Per me Killers e Somewhere in Time .scooter ha scritto: ↑sab dic 23, 2023 9:43 pm propongo spin off del torneo: la miglior copertina degli Iron Maiden
aggiungo che sarebbe bello (io non ne sarei in grado manco in vent'anni) se qualcuno fosse così esperto della materia da "spiegarle" una per una, dato che spesso il significato profondo andava ben oltre il semplice "mettiamo un pupazzo che fa paura"
Mai amata molto quella di Number of The Beast, invece.
Il Primo Eddie aveva anche significati sociali, mi sembra che nel primo album aggredisse la Thatcher ,ma Burano potrà forse saperne di più.
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Re: FANTATORNEI MUSICALI - IRON MAIDEN
Sì, il riferimento era a quella strega maledetta
Lo voglio rivedere, Fabio
Re: FANTATORNEI MUSICALI - IRON MAIDEN
Mai capito il senso di quelle assurde copertine con quei pupazzi messi apposta per far paura.
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Re: FANTATORNEI MUSICALI - IRON MAIDEN
Un giorno lo capirai. Se ti applichi Zio
Per la gioia di Eddie penso posteremo in futuro altre loro traccedsdifr ha scritto: ↑dom dic 24, 2023 8:35 pmFantastico pezzo, ci ho sempre avuto un debole. Clive Burr veramente sugli scudi.orson.poeta ha scritto: ↑sab dic 23, 2023 7:20 pm Buon compleanno a Dave Murray, chitarrista degli Iron Maiden che ha compiuto 67 anni. Lo omaggio con la traccia nr 9 d ''Killers'' album del 1981
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Re: FANTATORNEI MUSICALI - IRON MAIDEN
In una recente intervista rilasciata a SongFacts, Bruce Dickinson ha dichiarato quanto segue circa quello che considera il pezzo degli Iron Maiden più difficile da cantare dal vivo:
“Il pezzo che per me è più difficile cantare è ‘Aces High‘. Non è solo perchè ho sessant’anni e vi assicuro che era già difficile quando ne avevo ventisei. Io ho sempre detto agli altri: ‘Se facciamo ‘Aces High‘, possiamo metterla nella prima parte del concerto, per favore? Ad ogni modo la suoniamo ancora nella tonalità originale. Sarebbe certamente più facile se la suonassimo un tono sotto ma non verrebbe bene”.
“Il pezzo che per me è più difficile cantare è ‘Aces High‘. Non è solo perchè ho sessant’anni e vi assicuro che era già difficile quando ne avevo ventisei. Io ho sempre detto agli altri: ‘Se facciamo ‘Aces High‘, possiamo metterla nella prima parte del concerto, per favore? Ad ogni modo la suoniamo ancora nella tonalità originale. Sarebbe certamente più facile se la suonassimo un tono sotto ma non verrebbe bene”.
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Re: FANTATORNEI MUSICALI - IRON MAIDEN
Scritta in onore del compianto Andrea.Johnny Rex ha scritto: ↑sab dic 23, 2023 7:34 pm Gran traccia per altro, un mix di Punk e Hard rock a grandi livelli
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tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.
Re: FANTATORNEI MUSICALI - IRON MAIDEN
Nel momento in cui non ce la farà più, ci sarà un degno sostituto.Burano ha scritto: ↑mer feb 28, 2024 6:59 pm In una recente intervista rilasciata a SongFacts, Bruce Dickinson ha dichiarato quanto segue circa quello che considera il pezzo degli Iron Maiden più difficile da cantare dal vivo:
“Il pezzo che per me è più difficile cantare è ‘Aces High‘. Non è solo perchè ho sessant’anni e vi assicuro che era già difficile quando ne avevo ventisei. Io ho sempre detto agli altri: ‘Se facciamo ‘Aces High‘, possiamo metterla nella prima parte del concerto, per favore? Ad ogni modo la suoniamo ancora nella tonalità originale. Sarebbe certamente più facile se la suonassimo un tono sotto ma non verrebbe bene”.
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.
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Re: FANTATORNEI MUSICALI - IRON MAIDEN
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Re: FANTATORNEI MUSICALI - IRON MAIDEN
Già all'11esimo minuto, quando parla di NWOBHM e come esempio di band che ne fa parte cita i Judas Priest, sarebbe da spernacchiare
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Re: FANTATORNEI MUSICALI - IRON MAIDEN
Da un blog metal...
A posteriori posso tranquillamente affermare (e senza tema di smentita perché ho sempre ragione) che il vero dramma del ricongiungimento degli Iron Maiden con Bruce Dickinson ed Adrian Smith non sono certo stati i vari dischi di merda (ed anche di merdissima) che ne sono scaturiti, non è stata neanche la mancata defenestrazione di quel cazzo di pagliaccio di Janick Gers o il brutale allontanamento di un idolo della classe operaia come Blaze Bayley, arruolato, sfruttato e poi mandato via senza troppi complimenti, no no, cari amici lettori: il dramma vero è che per forza di cose (leggi: Steve Harris) si è dovuta interrompere la collaborazione tra Dickinson e Roy Z, chico californiano scemo come la merda (ce l’ho per amico su Facebook e per l’amore di Gesù ho disattivato le notifiche che non si regge) e che però dal punto di vista compositivo creava col vecchio Bruce una coppia funzionalissima la quale ha dato alle stampe il trittico dei migliori dischi dei Maiden senza i Maiden. O meglio, senza Steve Harris, fatto non secondario e che dovrebbe rendere più che evidente a voialtri simpatici amici qual è in effetti il problema dei Maiden e la causa ultima se oggi sono ridotti così (tolta la senescenza, la quale ovviamente è un dato di fatto e non è che ci si possa fare un cazzo).
Insomma, ad un certo punto, verso la seconda metà degli scorsi anni novanta, artisticamente il nostro Bruce Dickinson non se la passava benissimo. Dopo Balls To Picasso, un buonissimo esordio post Maiden realizzato con 4/5 dei Tribe Of Gypsies, il gruppo di Roy Z dedito ad un rock/blues di derivazione santaniana, ‘sto scempiato pensò bene di mandare tutto a puttane dedicandosi ad un rocchettino/grungettino all’acqua di rose con altri tre sfigati in un progetto a nome Skunkworks, che dopo un album omonimo venne ovviamente accantonato non avendo venduto praticamente un cazzo di niente o poco meno, e col demerito, peraltro, di aver gettato ombre sulla credibilità artistica del nostro nano strillone, arrivato troppo tardi per acchiappare il treno del grunge, che stava già – fortunatamente – scomparendo all’orizzonte, e soprattutto con pedigree, curriculum e doti vocali SBAGLIATISSIME per un’operazione del genere, stramaledetto lui e gli Alice in Chains. Sicché se ne stava lì moribondo quando gli arriva ‘sta telefonata di Roy Z che gli propone di fare un album di vecchio e sano heavy metal, così a cazzo di cane e senza avere nulla di meglio da fare. Perché poi, che accidenti vuoi avere di meglio da fare, se stai già senza fare un cazzo e pure con la carriera compromessa? Ci provi, no? Quindi, reclutato anche quell’altro relitto di Adrian Smith, un altro che bravo e tutto ma che da solo non si sa allacciare manco le scarpe e che dopo i Maiden non ha combinato un cazzo manco per sbaglio, senza particolari sforzi danno alle stampe Accident Of Birth, un album bellissimo che, di colpo, rimette Dickinson in sella alla sua carriera, redini, speroni e tutto l’armamentario da provetto cavallerizzo compreso.
In parte anche per l’effetto nostalgia (ma una porzione residua comunque), Accident Of Birth riesce con un mano legata dietro le schiena a schiantare i Maiden stessi, proponendo non già la pedissequa rilettura di quanto fatto da Dickinson e sodali il decennio precedente ma attualizzando la formula, inspessendo il suono, con un freschezza ed un’intelligenza compositiva all’epoca insperate e dovute sia alla mancata ingerenza di Steve Harris nei processi decisionali e compositivi che alla tranquillità di gente che fa un disco per evidente passione, senza aspettative di sorta. Praticamente senza cali, Accident Of Birth è una gemma composta da canzoni fantastiche, a cominciare da Freak, passando per Starchildren, Taking The Queen, Omega, la stessa Accident Of Birth, fino ad arrivare a Darkside Of Aquarius, il pezzo più rappresentativo del disco, capace di richiamare i Maiden che furono senza plagiarli, innovando e non stravolgendo, anni luce meglio di quanto prodotto dallo stesso Steve Harris almeno negli ultimi tre lustri, se non da prima.
Io l’ho sempre detto, invece di tenersi Janick Gers, che non serve ad un cazzo e fa solo danni, non era meglio prendersi ‘sto chico di Roy Z, capace di dare una svecchiata a tutto? Eh no, perché che cazzo io, Steve Harris, dovrei cedere la sovranità ad un cazzo di negro messicano merdone? Ma che, SCHERZIAMO? Tanto faccio tour sempre strapieni di pubblico, qualsiasi CAGATA con stampigliato il nome Iron Maiden vende come il pane, e molto meglio delle tortillas, c’ho il mio cazzo di 747 PRIVATO che pilota pure quello stronzo di nano che pure detesto MA ‘STI CAZZI COMANDO IO E VA BENISSIMO, oh.
E questo è. Poi col successivo The Chemical Wedding Bruce Dickinson e compari fecero pure meglio, ma ne parliamo l’anno prossimo. Per adesso riascoltatevelo, così magari vi renderete conto una volta per tutte di che merdata è The Book Of Souls e compagnia sfigata. Vabbé, ciao.
A posteriori posso tranquillamente affermare (e senza tema di smentita perché ho sempre ragione) che il vero dramma del ricongiungimento degli Iron Maiden con Bruce Dickinson ed Adrian Smith non sono certo stati i vari dischi di merda (ed anche di merdissima) che ne sono scaturiti, non è stata neanche la mancata defenestrazione di quel cazzo di pagliaccio di Janick Gers o il brutale allontanamento di un idolo della classe operaia come Blaze Bayley, arruolato, sfruttato e poi mandato via senza troppi complimenti, no no, cari amici lettori: il dramma vero è che per forza di cose (leggi: Steve Harris) si è dovuta interrompere la collaborazione tra Dickinson e Roy Z, chico californiano scemo come la merda (ce l’ho per amico su Facebook e per l’amore di Gesù ho disattivato le notifiche che non si regge) e che però dal punto di vista compositivo creava col vecchio Bruce una coppia funzionalissima la quale ha dato alle stampe il trittico dei migliori dischi dei Maiden senza i Maiden. O meglio, senza Steve Harris, fatto non secondario e che dovrebbe rendere più che evidente a voialtri simpatici amici qual è in effetti il problema dei Maiden e la causa ultima se oggi sono ridotti così (tolta la senescenza, la quale ovviamente è un dato di fatto e non è che ci si possa fare un cazzo).
Insomma, ad un certo punto, verso la seconda metà degli scorsi anni novanta, artisticamente il nostro Bruce Dickinson non se la passava benissimo. Dopo Balls To Picasso, un buonissimo esordio post Maiden realizzato con 4/5 dei Tribe Of Gypsies, il gruppo di Roy Z dedito ad un rock/blues di derivazione santaniana, ‘sto scempiato pensò bene di mandare tutto a puttane dedicandosi ad un rocchettino/grungettino all’acqua di rose con altri tre sfigati in un progetto a nome Skunkworks, che dopo un album omonimo venne ovviamente accantonato non avendo venduto praticamente un cazzo di niente o poco meno, e col demerito, peraltro, di aver gettato ombre sulla credibilità artistica del nostro nano strillone, arrivato troppo tardi per acchiappare il treno del grunge, che stava già – fortunatamente – scomparendo all’orizzonte, e soprattutto con pedigree, curriculum e doti vocali SBAGLIATISSIME per un’operazione del genere, stramaledetto lui e gli Alice in Chains. Sicché se ne stava lì moribondo quando gli arriva ‘sta telefonata di Roy Z che gli propone di fare un album di vecchio e sano heavy metal, così a cazzo di cane e senza avere nulla di meglio da fare. Perché poi, che accidenti vuoi avere di meglio da fare, se stai già senza fare un cazzo e pure con la carriera compromessa? Ci provi, no? Quindi, reclutato anche quell’altro relitto di Adrian Smith, un altro che bravo e tutto ma che da solo non si sa allacciare manco le scarpe e che dopo i Maiden non ha combinato un cazzo manco per sbaglio, senza particolari sforzi danno alle stampe Accident Of Birth, un album bellissimo che, di colpo, rimette Dickinson in sella alla sua carriera, redini, speroni e tutto l’armamentario da provetto cavallerizzo compreso.
In parte anche per l’effetto nostalgia (ma una porzione residua comunque), Accident Of Birth riesce con un mano legata dietro le schiena a schiantare i Maiden stessi, proponendo non già la pedissequa rilettura di quanto fatto da Dickinson e sodali il decennio precedente ma attualizzando la formula, inspessendo il suono, con un freschezza ed un’intelligenza compositiva all’epoca insperate e dovute sia alla mancata ingerenza di Steve Harris nei processi decisionali e compositivi che alla tranquillità di gente che fa un disco per evidente passione, senza aspettative di sorta. Praticamente senza cali, Accident Of Birth è una gemma composta da canzoni fantastiche, a cominciare da Freak, passando per Starchildren, Taking The Queen, Omega, la stessa Accident Of Birth, fino ad arrivare a Darkside Of Aquarius, il pezzo più rappresentativo del disco, capace di richiamare i Maiden che furono senza plagiarli, innovando e non stravolgendo, anni luce meglio di quanto prodotto dallo stesso Steve Harris almeno negli ultimi tre lustri, se non da prima.
Io l’ho sempre detto, invece di tenersi Janick Gers, che non serve ad un cazzo e fa solo danni, non era meglio prendersi ‘sto chico di Roy Z, capace di dare una svecchiata a tutto? Eh no, perché che cazzo io, Steve Harris, dovrei cedere la sovranità ad un cazzo di negro messicano merdone? Ma che, SCHERZIAMO? Tanto faccio tour sempre strapieni di pubblico, qualsiasi CAGATA con stampigliato il nome Iron Maiden vende come il pane, e molto meglio delle tortillas, c’ho il mio cazzo di 747 PRIVATO che pilota pure quello stronzo di nano che pure detesto MA ‘STI CAZZI COMANDO IO E VA BENISSIMO, oh.
E questo è. Poi col successivo The Chemical Wedding Bruce Dickinson e compari fecero pure meglio, ma ne parliamo l’anno prossimo. Per adesso riascoltatevelo, così magari vi renderete conto una volta per tutte di che merdata è The Book Of Souls e compagnia sfigata. Vabbé, ciao.
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