uglygeek ha scritto:Mont Ventoux ha scritto:La Scienza più moderna sarebbe costituita dalle trasfusioni di sangue?
Veramente è il trucco più vecchio di tutti, ha circa 30 anni di vita...
Abolire il ciclismo dopo che sta parando il sedere a tutto il marcio dello sport professionistico? come dire, lo vuoi proprio cornuto e mazziato questo sport!
Dovresti essere riconoscente al ciclismo e ai suoi dirigenti, i quali sono gli unici a fare una (falsa e ipocrita) lotta al doping, scegliendo a turno una vittima sacrificale, mentre tutte le altre categorie di sportivi dormono sogni tranquilli, e questo lo dico ignorando completamente quali siano gli sport che preferisci alla bici.
Basso e i ciclisti continuano a portare per tutti il "cappello del doping", bisognerebbe, da parte dei detrattori del ciclismo, portare almeno un pò di riconoscenza nei loro confronti.
Poi volere eliminare dalla faccia della terra del ciclismo la ritengo anche un'offesa personale, probabilmente ignori del tutto quali emozioni trasmetta correre in bici ma questo è un altro discorso..
Infine Pantani non aveva da ammettere proprio nulla, dal momento che mai è stato trovato positivo ad alcun controllo e che la sua storia, umana e sportiva, è completamente diversa da quella di Basso.
Io Pantani non l'ho nominato, da dove esce?
Cosi' il ciclismo sarebbe l'unico sport a fare una falsa e ipocrita lotta al doping. Che significa? Che anche negli altri sport ci si dopa? Non ho nessun problema ad ammetterlo.
Che i ciclisti non sono dopati? Non credo ci sia rimasto nessuno a pensarlo.
Che il ciclismo dovrebbe smetterla di dare la caccia ai dopati? Ma in molti casi le indagini non nascono da controlli antidoping, ma da vere e proprie indagini giudiziarie. E' stato cosi' al tour anni fa, e' stato cosi' al giro, e' stato cosi' questa volta con Fuentes.
I dirigenti del ciclismo coprono piu' che possono (ricordate la soffiata prima di un blitz della polizia, poi fallito, in un giro di qualche anno fa?)
Coprono, coprono, ma c'e' tanto di quel doping che viene fuori lo stesso.
E i tifosi sono ancora peggio. Coprono, credono alle scuse piu' puerili, o a macchinazioni contro i loro beniamini, o a complotti internazionali. Non ammettono mai, nemmeno loro.
In tutti gli sport ci si dopa? Piu' o meno. Certo, non si vince una medaglia nell'atletica o nel nuoto se non ci si dopa. Ma anche nell'atletica le squalifiche fioccano, no? Qual'e' la credibilita' di una finale olimpica dei 100m, ormai? Chi la segue piu'?
Calcio e tennis coprono molto di piu', e' vero. Ma questo che vorrebbe significare? Che i ciclisti dovrebbero doparsi impunemente anche loro? Oppure che bisognerebbe cercare di portare controlli seri anche in questi sport?
Io ho scritto che il ciclismo andrebbe abolito perche' non puo' piu' esserci ciclismo senza doping, cosi' come andrebbe abolita l'atletica per la stessa ragione. Per altri sport si puo' ancora fare qualcosa, un calcio senza doping puo' esistere, ma il ciclismo e' tutto basato su aiuti medici illeciti.
Se tu vuoi correre in bicicletta corri, chi te lo impedisce. Ma che senso ha il ciclismo pro nel 2007? Il tour e' stato vinto 7 anni di fila dal piu' dopato di tutti, poi da un altro che pero' si e' fatto beccare. Tra poco parte il giro, che emozioni puo' dare se si sa gia' che il vincitore potra' essere squalificato non appena si troveranno le prove? Ormai piu' che "Il ciclista X ha vinto il giro o il tour" si dovrebbe dire "Il ciclista X ha commesso una vittoria del tour. Gli investigatori sono gia' sulle sue tracce e contano di squalificarlo entro pochi mesi". Ce la faranno? Non ce la faranno? Emozionante, vero? Io son gia' li' che aspetto il tappone dolomitico "scalpitando sui miei sandali"...
Bisogna parlarsi chiaro, o si accetta il ciclismo con il doping, ma alla luce del sole, con tanto di dottore sul palco per la premiazione accanto al "campione", come ai tempi del tandem Moser/Conconi. Oppure si rifiuta il ciclismo pro in quanto tale.
La storiella che i ciclisti per lo piu' sono puliti e che sono vittime sacrificali (di chi, poi?) non la bevo piu', tantomeno oggi. Un po' di serieta', per favore.
[...]il coro degli innocentisti. Dalla notizia del coinvolgimento di Basso, ho letto su Gazzetta e riviste specializzate decine di lettere di tifosi e appassionati. Tutte con la stessa cosa “Giù le mani da Basso” e soprattutto “E se poi è innocente chi gli restituirà questi mesi di carriera perduta”. Decine, forse centinaia. E’ l’effetto-Pantani, dopo la terribile conclusione della storia più assurdamente assurda della storia dello sport. Un effetto che offusca, insieme a tutto quello che si porta dietro la definizione di “tifoso”, i più elementari criteri razionali. Perfino i sassi sapevano che Basso aveva un modo semplicissimo per uscirne fuori. Dire: “prendete quelle sacche, qui c’è un mio capello, scoprirete che non c’entro nulla”. Mai accaduto, fino all’inevitabile confessione avvenuta però solo quando - lo ha rilevato Francesco Moser - Basso non aveva più alternative di fronte a prove schiaccianti. Che diranno ora quelli del “E se è innocente?” e soprattutto, perché mette tristezza pensare anche a loro?
Altra parentesi. Nella famosa Operacion Puerto, si dice, sarebbero coinvolti fior di campioni di altri sport (l’anno scorso, di questi tempi, giravano nomi calcistici, tennistici e automobilistici da stramazzare). Difesa di molti ciclisti: e gli altri, allora? Benissimo, si proceda, eccome, anche con gli altri, ma di qui a dire che il ciclismo - lo sport più di fatica e resistenza che esista - è indifeso e viene usato come capro espiatorio, ce ne corre, e comunque non assolve nessuno.
Noi vorremmo che con un colpo di bacchetta, il ciclismo delle favole tornasse immediatamente pulito, non sappiamo come andrà a finire tutto questo e staremo a vedere. Ma se fosse giunta l’ora di imparare qualcosa sui comportamenti e pensieri personali, sul modo di approccio a tutto quanto (il ciclismo come metafora?), sul garantismo che è la cosa più bella del mondo ma che, marciandoci sopra, diventa la peggiore etc etc, sarebbe un bel momento. Non da procurare immediata allegria, ma insomma. Antonio Dipollina, Repubblica
Guarda che io non sono un ultrà del tifo ciclistico nè di nessun corridore in particolare. Le corse professionistiche le guardo perchè amo il ciclismo e corro in bici, ma le guardo con obiettività, non ho nessuno "santino" da difendere o da idolatrare, nè fra i ciclisti nè tra altri sportivi.
Esigo, questo si, che ci siano regole per sportivi uguali per tutti, il ciclismo ha semplicemente sbagliato ad esporsi molto più degli altri sport nella lotta al doping, su questo non ho DUBBI.
Se c'è ipocrisia per gli altri, che ci sia anche per il ciclismo allora!
Questo è il mio punto di vista.
Non ho paura a pensarla così, nè mi ritengo insensibile all'etica sportiva e civile, ne puoi star certo!
io sarei per squalificare a vita tutti gli sportivi che vengono beccati positivi la prima volta, sarebbe secondo me l'unico deterrente efficace per cercare almeno di limitare il fenomeno doping.
Ma appunto, TUTTI GLI SPORTIVI, SECONDO LE LEGGI DELL'UGUAGLIANZA!!!
Cannavaro è diventato eroe nazionale da capitano dell'Italia campione del mondo, perchè nessuno ricorda il filmato in cui si infilava una siringa nel braccio alla vigilia di una finale di coppa?
E Gattuso e i giocatori del Milan che rifiutarono i controlli antidoping negli spogliatoi un pò di tempo fà?
Se lo avessero fatto i ciclisti sarebbe venuto giù il mondo.
La popolarità di Gattuso è molto superiore a quella di un ciclista medio, eppure il signor Gattuso fa notizia solo quando corre per 90 minuti filati, in maniera, ne siamo certi, assolutamente limpida e candida.
Beninteso, i ciclisti non si sono ribellati al trattamento disumano che fondamentalmente si sono andati a cercare.
I controlli dell'ematocrito alle 6 di mattina negli alberghi prima della partenze delle corse non li hanno mica accettati altri sportivi, solo i ciclisti e la massa di incompetenti che dirige questo sport.
Il ciclismo si è liberamente scelta la sorte di zimbello e paraculo dello sport farmacologicamente alterato, è un ruolo che interpreta alla perfezione per la gioia di tanti tuttologi e sapientoni che firmano i loro articoli sui più importanti quotidiani o che blaterano in Tv.
La realtà sta in maniera molto diversa, quando non esisterà più il ciclismo bisognerà però trovare un'altra disciplina guidata da gente come Verbrugghen, McQuaid e Ceruti in Italia, personaggi così squallidi da sputtanare lo sport che dirigono solo per farsi belli, per far vedere che loro si, il doping lo combattono.
Con i risultati sotto gli occhi di tutti.